Fin dall’inizio dell’avventura del quarto polo mi è sembrato che si dovesse puntare a una decisa discontinuità col passato e dunque anche con quelle piccole elite superstiti della sinistra che erano state testimoni e protagonisti di una lunghissima e amara sconfitta. Che si dovesse ricominciare su basi nuove: dunque benvenuti gli apporti purché non fossero abbracci mortali e requisizione dei movimenti. Come si può vedere qui il senso del discorso era che nella nuova formazione, cammino, battaglia “tutti devono starci alla pari senza la pretesa di essere depositari della verità, ma con la volontà di essere custodi della speranza in una società alternativa e radicalmente differente”.
Ma sono stato evidentemente un ingenuo perché certe modalità frazioniste, certe gelosie ideologiche, l’infaticabile progettazione di torri d’avorio non regna solo nei partitini, ma anche nei movimenti. Così dopo che Ingroia si è messo a capo del movimento ecco che i “professori” numi tutelari di “Cambiare si può” tra cui Marco Revelli, Paul Ginsborg e Livio Pepino si sono dimessi perché il progetto non più quello a cui loro avevano pensato e anche perché segretari e dirigenti di Pdci, Rifondazione, Idv, Verdi tentano la candidatura in Rivoluzione civile. E poi perché Ingroia sembra aver puntato soprattutto su un programma per la giustizia e la lotta alla criminalità piuttosto che contro il liberismo.
Tutto vero per carità, nulla da eccepire. Eppure mentre si combatte la battaglia dei distinguo, il liberismo è divenuto religione di stato, si è inaugurata una stagione di straordinaria iniquità, di impoverimento generale, di assalto alla Costituzione, al welfare, ai diritti del lavoro e senza una corposa formazione di sinistra vera in Parlamento, non sarà possibile mettere alcun argine a tutto questo. Non sarà nemmeno possibile parlare al Paese, incidere sulle sue mentalità e aspettative anche in ragione di un sistema mediatico che in pratica contempla solo cinque editori di riferimento. Ora mi domando: vogliamo svegliarci una buona volta? Abbiamo la consapevolezza che chi perde il lavoro non sa che farsene dei capelli spaccati in quattro, dei parologismi di questo o di quello e in particolare di ideologi che sono col sedere al caldo? Abbiamo cognizione che milioni di giovani precari vivono senza speranze e senza futuro, ma sono privi degli strumenti per scorgere una prospettiva diversa da quella semischiavista inoculata loro per trent’anni? Abbiamo idea che altrettanti milioni di pensionati vivono praticamente in miseria senza avere alcun referente politico? Abbiamo sentito parlare dei ricatti sul lavoro sempre più soffocanti e degradanti? Cosa diciamo ai disoccupati che il professor Ginsborg non ci sta se se non può costruire esattamente ciò che aveva ideato? E i beni pubblici li difendiamo comitato per comitato?
Questa è la realtà dalla quale non si può prescindere e che ha molto più a che vedere di quanto non si pensi con un discorso sulla giustizia e le mafie in continuo contatto-contratto con lo Stato, mentre quest’ultimo continua a disdire il contratto sociale con i cittadini, diventando sempre più “privato”. Strano che nel paese di Gramsci non si abbia il minimo sospetto che è la prassi ad implicare la formazione di volontà collettive, non solo consapevolezza delle contraddizioni sociali, ma anche azione e occasione, momento: le idee sono la storia in atto e non la storia nel salotto. Che sia venuto il momento di agire e di costruire prospettive reali con l’azione è del tutto evidente: bisogna farlo prima che l’impossibilità di praticare le idee releghi il discorso politico a poco più di un soprammobile. Probabilmente, anzi certamente, ciò che c’è dentro Rivoluzione civile non è l’ideale per nessuno, ma altrettanto probabilmente non sarebbe l’ideale per nessuno che non ci fosse: cerchiamo di salvare una prospettiva e la stesso piano di azione concreto che rende possibili le differenze.
Oppure confessiamo che le nostre idee sono una forma di letteratura.
Concordo con l’articolo e con i post di Alessandr Latella; c’è più di un abisso tra RC o i Verdi e un partito di cariatidi, grumo di interessi d’ogni genere (a partire dalla Mafia e dai paramafiosi) tranne che dei cittadini come l’UDC di Casini.
Vincenza Medici
Caro Ingroia……PARLIAMO UN PO DI SICUREZZA SUL LAVORO, DI MORTI E OMICIDI SUL LAVORO! Solo se si passa da quella strada o nelle sue vicinanze si capisce cosa vuol dire. E oggi più di ieri sono tutti impegnati ad occupare poltrone e poltroncine e di Luca e Adrian (primi morti del 2013)….infatti anche i tg non ne hanno parlato. Io l’avevo scritto nella mia pagina. Io auguro solo a tutta questa gente di provare per 1 giorno cio’ che si prova quando arriva la telefonata della polizia che ti dice: – mi dispiace signora, è deceduto sul colpo – Forse qualcuno di sensibile lo troveremo ancora disposto ad occuparsi di questi maledetti OMICI SUL LAVORO, ma la maggior parte sonono sicura che continuerebbero a cercare il modo di farsi accreditare stipendi falsi nel proprio c/c. PURTROPPO CARO INGROIA IO PENSO CHE SIA UNO SCHIFO, UNO SCANDALO, UN INSULTO AGLI ITALIANI CHE LAVORANO ONESTAMENTE! e se non si decide di inserire nelle liste uomini sani, uomini che sanno cosa vuol dire lavorare come per esempio MARCO BAZZONI non si risolverà mai nulla! Vincenza Medici (presidente di OLTRE…le parole – Associazione familiari vittime sul lavoro – La Spezia)
Anche io sono a disposizione
…il problema non è che un magistrato sospenda di farlo mentre fa politica…ma che torni a farlo dopo! Per quanto ritenga Ingroia una persona onesta…non posso neanche non pensare che in certe posizioni si può far “pagare” ( Scajola docet!) torti subiti in precedenza! Si dimetta!
