Anna Lombroso per il Simplicissimus
Si dice che le parole siano pietre.. ma mica sempre, a volte sono leggere, così spumeggianti così aeree che si dovrebbe intuire facilmente che dietro non c’è nulla, nemmeno la più remota evocazione di un’idea, di un pensiero. Come le parole di certi regimi, quelli moderni, futuristi che le usano per esumare il dinamismo, la velocità marinettiana, il vitalismo e l’azione energica cara a sistemi del passato, trasmettendo un’immagine di robusto decisionismo, di alacre attivismo e non importa che dietro ci sia intelletto, radiosa visione del futuro, per carità, quelli sono passatempi per sfigati comunisti.
A dimostrare che non c’è solo una provvisoria unità di intenti ma un comune motore, come si addice a chi preferisce il movimento alla riflessione, anche il semplice pestar acqua in un mortaio, una delle parole del letta-pensiero, si fa per dire, è il “fare”, tanto che con uno di quei funambolici equilibrismi cialtroni nel segno della continuità, si chiama “decreto fare” quella letterina a babbo natale o mamma europa: rivoluzione nella Giustizia civile: un milione di cause in meno, 800 giudici onorari e sull’onore di Cancellieri, non saranno rossi, due mld per opere strategiche, semplificazioni per la cittadinanza, speriamo anche quella degli italiani, ingressi sbloccati all’università in modo che diventi un grande sregolato parcheggio senza fine e senza ticket, liberalizzato il Wi-Fi, che alla banda del buco piacerebbe al banda larga. Insomma uno di quegli elenchi di espedienti acchiappa citrulli cui fa finta di credere Barroso in visita pastorale.
E come non ricordare a proposito di “fare” il “fatto” imperioso di Berlusconi, quando era lui il premier presidente, operaio, manager, milanista, cantautore, quel “fatto!” scandito come uno sigillo di risoluta maestà ed autorità, apposto su provvedimenti pensati e realizzati per il profitto e il piacere del tiranno e della sua corte, che mancava solo la maggiore età a 15 anni. Ma almeno quello agiva nel suo interesse personale, mentre questi suoi famigli si agitano in un vano parossismo, gli ubbidiscono ma devono, a scopo dimostrativo, far vedere che si preoccupano di qualche target, qualche non meglio identificato segmento di pubblico, imprese che non produrranno niente ma con macchinati fiammanti, energia a prezzi concorrenziali mentre presto torneremo al lume a petrolio, che di quello ce ne sarà a ufo, Wi Fi concorrenziale e competitivo e vallo a dire a chi sta a ravanare chiavette o è condannato al capestro della telecom col numero fisso in zone marginali e periferiche del fastoso villaggio globale.
Siamo tornati nell’azienda Italia, dove tutti devono fare squadra e sistema, valorizzare sinergie, che si chiamano così i patti più opachi e scellerato a beneficio di pochi contro i molti, esaltare la governance, impiegare dinamicamente risorse umane. Siamo tornate alla triade: internet, inglese, impresa, il vocabolario esecutivo cioè, di un esecutivo, appunto, chiamato ad eseguire ordini dall’alto, senza pensare e senza discutere. E allo stesso dizionario appartiene il monito prontamente rispolverato dei media amici, che di nemici non ce ne sono: il governo lavora, lasciamolo lavorare, non disturbiamolo, e non intervengano altri poteri, quelli dei perdigiorno del pensare, dell’ascoltare, del dibattere, del deliberare, zittiti dal mobile e attivo “decretare”, desiderabile e inevitabile in tempi di necessità, crisi, emergenza, annullando il rapporto tra il “fare” e il “che cosa fare”, convertendo l’azione di governo in cibernetica, in risposta passiva a comandi esterni, in moto perpetuo di una macchina celibe, costruita per far girare i soliti ingranaggi oscuri e vani.
Fare, da mezzo diventa il fine, per questi promoters della crescita, ma quale? per questi piazzisti dello sviluppo, quello muscolare delle grandi opere pesanti? per questi agenti della “mobilità”, quella più precaria? per questi animatori dell’economia informale, quella più vicina all’illecito, all’irregolare e all’illegale? Il futuro cui guardano questi nuovi futuristi, non è il nostro, quello ce lo dobbiamo “fare” da soli.
Il Governo del “Fare” dimentica il lavoro nel Turismo e gli animatori ringraziano.
