Quando si nasce con la camicia non c’è nulla da fare. Perciò come non invidiare il popolo siriano che dopo tante tragedie avvenute nell’indifferenza altrui, ora si appresta a sopportare nuovi bombardamenti e scariche di missili, ma non da un guerrafondaio qualsiasi, bensì da un premio Nobel per la pace. Da una persona così equanime che sebbene le foto satellitari dimostrino che ad usare i gas siano stati semmai i ribelli, non si sa bene di quale specie , egli lancerà i missili come monito contro Assad. Le vittime innocenti che non amncheranno, saranno onorate per la partecipazione.
Qualcuno adesso chiede che sia revocato quel nobel dato così incautamente al presidente americano, ma invece è bene che se lo tenga e che appaia in piena luce tutta la trama di convenienze e di poteri da cui nascono queste nomine che quasi sempre vanno a onorare e premiare personaggi che fanno comodo o che hanno servito la guerra dalla parte giusta, ossia la stessa dei premianti. A fare l’elenco raramente si sfugge a questa logica: da Wilson, il presidente americano che pose le basi per la seconda guerra mondiale, a Kissinger, al Dalai Lama quando faceva comodo in funzione anti cinese, a Lech Walesa, a Liu Xiaboo, a Jimmy Carter, al El Baradei, Sadat, Arafat, Begin, Al Gore e l’elenco potrebbe continuare a lungo. Qualunque cosa si possa pensare dell’opera svolta da molti di questi è evidente che nella massima parte dei casi la pace non c’entra un fico secco: conta invece il ruolo che è stato attribuito loro dall’occidente e dagli Usa in particolare. Conta la loro battaglia o la loro resa, come nel caso di Gorbacev. Oppure, quando vengono scelte persone sconosciute ai più si tratta sempre di affermare un punto di vista, le ragioni di un potere.
Non è certo un caso che Gandi non sia mai stato insignito del riconoscimento, nonostante la sua candidatura sia stata presentata più volte, forse per quel vizio della non violenza o forse perché il comitato norvegese che si occupa del premio non voleva mettersi urto con la Gran Bretagna. Del resto sono state più seriamente prese in considerazione le candidature di Mussolini (proprio l’anno della guerra d’Etiopia), di Stalin e persino di Hitler nel (1939). Non ci possiamo stupire di Obama, ma piuttosto del fatto che un premio così ipocrita esista ancora. Se per i Nobel normali, pur nell’estrema parzialità e nelle alchimie per nazione, almeno l’Accademia di Svezia può trincerarsi dietro qualcosa, è del tutto evidente che quello della pace non può essere conferito da una rarefatta assemblea nei pressi del circolo polare artico la quale poteva essere considerata abbastanza fuori dai giochi 80 anni fa, ma che adesso c’è dentro mani e piedi manifestando la propria marginalità col divenire megafono dei più forti e dare medaglie sotto dettatura.
Al di là della Siria è mai possibile avere un Nobel per la pace che è riuscito ad aumentare le spese militari fino ai 730 miliardi di dollari del 2012, dimostrando così di voler perseguire una politica di centralità mondiale soprattutto attraverso l’apparato militare? Certo il premio non si può revocare, non c’è questa possibilità nello statuto e Obama non può certo restituirlo almeno finché è in carica per ovvi motivi di immagine presidenziale. Ma forse sarebbe il caso di riflettere sull’opportunità di eliminare questo riconoscimento, oppure di cambiarne totalmente i criteri e affidarlo a un’assemblea formata dagli stati che aderiscono all’Onu.
sono piu’ che d’accordo, tutta l’ipocrisia della terra si sta scatenando e l’assegnazione di questi nobel, davvero ridicoli
Se esistesse una stampa libera, la miglior cosa da fare sarebbe non parlare più di premi Nobel, ignorando completamente la manifestazione. Del resto ogni anno vengono conferiti nei vari paesi del mondo decine di migliaia di premi di cui non sappiamo nulla e di cui nessuno ritiene utile informarci. È evidente allora che il battage sui premi Nobel dimostra solo che sono diventati un utile strumento per il regime.
Anzi, ripensando alla superficialità e ottusità con cui vengono erogati i premi per la pace (grottesca anche l’ultima assegnazione, nientemeno che all’Unione Europea!), dovrebbe nascere più di un dubbio anche riguardo alla sensatezza e oggettività dei premi Nobel più propriamente scientifici: come si fa a sapere se la loro assegnazione non risponda anch’essa a criteri tutto sommato arbitrari? Qualcuno si è mai curato di indagare la cosa? I giornalisti, se fossero liberi, avrebbero il dovere di sanzionare con il silenzio la mancanza di serietà e inaffidabilità di questa veneranda istituzione.
A proposito, Alfred Nobel non è l’inventore della dinamite? Ecco un altro grande personaggio che per far dimenticare il pesante contributo dato alle arti della guerra, si salva l’anima in extremis con un testamento buonista.
Wikipedia italiana scrive quanto segue: “Nel 1867 inventò la dinamite, riuscendo a far assorbire la nitroglicerina (inventata una ventina d’anni prima dall’italiano Ascanio Sobrero) da una polvere inerte in modo da renderla maneggiabile. La sua avveduta gestione della scoperta gli consentì in breve tempo di aprire società e laboratori in una ventina di paesi fra cui uno dei più grandi stabilimenti di produzione in Italia ad Avigliana. Assommò la disponibilità di circa 360 brevetti, rendendo il suo gruppo finanziario uno fra i più potenti del pianeta.”
E per quanto riguarda il premio per la pace in senso stretto il testamento di Nobel dice solo quanto segue (cito sempre da Wikipedia): “… una parte [del patrimonio residuo dovrà esser assegnata] infine alla persona che più si sia prodigata o abbia realizzato il miglior lavoro ai fini della fraternità tra le nazioni, per l’abolizione o la riduzione di eserciti permanenti e per la formazione e l’incremento di congressi per la pace.”
Già da questa citazione si capisce quanto siano state tradite le ultime volontà di Alfred Nobel. E riguardo alle cinque persone elette dal parlamento norvegese, che il testamento menziona come le uniche competenti ad assegnare il premio per la pace, Nobel non è più tra noi e non può certo far loro causa per il mancato rispetto delle sue disposizioni testamentarie.Ma qualcun’altro avrebbe probabilmente potuto e dovuto farlo ma se ne è guardato bene!
si ma chi se ne frega del premio nobel. il fatto è che bormbarderanno la siria