Se possiamo dire una cosa certa sul passato recente è che il quarantennio democristiano è stata un’incubatrice di cretini in tutti i campi, el siglo de oro delle mezze calzette. Il vaglio con cui è stata selezionata la classe dirigente in una società modernizzata, ma non moderna sembra essere stato montato al contrario in maniera da far passare il grosso e respingere il fine.
L’immobilità sociale delle famiglie che si trasmettono il potere o le situazione agiate, ha fatto sinergia con una mobilità rappresentata non dalle forze del lavoro e del sapere, ma da mediocri scalpitanti, disponibili a tutto, gente dotata di qualità ricercate: servilismo, pelo sullo stomaco, modestia intellettuale, assenza di idee non monetizzabili. Era la gente giusta per la politica levantina che sarebbe subentrata a vent’anni dal dopoguerra, dopo lo slancio della ricostruzione e della lotta contro il fascismo.
Così, nella fenomenologia dello spirito italiano, finalmente confluito dentro il berlusconismo, erede e motore di tutto, troviamo questa classe dirigente non più acquattata in galleria, ma in prima fila. Così troviamo la Moratti, finalmente rivelatasi per ciò che è, un’incompetente cotonata e maligna, ma anche un tal Fabio Garagnani, onorevole pidiellino che propone una norma per sospendere i docenti che fanno propaganda politica o ideologica.
Ora, anche lasciando perdere la libertà di insegnamento garantita dalla Costituzione e la propaganda partitica, cosa significa propaganda ideologica? Che non bisogna contraddire l’ideologia dominante? Perchè se così fosse si tratterebbe tout court di propaganda politica attuata per sottrazione di insegnamento. Oppure l’onorevole Garagnani ritiene che tutto il sapere sia per così dire neutro e che non sia dentro una qualche ideologia o una qualche Weltanschauug? Perché anche questa è un’ideologia, anzi l’ideologia del potere per eccellenza.
Testimoniare dell’esistenza di un tal Marx, come la vede Garagnani? E come si dovrà spiegare il plus valore, che informo l’onorevole è il cuore della teoria marxiana dell’economia e non l’assenza di ricevuta fiscale? E del nazismo sarà concesso dire che forse ha esagerato un po’? Di Keynes come parliamo, sentiamo prima Tremonti? E di Kant, chiediamo prima a Ferrara?
Temo che Garagnani, divenuto membro della commissione cultura della Camera da ex mezze maniche della Camera di commercio di Bologna, non si aggiri in questi problemi con lo stesso agio con cui conosce le misure precise della tagliatella. Essendo nato all’estrema periferia della città addosso gli è rimasto il grasso, ma non il dotto. Così qualcuno potrebbe pensare che ci creda pure in quello che dice.
Ma si può essere inconsapevolmente tonti e lucidamente furbi: è chiaro che si tratta di un provvedimento teso a creare paura dentro una categoria che ostinatamente resiste alla vacuità dei Garagnani e dei suoi padroni.
Per cui di fronte alle proterve lamentazioni del povero onorevole non rimane che da dire qualcosa che è in grado di comprendere e che i bolognesi conoscono bene… di ben so, fantesma… Eh quando ci vuole, ci vuole.
L’espressione deriva dalla frase di un ignoto spettatore che assisteva all’esibizione di un medium in un teatro bolognese alla fine dell’Ottocento. Invitato a fare domande a uno spettro la cui presenza era testimoniata da lamenti evidentemente prodotti dietro le quinte, gli venne in mente di schernire il medium chiedendo “di ben so fantesma l’et mai tolta in dal …? dove la parola mancante è di tre lettere e tolta ha un significato esattamente contrario a quello dell’italiano. Secondo altri la frase sarebbe stata pronunciata durante una rappresentazione dell’Amleto allestita dalla compagnia di Alfredo Testoni. Poiché la comparsa del fantasma del re era accompagnata da un’interminabile serie di lamenti che parevano un po’ equivoci, si alzò uno dalla platea per dire la frase. Qualunque sia la verità, la
cosa fu in qualche modo ripresa anni dopo da Petrolini. Ma nel frattempo era diventata un modo dire bolognese.
Perchè adesso i coglioni li devono anche selezionare? A me sembra che sia diventato il formato standard! Come prendi prendi, prendi sempre ….un coglione.
Siccome io sono abruzzese, l’espressione bolognese mi è rimasta un po’ oscura….
grande!!! la mettiamo assieme a quello della lega che ha fatto un’interrogazione parlamentare contro una preside di una scuola elementare dove è stato letto ol diario di Anna franck versione completa. Cioè completa della descrizione delle parti intime della bambina di 13 anni che scopre la sua sessualità.
Poi c’è anche il leghista che non vuole che ci si baci in prima serata.
Ma secondo me fanno una selezione di coglioni e li prendono apposta
Sempre istruttivo l’Alberto… specie poi se tocca la sua Emilia Romagna… ne ha per quelli che fanno i saputelli…
purtroppo non è un fatesma… voleva che si togliessero anche le bandiere della pace dai balconi delle case di Bologna