Molte volte su questo blog è stato detto da me o da Anna Lombroso che il potere è asessuato e che il compiacimento di genere quando qualche donna raggiunge posizioni di vertice, non può prescindere da un giudizio sul singolo personaggio e sul suo ruolo. Quando s’incontra uno squalo affamato nessuno si chiede se sia maschio o femmina e nel mondo umano spesso è anche peggio perché se è vero che una donna deve fare doppia fatica per affermarsi è anche vero che le donne che arrivano a posizioni di vertice tra i poteri forti devono dimostrare di essere il doppio più dure degli uomini. Gli esempi di Lagarde, Marcegaglia e Merkel che hanno riportato indietro l’orologio dei diritti, colpendo con maggior vigore proprio le donne senza tenere in alcun conto il loro “svantaggio”, è un esempio di chiarezza cristallina.
Certo questo accade perché siamo dentro a una società ancora maschile, perché la selezione avviene con questi criteri, perché il liberismo cerca di instillare la divisione dei diritti e di sfruttare a proprio vantaggio anche le battaglie di genere, talvolta agendo sottobanco, talvolta facendone oggetto di volgari pretesti. E’ quanto accaduto ieri con la banchiera docente Elsa Fornero, costretta per pura formalità ad incontrare la delegazione del forum dei giovani, un ensemble di incerta natura, ma tendente al bocconismo. Ma anche questo era irritante per la neoministra, così non appena ha visto che nella delegazione non c’erano donne ha subito trovato una via d’uscita dall’imbarazzo di doversi confrontare e com’è tipico dei professorini di scarsa vaglia e se n’è andata: «Se neanche i giovani hanno la consapevolezza che il contributo delle donne deve essere valorizzato – avrebbe detto – non si riesce ad andare da nessuna parte. Questo è un atteggiamento culturalmente sbagliato». Elsa dixit.
Io trovo culturalmente sbagliato che questi atteggiamenti siano presi da chi accinge ad aumentare di due anni l’età pensionabile delle donne e di chi si prepara a colpire in particolare le donne con il calcolo contributivo della pensione. Perché sono proprio le donne ad essere più colpite dal lavoro nero, senza diritti e sono esposte ad ogni tipo di ricatto. Anzi a dire la verità trovo questo atteggiamento rivoltante, ma forse è perché ho lo stomaco debole e i rospi non li so baciare con il trasporto necessario e con la dovuta ipocrisia. Questa fuga di fronte ai giovani con la scusa della mancanza di presenze femminili è solo uno squallido pretesto, una vera presa in giro delle donne.
E’ proprio vero, tira più un pelo sullo stomaco che una coppia di buoi.
La questione starà anche nei termini da te posta, ma per la prima volta dopo il clima d’osteria e di bar dello sport c’è una squadra di uomini sobri che annuncia le misure della manovra ai cittadini prima ancora che in parlamento. Per quanto riguarda la Fornero preferisco essere presa in giro più alla sua maniera che non da una Carfagna seduta in parlamento per essere stata una velina, dopo aver puntato sul suo aspetto fisico con Lupi che gli doveva scrivere tutto dall’a alla z ricompensato poi con un bancomat naturale.Non mi aspetto niente da questo Governo tecnico proposto, anche per volere di una Germania che rivuole indietro i soldi prestati.Certamente sarebbe ilcaso di cominciare a parlare di riforma elettorale ed eleggere uomini preparati e non nani e ballerine.
confermo: io renderei la prima parte dell’articolo 3 della costituzione ancora più semplice:
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione.
Ciao Alberto,
volevo fare alcune riflessioni dopo aver letto il tuo pezzo. La prima è riferita al fatto che le donne quando arrivano al potere siano più dure degli uomini perchè fanno più fatica ad arrivare e quindi devono introiettare ed esercitare modelli di potere più estremi di quellid egli uomini. L?hio sentita per anni questa tesi, e mi è sempre parsa uno stereotipo. L’abuso di potere o l’esercizio arbitrario del potere lo accettiamo dagli uomini come fosse una legge di natura mentre ci scandalizza di più se lo esercita con abuso e arbitrio una donna: non siamo abituati al potere delle donne, è un eccezione, e quindi finisce inevitabilmente col colpirci di più. E ci pare di sentire odorino di zolfo e di vedere scope volanti. Mi ricordo tempo fa di un giornalista che commentava quanto fosse dura a algida la Clinton…mai sentito alcun commento analogo fatto da un uomo, anzi, la freddezza era rassicurante sintomo di “razionalità” e maschio distacco…(stereotipi)
Riguardo alla Fornero è indubbiamente vero che l’atteggiamento della ministra sia biforcuto ma trovo più grave che nel gruppo del Forum dei giovani non fosse presente nemmeno una donna; reazioni della Fornero a parte quali sono le nostre reazioni davanti a questo dato che ci rivela quanto di negativo sta avvenendo nei confronti delle donne nelle generazioni più giovani, ovvero che la nostra è una società che non vuole dare spazio alle donne, che si sta imponendo un ruolo tradizionale alle donne e mentre celebriamo i soliti 25 novembre, la violenza alle donne si impenna, non solo quella all’interno delle relazioni familiari; il dato che si sia passati da 85 donne morte ammazzate nel 2005 alle 127 del 2010 (donne vittime della prostituzione escluse e ancora fra l’altro mi domando perchè non ne vengano raccolti i dati) ma quella sociale e quella culturale. E mentre si regredisce , mi pare, aumenta il fastidio da parte di uomini ma soprattutto (ahimè questo si) da parte delle donne, anche quelle giovani, nei confronti di tutti quei movimenti anche in rete che portano all’attenzione della società italiana le problematiche delle donne.
Riguardo alle quote rosa, che non ritengo questione centrale ma una delle tante azioni da fare, da sempre sono favorevole, e l’ho spiegato più di una volta. Non comprendo affatto la preoccupazione e lo scrupolo che con le quote rosa, ci siano donne che accedano a ruoli o ad incarichi non in base alla meritocrazia reale ma solo in base all’appartenenza di genere, e non ci si preoccupi dello status quo, ovvero che ci siano uomini che in barba alla meritocrazia raggiungano posizioni ed incarichi di resposabilità a svantaggio di donne meritevoli, per il solo fatto dell’appartenenza al genere maschile. Si rifiutano con sdegno le quote rosa ma non ci si indigna per la prassi delle quote azzurre..rispetto a questo che cosa vogliamo fare? Quante generazioni di donne preparate e in gamba dovranno trovarsi messe all’angolo perchè fanno figli, o perchè non appartengono al genere maschile? Quanto tempo si vuole ancora continuare a chiedere alle donne, quanta pazienza, quanto sacrificio? Ci scandalizza e quindi lo stigmatizziamo, l’esercizio arbitrario del potere da parte delle donne ma non il sacrificio e l’emarginazione delle donne, o le loro rinunce, non ancora, non abbastanza, la questione femminile oggi più che mai in Italia è questione di nicchia, marginale, a latere, non centrale, non fondamentale..questo è il nocciolo della questione a mio parere (naturalmente)
Parole sante. Odio quote rosa e simili puttanate ancora una volta ghettizzanti nei fatti. Abbiamo abbondanti esempi di donne ai vertici che si sono mostrate peggio/uguali agli uomini; una per tutte Margaret Thatcher, ma anche l’Italia ha simili poco incoraggianti esempi, tra cui quelli citati