La delegazione della Farnesina ha visitato i tre volontari italiani di Emergency, prigionieri di Karzai e dell’Isaf. E dopo un’ora di colloquio  ha detto che “sono in buone condizioni”.

Alle volte la verità viene fuori dai particolari:”sono in buone condizioni” non è la frase che abbiamo sentito mille volte in occasione di sequestri da parte di bande criminali o terroristi? Non è scontato che gli arrestati da un governo che si dichiara democratico e amico , che aiutiamo con finanziamenti e truppe, non avrebbero motivo di  temere particolari pericoli?

Dovrebbe  essere scontato, ma in realtà non lo è affatto. E la delegazione del ministero degli Esteri si è lasciata involontariamente scappare la drammatica verità: i tre di Emergency sono vittime di un meccanismi, menzogne e obiettivi che non hanno nulla da invidiare al terrorismo, che ne imitano le modalità, la mentalità, l’animus, anche se pretendono di essere l’esatto contrario.

Dunque se sono  “in buone condizioni” è già un fatto eccezionale. Del resto il riscatto è già stato pagato: la scomparsa di Emergency. Briganti e terroristi non amano i testimoni.