Mica un magistrato che scende nell’agone politico continua a fare il magistrato! E poi la legge giustamente vieta che un magistrato mentre è tale non possa ricoprire cariche pubbliche che minino la separatezza dei poteri ma se uno cessa di fare il magistrato allora no…… sennò creiamo cittadini di serie B
Sono assolutamente contrario ai magistrati in politica, appartengono a uno dei poteri dello stato e dovrebbero astenersi dar farlo visto che purtroppo la legge non glielo vieta. Negli anni non ne ho mai votato nessuno e continuerò a farlo al di là della stima che ho per qualcuno
Io una cosa la vorrei dire. Sono un pò stufo di sentire che i partiti sono il male del mondo e i movimenti e la società civile sono il meglio del meglio. Esistono partiti e partiti: Rifondazione Comunista non è certamente assimilabile all’UDC! Un partito è un collettivo politico e non è fatto solo di dirigenti che comunque, voglio ricordarlo, sono democraticamente eletti dagli iscritti. Tutti i collettivi politici hanno pari dignità ed ha ragione Eva quando dice che per dare vita a un fronte reale bisogna imparare a contaminarsi e questo dovrebbero impararlo anche i suddetti professori. Vorrei ricordare alcuni punti del decalogo di Raul Mordenti tratto dal suo libro “frammenti di un discorso politico” e dedicato alle sezioni universitarie di Democrazia Proletaria:
8)un movimento puo’ nascere senza il partito, ma il partito non ha senso senza il movimento: questo è l’elemento di superiorità del movimento rispetto al partito
8-1) Un movimento non puo’ durare senza il partito, ma il partito puo’ durare all’infinito anche senza movimento
8-2) i movimenti tuttavia non possono vincere senza il partito e, specie tra un movimento e l’altro, ne hanno disperato bisogno.
Raul in quanto riportato si riferiva ai movimenti sociali degli anni sessanta e settanta ma credo che le sue raccomandazioni possono tranquillamente essere trasposte alla questione in oggetto. In poche parole: uniti nella diversità e sempre pronti al confronto, questo è e deve essere il punto di forza di quello che si va a costruire senza ostracismi per nessuno.
@Eva: condivido i contenuti…ma partire male è già un peccato! Il cambiamento chiede regole diverse…improrogabili…per un cambiamento che non sia momentaneo, ma duraturo!
Il cambiamento vero sarebbe proprio consistito nella capacità di contaminazione del meglio delle competenze della società civile – e Gallino ne è un alto e significativo esempio – e di quelle aree della sinistra che in questi anni non hanno potuto rappresentare una minoranza consistente di cittadini.
Contaminazione non avvenuta per tanti motivi, non ultimo la fretta di celebrare la crisi, probabilmente perchè Vaticano-Monti- Casini avevano mire ben precise…
Vogliamo che quella congerie cinica di “SbranaItalia” abbia la meglio?
Intanto, come bambini che s’impuntano sulle loro pur buone ragioni, chi potrebbe contribuire davvero al civile “salvacittadini”, sta battibeccando ?
Pertanto saremmo alle solite se da un lato i rappresentanti di Cambiare si può si impermaliscono per la presenza delle forze politiche e viceversa dall’altra parte si è soddisfatti che i professori abbiano preferito la purezza dei loro progetti iniziali e si sianio ritirati…
Da queste rozzezze o dall’ostinato spaccare i capelli in 4 non esce nulla di efficace e buono.
Appena si mette il naso fuori della finestra di casa, la gente che suda e fatica vede il “deserto dei diritti” (Rodota), gli squali mai sazi, il pensiero unico dilagante…
Questa lista Rivoluzione civile è l’unica cosa reale antiliberista, antisquali e con 10 bei punti in programma.
Contaminiamoci, pasticciati ed imperfetti. Cammin facendo c’è modo di migliorarsi.
Il tempo è tragico.
Non è tempo di battibeccarsi.
Il nemico è incommensurabilmente potente… arrogante, noioso ma potente (anche perchè ha una schiera di lecchini sedicenti riformisti, democratici, con vago color rosè che cianciano un po’, poi -pur di avere uno sgabello in cui sedersi- continueranno a portare carne da macello agli squali, magari dicendo che la tornata seguente faranno ritocchi alla macelleria, ma guai a mettere in dubbio la bontà che esista il macello !)
Scusate la lungaggine…
Non so neppure, se nonostante la prolissità, sia stata un poco comprensibile…
Scusami se questa volta non concordo…perdere “quei professori, specie Gallino” è un errore…un gravissimo errore! E’ l’ennesima prova di un mancato cambiamento!