8696205866_40f3e232c4_mC’è un democristiano che si aggira per l’Europa. Tenuto al guinzaglio da Silvio Berlusconi che con la faccenda dell’Imu gli vuol far capire chi comanda, con le mani legate dalla Merkel, veramente felice di trovarsi con un premier alla plastilina e con le idee così confuse da incorrere nella prima gaffe fuori dai confini, dove non era possibile concordare le domande.  il governo dove troverà i soldi  per fare tutte le cose annunciate, chiede a Letta uno di loro alla rituale conferenza stampa.

Mannaggia, che domanda sgarbata e inopportuna: dopo la fatica di spargere tutto quel miele per far creare un friabile alibi al voto piddino, questo fa finta di crederci veramente. Così il nipote di Gianni Letta di fronte a tanta sfrontatezza, risponde: “Confermo che manterremo gli impegni e tutto starà dentro quegli impegni. I modi e le forme con cui troveremo le risorse è roba di casa nostra e non devo spiegarla a nessuno”. Oh,  avrà pensato, che magnifica prova di indipendenza dopo aver dovuto rassicurare anche la Merkel che l’Italia manterrà fermi gli impegni presi per il suo impoverimento.  Peccato però che il giornalista fosse italiano e che Letta non si è nemmeno sognato di spiegare neanche ai suoi concittadini come farà. E fino a prova contraria l’Italia è la nostra casa, mentre questo ceto politico è l’Imu che ci tocca.

Ora è chiarissimo che nemmeno lui sa dove andare a sbattere e che la cartapesta dei discorsi fasulli si è già consunta in 48 ore : ad onta di quanto vaneggiano da noi gli eterni cazzi buffi, nessun via libera è stato concesso a Berlino. La situazione è talmente paradossale per non dire grottesca che l’unica a dire qualcosa, sia pure di indiretto, riguardo a questi viaggi della speranza a Berlino che si susseguono incessanti ormai da due anni, è stato l’unico ministro “tedesco” del governo, ossia Josefa Idem che  avendo doppia cittadinanza può essere considerata come ministro di confine: al Die Zeit dice che dopotutto “è comprensibile che  gli italiani abbiano avversione nei confronti della Merkel”. Una dichiarazione in realtà molto più politica di quanto non lasci pensare l’approccio, per così dire, psicologico.

Quasi quasi potremmo fare a cambio e lasciare Letta in Germania per un doveroso scambio.