Gentili lettori,
mi chiamo Federico e collaboro con Animandia.it il portale internet che rappresenta il settore dell’animazione turistica sul web, un settore che ha bisogno di aiuto urgente e che contempla decine di migliaia di operatori in Italia.
E’ vero, molti penseranno che si tratta di “lavori stagionali” che durano pochi mesi, ma non per questo non meritano la giusta attenzione, non per questo si devono considerare lavori di “seconda scelta” “ di “serie B”.
Soprattutto oggi, che con la crisi economica in atto per moltissimi giovani, questi cosiddetti lavori estivi, sono una vera, irrinunciabile, unica, risorsa economica per far fronte nell’immediato, ad una situazione di crisi che non vede soluzioni a breve termine .
Il turismo in Italia, è forse l’unico mercato che va in controtendenza..infatti mentre le altre imprese licenziano..il settore dei lavori stagionali legati al turismo, grazie l’imminente apertura della stagione estiva, malgrado la crisi, è l’unico che sta comunque assumendo migliaia di persone ( e faccio riferimento non solo ai lavori legati al mercato delle vacanze come quello dell’animazione, ma anche a quelli del settore Turistico- alberghiero).
La cosa che più ci fa indignare, è che nessuno di questo Governo, come anche di quello “Tecnico” appena passato, parla seriamente delle potenzialità legate al lavoro stagionale nel turismo, eppure il nostro è un Paese a vocazione Turistica che assume ogni anno decine di migliaia di lavoratori … e allora perché il Governo Letta si dimentica sempre di menzionarlo? Forse che in Italia non esiste il Turismo e con esso i lavori stagionali?
Nonostante abbiamo a più riprese interpellato diversi esponenti di Governo attraverso una petizione, ci continuano a dare le solite risposte piene di “Vederemo” “faremo” “..diremo”…e nulla più.
A onor del vero, di recente, un certo interessamento c’ è stato da parte di alcuni esponenti del Movimento 5 stelle e faccio riferimento nello specifico ai cittadini deputati: Claudio Comunardi, Francesco Cariello e Eleonora Bechis, Massimiliano Bernini, Claudia Mannino, Maria Edera Spadoni, Sen. Sergio Puglia, Angelo Tofaro, Mara Mucci, che ringrazio a nome di tutto il comparto animazione poiché, finalmente, si è riscontato un reale, sincero, interesse e non semplici “risposte diplomatiche” come quelle ricevute in precedenza, almeno si è evitato la solita “presa in giro” un vizio che i parlamentari della “vecchia guardia” non hanno mai perso.
Questi cittadini si sono interessati al problema, alcuni ci hanno dato suggerimenti, indirizzato a chi di competenza, con alcuni di questi deputati a 5 stelle, ci sono stati anche colloqui telefonici per approfondire l’argomento…insomma il M5S ci ha fatto sentire per la prima volta ascoltati, seguiti, compresi.
Si chiede a viva voce, sostegno, aiuto, perché l’intero comparto animazione turistica è ormai seriamente compromesso sotto l’aspetto professionale, commerciale, di immagine e deontologico. Quello dell’animazione turistica, è un settore senza regole, abbandonato a sé stesso, vessato da tasse esorbitanti, contratti di lavoro inadeguati e con una illegalità dilagante.
E di tutto ciò, a farne le spese sono le aziende oneste che rischiano il fallimento e i lavoratori stessi che spesso, dopo aver lavorato una intera stagione, non percepiscono stipendio.
Tutto ciò senza che lo Stato e Organi preposti, facciano nulla per contrastare questa ormai diffusa prassi.
Eppure in Italia, ogni stagione ( estiva ed invernale) vengono assunti nell’ambito dell’animazione, non solo gli stessi animatori, ma anche altre figure professionali e facciamo riferimento a: assistenti bagnati, istruttori sportivi, educatori d’infanzia, musicisti, fonici, tecnici luci, coreografi, scenografi, costumisti, fotografi, hostess, DJ, ballerini, cantanti, pianobar, ecc. e moltissimi di questi, sono giovani studenti che non intendono gravare sulle famiglie in difficoltà e pertanto cercano dei lavori a termine per pagarsi gli studi.
