Guardando La 7 ieri sera quando Mentana ha espresso il dubbio che la retromarcia di TiMedia su Santoro possa essere attribuito a pressioni esterne, mi sono chiesto una cosa, ho voluto fare un esperimento mentale. E se domani l’azienda impazzisse e dicesse, sì, vero, abbiamo ricevuto minacce di ritorsioni sulla Telecom da un misterioso gruppo di potere che ha sede a Palazzo Grazioli, Mentana cosa farebbe?
E cosa farebbero tutti quelli che tentano di nascondere un conflitto di interesse inaccettabile e corrotto? Quelli che minimizzano o che glissano? E cosa farebbe l’opposizione dopo il primo comunicato di indignazione?
Il fatto è che non farebbero nulla, non succederebbe niente: qualche giorno di maretta e poi tutto ritornerebbe come prima. Lo stesso Mentana, che per un quindicennio è stato nel fulcro del conflitto, minimizzandolo e affidando alla sua coscienza la garanzia di un’ indipendenza impossibile anche se simulata con professionalità, sarebbe il primo a lasciar perdere.
Ormai ci siamo talmente abituati alla prepotenza, all’ingiustizia e al furto di democrazia e d’informazione che ogni nuovo inquietante evento non è che una fitta: poi passa. Ci stiamo abituando anche all’indignazione e lo sanno bene proprio quelli che giorno per giorno hanno mitridatizzato l’opinione pubblica.
Non so davvero come si possa pensare che il padrone dell’informazione lasci che una rete concorrente prenda il largo o che certe voci ossessivamente combattute tornino a parlare. Che questa non sia una società di ricatti. Non si può far finta che i metodi e le prassi di Silvio ci siano sconosciuti o siano solo un fatto degli ultimi tempi, che gli editti bulgari non siano esistiti assieme ai loro esecutori. Non si può far credere di aver guardato dall’altra parte per 15 anni e soprattutto non ci si può indignare per l’indignazione che si è collaborato a spegnere.
Quando Mussolini arrivò al potere era sostenuto da gruppi economici e poteri forti, compreso anche il mondo dell’editoria e quindi dei giornalisti, che si preoccuparono di allinearsi alle tesi del fascismo. Ci vollero gli americani per tirarci fuori dalle secche di un regime che non se ne sarebbe mai andato grazie ad oppositori e uomini stanchi di sopportare tanti soprusi. La stessa cosa la stiamo vivendo oggi. Anche se le tecniche di assoggettare la nazione sono al passo con i tempi, pur tuttavia le modalità sono sempre le stesse.Se ci fossero giornalisti, responsabili, che amano il loro mestiere e si battono per affermare la verità, per quanto scomoda essa sia, molte cose non si verificherebbero e la gramigna non si sarebbe così estesa da soffocare qualsiasi tipo di seme viene piantato nel terreno. Si compra tutto. E’ tutto un libero mercato e anche le professioni non sono esenti da simili meccanismi. Ci vuole un intervento esterno per disinfestare il terreno,noi non abbiamo la capacità di mettere alle corde i soffocatori del libero pensiero. Se ci fosse uno scatto d’orgoglio la prima cosa che rivendicheremmo sarebbero trasmissioni come quelle di Anno Zero e faremmo di tutto per mantenerle in Rai togliendola dalle mani di faccendieri e speculatori politici che pensano solo a sfasciare ciò che nel tempo è stato conquistato.E invece?…..
Quello che l’immoralità e la cultura mafiosa del Cavaliere ha causato al nostro Paese è indicibile….Non solo per i vantaggi economici e di potere
dei quali è riuscito ad impadronirsi in questi anni (salvandosi da un fallimento e diventando uno dei più ricchi al mondo), ma…soprattutto per
il pesante degrado morale e culturale nel quale ha fatto slittare l’Italia….
Parlate di assuefazione …di subalterna accettazione alle sue violenze?…
Questa è la deriva che il popolo bue assume quando si adegua per pigrizia, per pusillanimità, alla droga della decadenza culturale e morale.
Questo è il maggior danno causato dal gran ruffiano, pifferaio, che guida
il Paese e che il popolo non riesce a capire…Il nostro futuro è più in pericolo che mai…per questa ragione in particolare…
Si però Mentana non può cadere dalle nuvole. soprattutto quando su quelle nuvole c’è stato una vita.
Mentana o chiunque altro possono fare ben poco. Il problema non è tanto quello che sta sotto gli occhi di tutti (quando Berlusconi esce fuori di testa e inizia a sparare editti bulgari o anatemi contro i giornali e le tv “in mano alla sinistra”) ma quello che non vedremo mai e che possiamo solo immaginare grazie a ciò che si scopre durante le indagini sulla loggia massonica di turno. Il clima nel quale viviamo ci costringe a respirare un’aria pesante. Mentana è un giornalista famoso e comunque può sopportare periodi anche lunghi di standby, Santoro ha preso una buonuscita che, nella peggiore delle ipotesi, consentirebbe di vivere di rendita a lui e ai suoi figli e nipoti, ma i giornalisti e le altre persone, costrette dalle loro occupazioni precarie a fare i salti mortali per sbarcare il lunario, come diavolo fanno a tenere la schiena dritta? Affitto e bollette, come fanno a pagare? Ecco perché “qualche giorno di maretta” e poi torna il silenzio. Un regime di gerontocrati e di sedicenti imprenditori che, per salvare se stessi, hanno fatto trionfare la paura nei confronti del futuro e anche delle proprie idee.