debtocracy-greciaCome hanno fatto notare solo alcuni giornali fuori dal mainstream, oggi la Grecia ha consumato il suo secondo default: ha comprato con l’approvazione ovviamente della troika i suoi stessi titoli di stato che ormai non valgono più nulla a un terzo del loro valore nominale. Naturalmente non si parla di fallimento, perché questo allarmerebbe e farebbe sorgere dei dubbi sulla sanità mentale di chi ci guida, ma è chiaro che di questo si tratta. Così con 10 miliardi del fondo di stabilità (quello che si trasfomerà in Mes ) le perdite delle banche  sono state in qualche modo limitate mentre gli hedge found  che avevano comprato  a zero mesi fa quei titoli senza valore, oggi ci fanno  un bel guadagno. Naturalmente non basta, un’altra analoga operazione è in vista e comunque il Fondo monetario internazionale fa sapere che la Grecia affondata e distrutta da questa Europa dovrà alla fine essere autorizzata a non pagare almeno i due terzi del proprio debito.

Chi ha distrutto l’economia della Grecia, chi sta infliggendo al suo popolo enormi sofferenze si vergogna di parlare di default e usa altre parole nella speranza di avere salva la coscienza o quanto meno di non apparire all’opinione pubblica del continente per quello che è. E tuttavia sembra assolutamente paralizzata dall’intreccio di interessi e di ottusità ideologica che ancora non accenna a cambiare strada e vuole applicare la medesima ricetta greca anche agli al Paesi, Italia compresa dove nel corso di quest’anno è riuscita a creare ulteriore debito, un crollo del Pil e la più grande disoccupazione di sempre.

Si possono capire gli interessi dei Paesi forti portati avanti con singolare cecità, si arrivano a vedere chiaramente le mire della finanza che ora teme di aver sbagliato la tempistica, si guarda al patetico di dispay di ideologi sul viale del tramonto o di rampanti grassatori che si è reso responsabile di tutto questo. Ma come questi figuri cercano di salvarsi l’anima eliminando la parola default dalla loro cartolina da Atene, bisogna che noi apriamo gli occhi ed eliminiamo la parola errore.Non si è trattato affatto di un errore, ma della volontà dei circoli finanziari di “ridurre la democrazia” e di Bruxelles di eliminare la concezione stessa di un’Europa solidale.

I conti della Grecia non sono una novità e non lo erano neanche due anni fa: era chiarissimo che non sarebbe stata in grado di ripagare un debito diventato enorme dal 2007 a causa delle velenose ricette imposte. Che si sarebbe dovuti arrivare a un taglio del debito era nei numeri stessi. Eppure ricordate il celebre G20 di Cannes nel quale l’Europa degli squali fece fuori Berlusconi ormai inservibile alla sua causa per la perdita di denti e il massacro del leader greco Papadopoulos per aver osato sfidare Bruxelles e la finanza lanciando un referendum  popolare sui  provvedimenti imposti dalla Ue? Gli fu fatta rimangiare la consultazione popolare e si costrinse la Grecia a nuove elezioni. Ci sarebbe da chiedersi perché, vista la situazione ormai compromessa. Sapete, mica nella convinzione vera che ulteriori sacrifici avrebbero potuto portare a un miglioramento: dopotutto non sono così cretini, anche se davvero non brillano. Quel diktat europeo fu imposto proprio per evitare che il popolo greco si pronunciasse e che autonomamente decidesse di tagliare parte dell’impagabile debito.

Infatti gli stessi cravattari di Cannes adesso consentono – sempre privilegiando banche e speculatori – il taglio del debito. L’importante è che questo avvenga col loro permesso e nei modi nei quali più conviene loro, ma senza che i popoli possano metterci bocca e scegliere il ,loro futuro. E’ la cosa che conta di più per l’Europa “democratica” dei Rompuy, Barroso, Merkel, Rehn e quant’altri. Ma sono proprio loro, questi fallimentari scampoli che dobbiamo ridurre, prima che riducano definitivamente la democrazia.