0-euro-thumb11139809Mentre prosegue una campagna elettorale così vacua, così imbarazzante  da parere un reality sull’isola che non c’è, ogni tanto si trova qualche pepita, una qualche notizia nascosta che almeno ci porta lontano dai depistaggi dei candidati eccellenti come una briciola di verità sparsa da un Pollicino che vuole ritrovare la strada senza essere confuso da professori e politicanti. Ma bisogna guardare bene, perché queste pepite vengono sepolte sotto un cumulo di inutili notizie. La scorsa settimana mentre tutti si occupavano di Crozza e del faziolizzettismo, è emersa una singolare notizia: la Mercedes, tramite la sua controllata Mercedes-Benz Financial Services Italia Spa, ha emesso 150 milioni di titoli ad interesse variabile con scadenza a 2015 con una clausola che è una mazzata in testa al montismo:  tutti i pagamenti sul bond verranno infatti effettuati in base alla leggi e alle regole del paese e nella “divisa che al momento del pagamento sara’ la divisa legale in Italia”.

Dunque il mondo degli affari reali tiene conto della possibilità di un uscita del nostro Paese dalla moneta unica. Per la verità non si tratta della prima volta in assoluto che una simile precauzione viene presa sia in Italia che in altri Paesi a rischio, in particolare in Spagna. Ma la novità, la notizia in un certo senso, è che Moody’s ha classificato questo bond nella categoria A3, dunque con ottimo voto, corrispondente a quello della casa madre, mentre la clausola di un’eventuale pagamento in una moneta nazionale e non in euro avrebbe dovuto rendere i titoli più rischiosi e meno appetibili anche tenendo conto dell’interesse variabile. Questo in parole povere vuol dire che un’eventuale uscita dalla moneta unica in favore di una divisa nazionale o di un euro di serie b (le due ipotesi in campo, ormai apertamente analizzate e discusse ovunque) non appare affatto quella tragedia che viene ipotizzata e in nome della quale si compiono ogni tipo di massacri sociali. Al contrario parrebbe quasi che ci si fidi di più di un’Italia che funzioni con una moneta più omogenea al suo sistema produttivo che non quella tenuta prigioniera dall’euro.

Ma di questo se ne parlerà dopo le elezioni tedesche di autunno. Per le elezioni italiane si preferisce parlare di nulla.