Sorpresa! Il federalismo non è passato, ma il governo va avanti lo stesso alla ricerca di una qualche marchingegno per poter salvare la faccia. Quella di Bossi che ne aveva fatto la linea del Piave e di conseguenza anche quella di “culo flaccido” ormai incollato con il vinavil quasi come Mubarak. Se solo fa la mossa di alzarsi sa che sulla poltrona di premier non torna più. Con il rischio di non tornare nemmeno più in villa.
La minaccia delle elezioni anticipate è anche per la Lega una pistola ad acqua sporca sia per i mediocri sondaggi, sia perché se volesse chiudere il rubinetto, il Berlusconi disperato non esisterebbe a sparare a zero sui 36 milioni che sono il prezzo della lealtà personale di Bossi, per non parlare dei vari maggiorenti leghisti e del loro magna magna.
Questo abbarbicarsi alle poltrone rimangiandosi le sparate reboanti e gli ultimatum da ampolla padana, è il primo vero segno di debolezza e di paura, la prima manifestazione della perdita del consenso. Adesso sarebbe il momento di non dargli tregua né in piazza né in Parlamento. E di vigilare perché dall’opposizione non gli arrivi una qualche mano santa inaspettata. Sapete c’è chi ha il vizio dei salvataggi.