L’ho sentito per la prima volta in treno circa 16 anni fa e l’ho sentito l’ultima volta dalla Merkel, qualche settimana fa. L’alfa e l’omega di un ritornello: aiutiamoli nei loro Paesi per non farli venire qui. E’ uno di quegli esempi di falsa saggezza e di razionalità succedanea dai quali siamo stati bombardati da almeno tre decenni. Una saggezza che era tuttavia solo una menzogna.
Perché non solo aiutarli là avrebbe significato risorse che nessuno era disposto a mettere in campo se non in minima parte. Ma soprattutto perché in quel là vago e bugiardo si aiutavano solo i personaggi che garantivano il controllo delle risorse, senza alcun rispetto per le popolazioni. E certo non importava che fossero democratici, nemmeno che fossero pazzi e sanguinari, che uccidessero e torturassero, purché obbedissero.
Solo uno sgarro giustificava l’emergere improvviso ed ipocrita di valori civili e democratici da esportare. Questa era ed è la dottrina neo conservatrice dello sfruttamento globale, quella che da noi ha subito una ancor più ignobile mutazione, passando dal piano della strategia geopolitica a quello degli affari personali.
Qualcosa alla fine non ha funzionato. Ed è significativo che Gheddafi nel suo bunker, abbi agitato assurdamente i fantasmi di Al Qaeda che fu dapprima un’invenzione degli Usa e poi un pretesto degli stessi. O lo spettro del fondamentalismo che qui proprio non c’entra nulla. E’ stato come scoprire la trama del disegno che corre al di sotto delle apparenti inimicizie.
Ora come ultima offesa ai morti del nordafrica si tentano delle operazioni gattopardesche, a distanza nel caso di Tunisia ed Egitto, con possibili interventi diretti in Libia. Ma proprio dalla quarta sponda si può capire che il vulcano non si può imbrigliare facilmente una volta cominciata l’eruzione.
E agli Usa e all’Europa conviene accorgersi per tempo che un’epoca sta tramontando. Non solo in Africa, ma soprattutto nel recinto un po’ sbreccato dello stesso occidente.
Quanto sta succedendo nel Mediterraneo impone una riflessione e mette sul tappeto dello scacchiere internazionale la necessità di una politica che tenga conto dei popoli della loro storia, della loro voglia di affermarsi come individui. Per troppo tempo zone come la Libia, la Turchia, l’Egitto sono esistiti per noi occidentali come territori ricchi di giacimenti di petrolio o gas utili per stipulare rapporti commerciali e beneficiare della ricchezza di quelle terre. Non ci si è curati molto della forma di governo se democratica o autarchica, in quanto per gli stati occidentali avere a che fare con un dittatore era preferibile e comportava meno passaggi per gli affari da stipulare. Ma a un certo punto qualcosa cambia. I numerosi giovani nel frattempo acculturati esperti nell’uso di internet hanno cominciato a cogliere le anomalie del sistema e consapevoli di quanto il mondo stia cambiando hanno cominciato a chiedere conto per migliorar la loro condizione di vita a voler beneficiare di una ricchezza che deve essere equamente distribuita. Forti delle loro idee e del desiderio di libertà oggi protestano suscitando l’ira dei monarchi e dei dittatori che fin’ora hanno retto i destini dei loro popoli.Per l’occidente avido e bisognoso di tutelare i propri interessi era come se questo stato di cose dovesse perdurare per sempre e non si sono minimamente curati di cosa si agitava nel ventre della balena. Se L’Europa avesse pensato di più ai diritti e ai doveri dei popoli invece di curarsi solo dell’aspetto economico e finanziario della comunità, i trattati sarebbero stati di ben altra natura e un dittatore come Gheddafi che spara sulla sua gente per trucidarla non avrebbe avuto l’arbitrio di uccidere. Si ha l’impressione che in questa corsa verso un capitalismo in continua ascesi nessuno si curi più della condizione umana dei popoli, delle loro necessità dei loro bisogni. Ragion per cui è arrivato il momento di riflettere e di rendersi conto che in nome di un profitto non si costruisce un bel niente e che l’accumulazione selvaggia delle ricchezze non serve a nulla se non si distribuisce equamente tra la gente.
P.S. Ho risposto in questo modo per email,prima di leggere questa riflessione. Sono stupita,in quanto coincide il pensiero