Adele Cappelli per il Simplicissimus

Come in un rebus, dall’etimologia delle parole può emergere il senso di questo evento.

Rete: parola che all’origine indicava un “arnese di filo o fune fatto a maglia” per prendere animali, ma che poi oltre ai significati metaforici, estensione e collegamento, è diventato sinonimo di inganno ed insidia per modi di dire come “cadere nella rete” in riferimento alla tela del ragno. La rete è, nel suo uso mediatico, strettamente connessa all’etere, termine con il quale, sempre metaforicamente, si intende possibilità illimitata. Altri significati di etere (dal latino ÆTER, greco AITH-ÈR da AĺTH-Ô) riportano poi a ardere, bruciare, splendere, come anche (AĺTH-RA) a cielo sereno, come pure materia del fuoco, sostanza sottilissima ed immutabile, diffusa sopra la sfera dell’aria, capace di accendersi per contatto; oltre che essere anche l’aria considerata più alta e più pura, più calda e splendente, perché vicina al sole e all’empireo.

L’informazione già da tempo non viaggia più sui canali tradizionali. RaiPerUnaNotte, sarà seguita, per la maggior parte da chi ha già questa consapevolezza, ma tutto questo rumore attorno all’evento, potrà magari sollecitare, quanti seguono soltanto alcuni canali televisivi, a non credere sempre e solo a quanto ascoltano, ma a riflettere un po’ di più prima di prendere per vera ogni cosa, in una parola, in un sogno, sollecitare ad usare la propria testa.

Nell’appello per la creazione di “punti d’ascolto collettivi piccoli o grandi ovunque sia possibile” qualche cosa che sa di antico, di collettivo per chi ne ha memoria o, per altri ironicamente, di visione condivisa, con successivo dibattito, della Corazzata Potëmkin con il ragionier Fantozzi. Questa, invece, potrebbe essere una vecchia-nuova strada, necessaria da ri-percorre per due fondamentali motivi. Il primo nel tentativo di ri-coinvolgere seriamente con intelligenza e passione, con la ragione e con il cuore, le persone su temi sociali vitali, attraverso scambio e partecipazione, l’altro per ricordare, a chi già la utilizza, che la rete è “soltanto” uno straordinario mezzo che ha anche bisogno di una condivisione fatta di carne.

Centrale allora non è più soltanto Il Fatto-Santoro (lo capiranno i seguaci di Mr.B?) anche se la questione censura resta inconfutabile. L’importanza dell’evento va ben oltre l’episodio o il personaggio pubblico ma è, piuttosto, il riconoscimento italiano al livello mediatico generalista, della rete non più come entità astratta o realtà esclusiva di una sparuta collettività un po’ suonata, genialoide ed insonne!

Nel mondo, ben più importanti battaglie si sono consumate via etere, come su Twitter gli scontri in Iran o le immagini on line della protesta pacifica dei monaci buddisti contro il governo cinese e tanto altro, che sarà scritto nei libri di storia, è stato visto in rete e riportato, nel migliore dei casi, solo parzialmente dai più noti sistemi d’informazione. Nel nostro Paese, invece, da domani qualcuno si sveglierà un po’ più consapevole delle potenzialità di questi strumenti “soltanto grazie” ad un Presidente del Consiglio truccato come un pupazzetto dozzinale, al suo governo ed a un giornalista orgoglioso, narciso e battagliero. Di certo meglio questa sveglia che rimanere per sempre addormentati.