Ci sarebbe da chiedersi dove sia finito il cattolicesimo sociale, in quale terreno carsico della storia sia scomparso, risucchiato dall’affarismo delle gerarchie e dalla loro longa manus politica. Di fatto nel mezzo della crisi e del declino dalla Chiesa è venuto solo la tacita o esplicita approvazione dei diktat finanziari e la contemporanea pretesa di salvaguardare esenzioni e privilegi fiscali, di sottrarre soldi alla scuola pubblica per darla a quella “privata”, di mantenere le numerose e anacronistiche prebende con cui succhiano soldi come un’idrovora. Sanno come fare, hanno una millenaria esperienza in questo.
Niente partecipazione ai sacrifici e, a fronte di opere assistenziali che valgono una minima parte del ricco raccolto complessivo, anzi si è assistito a un compunto silenzio di approvazione dei massacri “necessari”, spalmati di opportuna ipocrisia predicatoria. E il silenzio è stato ripagato con il silenzio tombale nel quale sono finiti anche i timidi annunci di una revisione delle esenzioni. Però c’è di peggio in Paesi che stanno peggio: la chiesa ortodossa nella Grecia dove i malati di cancro non possono essere più curati, continua a ricevere dallo stato quasi 300 milioni di euro l’anno per il solo stipendio dei 9000 preti, continua a pretendere che lo stato paghi la loro formazione, possiede enormi proprietà immobiliari e terriere di cui non c’è un censimento preciso, ma su cui paga paga poco più di un milione l’anno, l’unica tassa alla quale è sottoposta, detiene il 15% della banca nazionale greca con relativo alto prelato nel consiglio di amministrazione, “possiede” un piccolo partito politico integralista, il Laos situato all’estrema destra e, dulcis in fundo, ha persino consistenti fondi in Svizzera a nome di vescovi. Ma a parte un timido tentativo di Papandreou l’anno scorso, di ridurre questi privilegi, prima della cacciata e un passaggio nel programma di Siryza, non c’è verso di far partecipare Sua Beatitudine il primate di Atene al minimo sforzo. Eppure il medesimo ha recentemente tuonato contro “l’ impoverimento morale della società, attirata solo dalla facile ricchezza e dal benessere” ed esortando alla solidarietà verso i bisognosi. Solidarietà che la chiesa ortodossa attua, ma sempre con rimborsi dello stato a piè di lista: 75 milioni nel 2011
Nemmeno l’odiata e severa troika ha mai detto nulla: eppure si tratta di somme e proprietà ingentissime che in quattro anni di crisi nera e di enormi sacrifici, avrebbero contato eccome. Si vede che la longa manus dei mercati e dei loro capitani di sventura si ferma devota sui gradini degli altari. Non certo per rispetto, ma per pura convenienza: le chiese in Italia, Grecia e ovviamente in molti altri Paesi, hanno finito per diventare parte rilevante del disegno di narcosi popolare. Non è questione di fede, spesso ridotta a tradizione o a appartenenza e nemmeno di oppio dei popoli: è che più sono le “autorità” cui ci si deve ribellare, più è difficile che questo accada. La sociologia – per essere sintetici – distingue nell’ambito di ciò che potremmo chiamare ormai solo grosso modo democrazia, due tipi di autorità: quella “promotrice” (tipo rapporto maestro -discepolo) che può essere facilmente contestata quando l’autorità non è più riconosciuta come autorevole ed è il caso di politici, governi, salvatori, guru, economisti e classi dirigenti in generale. Dunque di fronte a una realtà diversa rispetto alla narrazione mediatica ci può essere facilmente la rottura del rapporto e dunque la contrapposizione. Esiste però anche un tipo di autorità detta “inibitoria” o irrazionale nella quale si estrinsecano pulsioni prepolitiche, condizionamenti infantili, interiorizzazioni precoci: in questo caso il rapporto non è più critico e mobile, ma è molto più rigido e solo in una minoranza dei casi porta ad un’aperta contrapposizione.
In ogni caso è abbastanza ovvio che le chiese sono rappresentanti di un’autorità di tipo irrazionale che si salda oltretutto a radicate posizioni di potere la cui gestione è un ulteriore motivo di consenso (vedi ad esempio il caso clamoroso delle obiezioni sull’aborto) o comunque di inibizione a uno scontro aperto. Per questo il ruolo delle gerarchie religiose è divenuto importante nel disegno di “riduzione della democrazia” della nuova destra liberista, come già del resto preconizzava Hayek nel dopoguerra, divenendo così il profeta di complemento di molto cattolicesimo reazionario, Udc compreso. Dunque il tacere delle chiese o il loro assentire, ancorché in contrasto con la stessa fede che propongono, diventa un elemento di vischiosità della protesta, l’attenua, la circoscrive, ne spezza la volontà di azione. Insieme alla gestione della paura e all’incertezza è uno degli elementi meno evidenti, ma più importanti per contenere la protesta e la possibilità che l’operazione sfugga di mano. Ecco perché nonostante l’enorme insensibilità della Chiesa ortodossa le contestazioni dei greci sono state assai più blande di quelle contro i governi mentre la stessa cosa sostanzialmente accade da noi e in Spagna. Questo nonostante il fatto che l’equità fiscale sia al margine di quell’area psicologica in cui si esercita, l’autorità inibitoria delle gerarchie.
Del resto i privilegi mantenuti oggi e quelli intuibili domani sono i trenta denari con cui la finanza acquista l’assenso e la benedizione, l’obolo per una vendita di indulgenze necessarie al mercato.
No, e’ che il commento è uscito subito, il codicillo, non usciva. Salute. LS.
Se qualcuno voleva farsi notare c’è riuscito.
