Roberta Corradini per il Simplicissimus

Trento. Leggo con sorpresa e preoccupazione la locandina della serata “8 marzo, festa di chi?”.
Effettivamente me lo chiedo anch’io, poiché l’incontro è organizzato da “Il popolo della libertà”, “Giovane Italia” e “Ultima Thule” (Thule è considerato il luogo originario della saggezza ariana, ndr).
L’incipit della lettera accompagnatoria recita “Cari/e amici/che”: mi dispiace osservare che, nemmeno in occasione di una festa come questa, sia stata data la precedenza alle donne, ma poi penso che l’esempio offerto dai moderni cavalieri è decisamente peggiore, così proseguo la lettura un po’ più indulgente e sorvolo sull’ossimoro “relatori donne”.
Non riesco, tuttavia, a evitare qualche considerazione sulla conclusione “CertI di trovarvi interessatI…”: il posticcio tentativo iniziale di parità di genere è crollato immediatamente.
La mia sorpresa, ma anche la mia preoccupazione, è dovuta però al fatto che ospiti della serata sono Margherita Cogo, Donata Borgonovo Re, Grazia Francescatti, tre donne di sinistra che hanno promosso e sottoscritto la lettera invito alla manifestazione “Se non ora quando?” e che sono scese in piazza lo scorso 13 febbraio.
Ieri femmiste, oggi moraliste… e domani? Inesperte caratteriste? Sprovvedute clacchiste? Trasformiste o semplicemente presenzialiste?