Quando fu ritrovato il corpo di Moro nella Renault 4 era meno d in un anno che avevo un lavoro regolare, quello che oggi tanto inquieta e spaventa i padroni del vapore e i loro adepti, non mi ero ancora mai sposato e da poche settimane avevo terminato l’ultimo seminario, estremo lacerto di un breve tentativo di carriera accademica. Adesso non ho più un lavoro regolare, ho divorziato due volte, e attendo una pensione modestissima e tuttavia irraggiungibile come una fuga di specchi. Ma ancora il mistero di quella mattina è tutto da decifrare e nuove testimonianze scombussolano le poche e marginali certezze come se si fosse nel tardo pomeriggio di quel giorno.

Adesso apprendiamo da uno degli artificieri accorsi a controllare l’auto dove fu ritrovato il cadavere di Moro, che Cossiga era già sul posto alle 11, mentre prima si pensava che ci fosse andato alle 14, che l’allarme era dunque scattato molto prima, verso le 10, come pare anche confermare una testimonianza di Signorile a colloquio con Cossiga a quell’ora. Se questo fosse confermato, che significato avrebbe avuto la telefonata di Moretti al professor Tritto per dare l’annuncio dell’esecuzione e del luogo dove si trovava il cadavere di Moro? E quante cose i responsabili dell’epoca sapevano e non dicevano? Quante cose non sappiamo?

L’artificiere, Vitantonio Raso aveva già rivelato queste cose  in un libro, “La bomba umana” pubblicato meno di un anno fa, nel quale si lamenta di non essere mai stato cercato e nemmeno interrogato come testimone. Certo è strano che lui non si sia mai presentato ai magistrati e abbia per così dire mantenuto un profilo puramente passivo. E del resto – cosa che mi ha spinto a iniziare il post con una notazione personale  – l’artificiere si è congedato nell’86 e oggi, a 58 anni, è cavaliere al merito della Repubblica e nonché fruitore di una pensione da funzionario della presidenza del Consiglio dei Ministri che immagino non sia proprio minima.

Ecco forse Raso si dovrebbe chiedere come mai abbia aspettato la pensione, la croce di cavaliere e la morte di Cossiga per tirare fuori la sua verità che giace da 35 anni tra le molte parentesi che una carriera all’ombra del “potere costituito” comporta in questo Paese. Ed è forse la risposta a questa domanda che potrebbe illuminarci su tutti gli irrisolti misteri italiani, sulle inchieste di lunghezza biblica, i depistaggi, le verità ballerine e sulle rivelazioni, peraltro anche quelle rarissime, in articulo pensionis.