Come Animandia, in rappresentanza dell’ animazione sul web, ci siamo fatti portavoce del malcontento degli operatori e chiediamo da tempo ma purtroppo invano, una regolamentazione del settore che favorirebbe nel immediato, sviluppo e occupazione soprattutto dei giovani che in tal modo, potrebbero gravare in maniera meno onerosa sui redditi già precari della stragrande maggioranza delle famiglie Italiane .
Abbiamo inoltrato a più riprese, all’attenzione della classe politica di tutti gli schieramenti, un progetto concreto e a costo zero, utile per dare una ulteriore risposta alla necessità di occupazione dei giovani in Italia.
Senza scendere nei particolari tecnici, diremo che tale regolamentazione mira ad ottenere : regole comuni, lotta alla diffusa illegalità che penalizza le aziende oneste e miete “vittime” tra i lavoratori ed anche una minore pressione fiscale e contratti di lavoro più aderenti al settore.
In pratica tutto ciò si traduce in: contrasto all’ illegalità, maggior concorrenza leale tra le imprese, e conseguente aumento dei guadagni per le aziende ( attraverso la riduzione del fardello eccessivo delle imposte, tasse e contributi) e ovviamente, anche aumento di assunzioni di lavoratori.
Purtroppo ci hanno risposto con sincerità solo alcuni cittadini Deputati del Movimento 5 stelle e con altrettanta sincerità, ci hanno assicurato che faranno quello che possono per aiutare il settore Animazione turistica, del resto in parlamento sono in minoranza….dunque? che dire, ai lavoratori stagionali di serie “B” non resta che incrociare le dita e ringraziare i cittadini del M5S per quanto potranno fare..e gli altri Onorevoli ? i partiti? il Governo? Bè per quanto riguarda loro.. se questi “Onorevoli” hanno un briciolo di coscienza, speriamo che leggano queste riflessioni e che magari si diano da fare.
Comunque una cosa è certa, loro…gli Onorevoli , a differenza di milioni di famiglie italiane, se la fanno la vacanza eccome!! …infatti giorni fa, il settimanale L’Espresso ha dedicato ampio risalto ad un’inchiesta della magistratura sui politici in vacanza. Dalle carte risultano i nomi di parlamentari italiani – Renato Schifani, Osvaldo Napoli, Salvatore Cuffaro, Angelino Alfano e Simona Vicari – che per un decennio avrebbero goduto di vacanze gratis o a prezzi scontati in resort Valtur sparsi nel mondo, ai tempi guidato dalla famiglia Patti …e allora che dire, chissà che qualche animatore, non abbia la possibilità di incontrarne qualcuno per potergli dire da vicino tutto quello che pensiamo…
Governo non ripetibile.
Lo dissero per quello tecnico.
Lo stanno dicendo per questo delle larghe intese.
Due storie d’ordinaria furia antidemocratica.
Con l’alibi della crisi e del mantra “l’Europa lo vuole ” -il supertecnico in lodin salvatore dello stivale – s’è tessuta la genesi del primo governo tecnico .
Con l’alibi del successo inaspettato di Mov5stelle e dell’impossibilità di fare altro, s’è ricamato questo secondo capolavoro napolitiano.
Questo è il governo che riassume il peggio di ciò che ci poteva capitare.
E’ nato per il “Volli, altissimamente volli le larghe intese” di un quasi-re
E’ in piedi perchè il PD continua a stare attaccatto ai di lui pantaloni.
Si è autodichiarato “di servizio” .Aggiungasi “ai potenti”.
Ha un portavoce collocato tra banche, Vaticano, PDL dall’eloquio gentile e vano.
Magari facessero finta di fare.
Fanno davvero per quel che riguarda il dis-fare: costituzione, diritti, lavoro,sanità,scuola.
E fanno davvero per quel che riguarda il servire i potenti: “banca mia fatti capanna, che qui se magna…”
Operano in continuità con il perfido cinismo dei tecnici – risultati anche incompetenti – cambiando solo il volto del “governatore” dai larghi sorrisi e dal tono di voce meno meccanico e ritmato.
Non mancano , come nel primo governo , gli smacchiatori della propria storia: i “superresponsabilieticietdavverodemocraticsolonoiabbiamofattoleprimarie – cioé “pidini”.
E non manca il Jolly il caro nemico Berlusca, il Yollijsempreinpiedi -perchè gli altri a farlo cascare ci perdono troppo.
Noi , non più cittadini servi – ti di tutto punto.