In un Paese deprivato di intelligenza e di senso del futuro, ormai annegato dentro le compravendite e le squallide astuzie, c’era da spettarselo un diversivo sul nucleare. Per giorni la casta politica si è rifiutata di vedere cosa succedeva a Fukushima e ha continuato ottusamente a difendere il suo piano nucleare mentre tutto il mondo s’interrogava. Ma adesso, dopo aver consultato i sondaggi negativi, viene fuori la moratoria di un anno.

Ci possiamo davvero aspettare che la Prestigiacomo, il ministro che aveva chiamato avvoltoi quelli che  s’interrogavano sul nucleare dopo il disastro giapponese, abbia davvero avuto un ripensamento, cosa per la quale del resto occorrerebbe avere anche un pensiero ? O che l’ex imprenditore del porno telefonico, al secolo il ministro Romani, sia stato folgorato sulla via di Damasco? O chi aveva già le mani in pasta negli affari delle centrali, stia davvero meditando?

Mavalà direbbe il noto avvocato. La moratoria non è che l’ultima ipocrisia, l’ultima menzogna per tentare di depotenziare il referendum sul nucleare. Il tentativo bugiardo e disperato di impedire il raggiungimento del quorum, rimandando la questione, facendola apparire più lontana nel tempo, quindi meno urgente, dissipando un po’ di emotività. E dando l’impressione di chissà quale nuovo interesse alla sicurezza.

Ma ormai dovremmo conoscerli: i loro ripensamenti sono ancora più falsi dei loro pensieri.