Viviamo nel paese delle meraviglie. E purtroppo Alice siamo noi. Ci svegliamo e scopriamo che nella notte la Lega ha subito una mutazione umanitaria ed è contraria all’intervento diretto dei nostri  aerei in Libia. Fino alla sera prima era tutto un fiorire di mitragliatrici e di bombe con cui questi capitan fracassa volevano fermare l’invasione dei migranti. Oggi hanno messo dei fiori nei loro cannoni.

Davvero straordinario: per la Lega la vita delle persone, la loro dignità, la solidarietà stessa  ha un valore diverso rispetto alla dislocazione geografica: sotto un certo parallelo va preservata dalle bombe, ma appena sopra non vale più un soldo. Anzi la stessa gente va possibilmente annientata perché non crei disturbo.

Certo qualcosa dovevano dire per mascherare la pessima figura fatta dal governo e dai loro ministri nel gestire la situazione. E si sa  che per il partito della paura, niente è meglio che fare la voce grossa, esagerare, mostrarsi cattivo, tanto è solo un gioco elettorale. Ma questo non toglie che i malumori leghisti per l’intervento italiano diretto non hanno nulla a che vedere con considerazioni umanitarie. Non sono apparentabili con cio che dice Gino Strada.

Anzi sono tutto il contrario: ciò che teme la Lega è che con la fine del regime dittatoriale in Libia venga meno anche il muro con il Sahara, magari con annesse torture. Per questo fine  hanno fatto pappa e ciccia con Gheddafi e si sentono orfani ora che il dittatore, intervento italiano o meno è messo alle corde. Non gli interessa nulla della democrazia e dei futuri assetti libici: a loro interessano solo gli sbarchi. E nemmeno si rendono conto che tutta il nord africa sta cambiando e i loro muri colonnello o non colonnello, sono  già ampiamente sbrecciati.

Non hanno la minima idea che le strategie per contenere l’immigrazione dovranno essere d’ora in poi molto diverse, non riescono a scollegare la pancia e non possono nemmeno farla staccare al loro elettorato.

Così abbiamo un paradossale caso di xenofobia pacifista che sul piano etico vale zero e su quello della politica estera meno di zero. Ma appunto siamo dietro lo specchio, con coniglio Bossi e il cappellaio matto.