Nadia Somma per Il Simplicissimus
Arriva l’8 marzo con le consuete ritualità nei festeggiamenti di una giornata dedicata alla festa della donna. Mazzi di mimose, cene con le amiche, e iniziative istituzionali e di associazioni femminili con convegni o tavole rotonde sulla differenza di genere. Si parla, leggo dai pieghevoli e inviti delle inziative per l’8 marzo che mi arrivano, delle conquiste delle donne. Ma ho un flash: è come commemorare la Resistenza partigiana con i fascisti in casa.
Perché dire il vero c’è poco da festeggiare e da star allegre. L’indagine svolta dal World Economic Forum sul gap gender, pubblicata nell’autunno scorso, denuncia un Italia in netto arretramento rispetto ai Paesi Europei. In un indagine condotta su 134 Paesi, l’Italia scivola al 72° posto per quanti riguarda la disparità tra i sessi, dopo Vietnam, Romania, Paraguay (ma è prima della Tanzania!). Fanalino di coda anche di Paesi da noi considerati del terzo Mondo. L’indice su partecipazione e opportunità nell’economia collocano il nostro Paese al 96° posto, mentre si attesta al 116° posto per la disparità dei salari tra donne e e al 91° per i redditi delle donne che in Italia sono la metà di quelli degli uomini. Ultime le donne italiane anche come rappresentanza nel Parlamento Europeo, e terzultime in Europa per presenza nel Parlamento Nazionale.
Un altro aspetto preoccupante è che le donne italiane dopo aver avuto figli sono in netto svantaggio rispetto alle donne europee nel percorso di reinserimento nel mondo del lavoro per non parlare dei contratti a gestione separata dell’Inps che pur concedendo alle lavoratrici cinque mesi di congedo per maternità, non tutelano dal rischio di perdere il lavoro dopo la maternità. Il lavoro è sempre stata la via privilegiata per le donne per la conquista di autonomia e di libertà; il loro indebolimento economico, il peso che avrà il precariato nella libera scelta della maternità, il rischio di una maggiore esposizione a molestie o ricatti sessuali sul posto di lavoro, l’impoverimento che sta colpendo la società e che aumenterà il rischio di violenza, non sono oggetto di preoccupazione, né di confronto e discussione; sono argomenti affrontati con tiepida rassegnazione.
In compenso si parla molto dell’immagine della donna nei mass media.
L’argomento è importante, documentari come Il corpo delle donne di Lorella Zanzardo, o iniziative come la raccolta di firme contro il modo in cui i media e la pubblicità rappresentano le donne sono iniziative di tutto rispetto. Ma non è che le donne in Italia stiano confondendo l’effetto con la causa? Nell’era del berlusconismo la realtà virtuale e l’ immagine ci vengono imposte mascherando la cruda realtà, e non rischiamo anche noi di essere risucchiate nel mondo virtuale combattendo una battaglia per una immagine, una rappresentazione che sia migliore, o per noi accettabile? Ma che dire delle donne che vivono la realtà vera, e che dovranno affrontare queste problematiche negli anni a venire. Sarà sufficiente ottenere dai Media una immagine migliore? Perché una volta spenta la televisione, internet, o accartocciati i giornali, resterà sempre la realtà da affrontare. Non finiremo noi della generazione che pur ha raccolto i frutti delle conquiste del movimento delle donne per consegnare alle nostre figlie monumenti alle conquiste e ai diritti che furono?
xy…..non avevo ancora letto il tuo commento…..davvero originale, chi rompe le palle….non so, di parità non si sente più parlare, almeno nei ternini in cui ti sei espresso, da secoli, ed è palese che chi non sa gestire l’essere uomo-maschio sei tu, non avresti avuto una reazione così violenta, saresti ed emaneresti più serenità. Ciao.
@xy
Ho un’unica osservazione. Quando alludevo ai fascisti in casa non intendevo gli uomini, né intendevo alludere alle partigiane donne, ma ho adoperato un linguaggio figurato per sottolineare la situazione paradossale di celebrare conquiste, in una situazione di generale arretramento e peggioramento della condizione delle donne, in Italia.
Era solo una……………………….metafora!
Nadia Somma
@Xy
Un unica osservazione: quando alludevo ai fascisti…non intendevo né alludevo agli uomini…intendevo alludere alla situazione di arretramento a cui stiamo andando incontro noi donne, dati alla mano. Era solo una…….metafora. (sic!)
… che palle ragazzi, ma per quanto si potrà andare avanti a sopportarle??
ma sentite che paragone usa questa: “è come commemorare la Resistenza partigiana con i fascisti in casa”
per chi non avesse ben inteso loro sono (sarebbero) le partigiane, paladine della libertà e del sogno per un futuro radioso e privo di ingiustizie, mentre noi siamo (saremmo) i fascisti oppressori e violenti.
francamente non si può più reggere tanta ipocrisia!!
allora, queste paladine denigrano e criticano aspramente il vituperato modello maschile, se non che …
1) avete mai sentito amiche che parlano di sesso tra loro?? bene gli scaricatori portuali o i manovali edili al loro contronto sembrano studenti modelli usciti da oxford;
2) vi siete mai confrontati con un gruppo di lavoro formato solo da donne?? sembra che si siano perse in mezzo al deserto senza gps. nessuna direzione, nessuna decisione, un mondo infinito di bla bla senza nessuna ipotesi di risultato;
3) voi avete mai capito cosa vogliono veramente le donne?? devi essere dolce, romantico, sognatore perche le devi colpire al cuore e portarle (metaforicamente) la luna, le stelle e tutto l’universo conosciuto e non … ma bada, che devi essere anche solido e concreto, perchè poi loro di un “vaccone” buono a niente con la testa tra le nuvole e che non dia loro sicurezza non lo volgiono vedere nemmeno in cartolina. devi essere dolce e carino, ma anche solido e concreto. devi essere presente, ma non devi essere appiccicoso. devi farle le coccole, ma devi anche essere duro e deciso. devi voler fare sesso, ma devi anche accettare i loro numerosi “no dai stasera solo coccole”. devi farle le coccole, ma poi ti senti dire “ma sbattimi come un tappeto” …
insomma io penso che continuare a trincerarsi dietro il presunto vittimismo non vi faccia troppo onore.
in italia siamo dietro al Paraguay??
bene, allora trasferitivi là e andate a vedere se state meglio!!
la parità l’avete richiesta, sbandierata e pretesa voi, il fatto è che non la sapete conquistare, gestire e proporre!
in conclusione, quindi, basta rompere le palle!!
Non c’è molto da aggiungere, hai detto tutto Nadia. grazie
grande presidente…..sono inequivocabilmente orgogliosa di te.
annagiù