C’è una domanda che mi faccio sulle firme false di Formigoni o su quelle dei “pensionati” che hanno permesso l’elezione di Cota in Piemonte: come mai questi che pretendono di rappresentare la volontà popolare, non sono poi in grado di raccogliere qualche migliaio di firme vere per presentarsi alle elezioni?
Al di là dell’inganno che non mi stupisce di certo, visti i personaggi e del vero e proprio broglio elettorale che si realizza con queste falsificazioni, non c’è qualcosa che non funziona? Come se prima di diventare una “merce elettorale” pubblicizzabile, spottizzabile, vendibile nei più diversi modi, solo pochi siano disposti a metterci la firma?
Non ho risposte a questo interrogativo se non quella della passività sempre più evidente che attraversa il corpo elettorale, il numero sempre maggiore di chi sceglie senza credere o crede senza scegliere. Per cui le schiere di unti a vario titolo dal piccolo comune a quello della nazione non sono altro che espressione dell’involontarietà popolare.