Scusate, avevo dimenticato di inserire il mio nome nel commento precedente
Pardon. Il commento precedente è a firma Luca Schieppati.
Sorry, non ho firmato. Il commento precedente è di Luca Schieppati.
E’ abbastanza divertente, questo articolo, che denota una profondissima conoscenza del mondo ortodosso.
Molto divertente, perché ignora completamente il fatto che le chiese nazionali d’Oriente (Grecia compresa) hanno, al loro interno, un membro designato dallo Stato. Insomma, è più il controllo della Chiesa sullo Stato, o il contrario? Sono due strutture quanto meno commiste.
Fa abbastanza ridere, dicevo, perché parte dal presupposto che la Chiesa Greca Ortotdossa sia un’ente che è sciolta da legami con lo Stato Greco (mentre, di fatto, è l’opposto), ne valuta perniciosamente le conseguenze, e fa un transfert con la situazione italiana, lasciando intendere che sia come in Grecia.
Vabbé.
Passiamo all’Italia. Se, invece di parlare per luoghi comuni o tramite notizie lette su giornali ostili o massoni o comunque politicizzati, si mettesse il proprio nasino in una o più chiese (non per pregare, ma per ascoltare qualche discorso), si sentirebbe qualcosa di ben differente da quello raccontato qui riguardo crisi e chi l’ha causata e cosa vada cambiato. Ci si accorgerebbe che c’è una certa necessità di rinnovamento interno. Ci si accorgerebbe che c’è una forte richeista di impegno sociale e politico per combattere il vuoto morale della “dittatura del rendiconto finanziario” che è alla base della crisi, che è stata cercata e voluta da grandi gruppi. Se si ha la pazienza di leggere tra le righe, si capisce molto bene che la critica all’eccessiva importanza della finanza è rivolta anche all’interno della Chiesa stessa. D’altronde, non si può servire a due padroni o Dio o il danaro (Mt, 6, 24).
Ho ben idea di chi sia infastidito dalla Chiesa, e non sono certo i nemici di Bilderberg.
Saluti.
Reblogged this on barbatustirolese.
in aggiunta, il parallelo fra stati in crisi e presenza della chiesa, ha un valore speculativo pari a zero, io potrei dire ad esempio che gli stati in crisi del sud europa sono quelli in cui fà più caldo, quelli in cui si mangia meglio, o quelli in cui la corruzione è a livelli più elevati, o dove è maggiore il fenomeno dell’immigrazione irregolare, sono tutte affermazioni non contestabili, ma nessuna può essere ritenuta attinente al problema o per lo meno non esiste un nesso di causalità diretto e dimostrabile fra i due fatti…
vorrà dire che i nuovi poveri di tutte le città non andranno più a sfamarsi alla mensa dei preti o delle suore, e i derelitti non avranno un tetto negli edifici gestiti dai religiosi, ma entrambe usufruiranno delle splendide opportunità offerte dall’opera assistenziale statale… in aggiunta, visto che le famiglie degli studenti pagano regolari tasse anche per la spesa scolastica statale, penso di essere autorizzato a poter scegliere un tipo di istruzione diversa da quella statale, ed almeno non mi si venga a dire che il servizio statale è carente per colpa di chi non ne usufruisce, dopo averlo pure pagato… in alternativa, chiudiamo pure le scuole private, e lo stato per fornire l’istruzione scolastica a centinaia di migliaia di ragazzi in più, dovrà costruire una quantità mostruosa di edifici scolastici che ora non ha, dovrà reclutare decine di migliaia di insegnanti che ora non ha, e via discorrendo… il che significherà tasse alle stelle… volete tagliare i contributi alla scuola privata??? nessun problema, fate pure, senza le scuole private li restituirete decuplicati sotto forma di tasse… ed ora, lamentatevi pure dei rimborsi dello stato alla chiesa, vorrà dire che chiederemo di defalcare dalle tasse gli importi dei servizi di cui non usufruiamo…
libera chiesa in libero stato, specialmente oggi che le chiese sono tante e tutte con i loro bisogni fisiologici di chi le gestisce.
Via le mani di questi rapaci dalle buste paga degli operai
(in quale programma di partito compare questo grande principio di civiltà?)
io cerco di essere cristiano e ammetto che ci vorrebbe un M5S all’interno della chiesa, un ritorno a san francesco… un ritorno alle origini
Concordo pienamente con i commenti lasciati fin qui….sarebbe il caso di un gran ripulisti, ma come dicono le scritture…per chi ci crede e il vaticano dovrebbe in teoria conoscerle bene, a breve il VATICANO cadrà e sarà distrutto con tutto ciò che vi è all’interno e che lo circonda…spero accada IERI!”
Guardacaso i paesi in odore di default sono proprio quelli cristiani (cattolici e ortodossi). In Europa i cattolicissimi Spagna Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia. E gli allocchi continuano a sostenere e difendere queste che sono dei veri e propri centri di potere criminale a cominciare dal Vaticano….
Sua santità Benedetto XVI lo stanno ancora aspettando in un tribunale texano, dove fu chiamato per rispondre del gravissimo crimine di favoreggiamento alla pedofilia. …..Ma questa è solo la punta di un gigantesco iceberg…
Non c’è da commentare.
Ci sarebbe da agire.
Per esempio per quanto riguarda il Belpaese, un blog come il vostro potrebbe pubblicare dati su questo cancro dell’affarismo vaticano ai danni dello stato, ai danni nostri…
Così emergerebbero oltre alle cifre, nomi e cognomi di chi al governo chiude tutti e due gli occhi…se non addirittura partecipa a spartirsi indirettamente ciò che vine succhiato ai cittadini.
Informare con dati concreti è una via lunga, ma democratica e civile perchè le cose cambino.