Ebbene si, qualcuno ha detto fottiti a Marchionne e ha anche disegnato una stella cinque punte. Un chiaro e per ora innocuo segnale di easaperazione per i ricatti a cui sono sottoposti i lavoratori di Mirafiori, ma anche tutta quella che una volta si chiamava società civile.

Ed ecco accorrere al capezzale di Marchionne tutta la peggio politica, quella che non si sogna nemmeno di affrontare la questione capitale del lavoro, tutta sdegnata e condannosa, con le solite orribili frasi di circostanza.  Ma dico: uno che guadagna cinque milioni l’anno di stipendio e 120 milioni dalle stock option, uno che guadagna da solo più di tutti gli operai di mirafiori messi insieme e paga la metà  delle tasse di chi sta alla catena di montaggio, può benissimo affrontare il rischio di un “fottiti”. Almeno quello.

Ammesso che la scritta non sia stata vergata appositamente da qualcuno interessato a gettare ombre sulla battaglia della Fiom, ipotesi tutt’altro che lontana dalla realtà. Che faceva Bonanni quella notte?

Se poi qualcuno degli sdegnati e dei solidali teme davvero un ritorno di qualche forma di terrorismo si dovrebbe dar da fare per evitare che la situazione si esasperi invece di fare comunicati stampa. Ma è chiaro che oggi è il nababbo padrone delle ferriere che suscita attenzione e consenso.

Anche a sinistra, si capisce: “Quanto accaduto oggi a Torino è un atto gravissimo che deve essere condannato con forza”. tuona Cesare Damiano a cui la fantasia linguistica non fa un baffo. Ma su… un po’ dignità.

Del resto, ognuno ha la stella a cinque punte che si merita: per questo ceto politico va bene quella di Negroni, si quella dei salami.