
La strage dei Copti in Egitto è un’ amara bussola dell’umanità di oggi. Così come lo è l’abbandono degli Eritrei nel Sinai. Violenza e indifferenza incredibilmente coesistono, nello stesso punto, nel cuore di tenebra di questi, anni, di questo volgere del mondo.
Ma è anche una cartina di tornasole che rivela la vacuità dei messaggi della Chiesa e la loro strumentalità, il loro progressivo divenire solo questione di potere. Nei giorni scorsi avevo notato che il Vaticano mentre da noi persegue chiaramente una sua via all’integralismo, considerando nemico lo Stato laico, si appella invece al laicismo dello Stato in Egitto dove le fedi cristiane sono sparuta minoranza.
Ma c’è di più, c’è un’insincerità di fondo anche negli appelli perché l’Europa faccia qualcosa contro quelle che vengono chiamate persecuzioni. C’è una volontà di sfruttare l’integralismo islamico come leva per riappropriarsi in Occidente di un presunto primato identitario.
Fino a qualche decina di anni fa i copti erano semplicemente eretici. Ed è strano che nessuno ricordi come nel 1937 il maresciallo Graziani, per vendicarsi dell’attentato nei suoi confronti ad Addis Abeba, fece sterminare 1600 monaci copti in Etiopia, senza che dal Vaticano venisse nemmeno un fiato. Anzi qualche fiato veniva: quello dell’approvazione nei confronti dell’uomo della provvidenza e anche di queste barbarie che toglievano di mezzo una scomoda concorrenza religiosa. Oggi, con santissima ipocrisia, sempre sia lodata, si cerca di soffocare questi ricordi scomodi: forse tra qualche secolo si chiederà perdono.
Certo i tempi sono cambiati. Sono cambiati soprattutto per la progressiva marginalizzazione del cattolicesimo che non è più la prima religione, ma soprattutto non può più godere dei vantaggi di un occidente onnipotente con cui si è progressivamente identificato fino ad essere il cotè religioso del capitalismo.
Così accade, in questo grottesco intreccio, che il Vaticano tuoni perché l’Europa riconosca le proprie presunte radici cristiane, mentra dall’altro spinge perché l’Islam moderato condanni le stragi e inviti i fedeli musulmani a distinguere tra religione cristiana e Occidente.
Non rimane che pregare Santa Incoerenza che assieme a San Ottopermille, è la patrona del Vaticano.
Capisco che un sacerdote si senta in dovere di difendere il Vaticano, anche se a mio giudizio è un testimone assai più veritiero della fede di quanto non lo siano le alte gerachie, Sarà anche vero che vi furono proteste ufficiali, ma di queste non si ha traccia né nelle documentazioni dello stato italiano, né sui giornali.
Tuttavia mi sento di poterle dire che nell’Italia degli anni 30 non esiste traccia di una qualche contrarietà pubblica nei confronti della guerra etiopica, né tanto meno del regime. Anzi vi sono documentazioni scritte e in audio oltre report giornalistici in senso esattamente contrario.
Come lei forse sa padre, gli unici attriti che si determinarono in quegli anni tra il Vaticano e il fascismo riguardò le organizzazioni giovanili quando il regime tentò di soffocare quelle cattoliche.
Se ce qualcuno che ha condannato quelle stragi dal 1935 – 1941 e stata la chiesa cattolica sia in loco il vescovo di Harer nel sud dell’Etiopia che protesto formalmente in nome della chiesa cattolica, anche il Papa che era già contrario all…’invasione d’Etiopia critico il regime, rifiuto anche la richiesta del regime di cacciare fuori dal vaticano il gruppo di monaci etiopi eritrei che vivevanno presso il Pontificio Collegio Etiopico. Questi monaci e preti etiopi eritrei vivono in Vaticano dal 1481 da quando il Papa Sisto IV ha messo a loro disposizione la Chiesa di Santo Stefano degli Abissini, con l’annesso ospizio per i pellegrini, poi trasformato nel 1919 dal Papa Benedetto XV in Pontificio Collegio Etiopico, tutto ora vivono preti etiopi eritrei in Vaticano, compreso il sottoscritto. Quindi acusare il Vaticano di silenzio su quelle stragi non corisponde al vero, coso come non corisponde alla verita storica il rapporto con i copti in etiopia, ci sono molte lettere scritti dai diversi regnati d’Etiopia al Papa, fino ad essere accolti in vaticano a vivere, nessun altro popolo africano, nessun altra chiesa d’Oriente risiede in Vaticano solo l’Etiopi ed Eritrei.
Caro Alessandro il 10 per cento è una piccola minoranza. Quanto ai salti nel tempo, certo quando non fa comodo si parla di fantascienza. Mi fa orrore questa cattiva coscienza che non affronta mai i problemi ma li marginalizza. Specchiati in quello che dici con il futile orgoglio delle non idee.
capisco che ormai in rete ci va tutto ma…sparare puttanate a caso per pura polemica antivaticana ha poco a che fare con la “notizia”. Un 10% della popolazione egiziana non mi pare tanto “sparuto” e poi che c’entra Graziani? Siamo seri…i salti nel tempo lasciamoli alla fantascienza!