Dal nostro corrispondente
Nonostante le grandi difficoltà in cui versa il Paese eurasiatico si nota un certo risveglio letterario. Il premio Streganska, il più ambito del Paese, si appresta a incoronare un nuovo e singolare poeta i cui versi, intrisi di impegno civile e di umanità, sono tuttavia scritti nel dialetto Varezom, usato solo nel remoto distretto montano di Polentaja Taragnaja.
Molti parlano di una rivelazione, di un vero e proprio caso perché il poeta, Boss Dement, non è un giovane, ma anzi un signore piuttosto in là con gli anni e che finora non aveva mai mostrato interessi e ambizioni letterarie, se si esclude un saggetto giovanile dal titolo “Duro come il pane secco”.
La giuria però sembra essere stata affascinata dalla potenza e freschezza dei versi di Dement, nonostante i non pochi problemi di traduzione dovuti anche al fatto che lo stesso autore si era scordato della lingua in cui aveva scritto anni prima e quelli a cui leggeva i suoi versi fingevano soltanto di conoscerla. Chi per cortesia, chi per ipocrisia. Un fatto questo del tutto inedito nella letteratura mondiale e che è stato considerato come un fatto sperimentale, d’avanguardia, insomma.
Ma questo è il Kretinistan, a volte sorprendente a volte proprio solo Kretinistan. In ogni caso una pubblica lettura di queste poesie è già stata organizzata grazie anche ai buoni uffici di quello che è considerato il massimo poeta della nazione, Bondì Mott.
Abbiamo il piacere di presentare ai nostri lettori una poesia della raccolta, il cui titolo originale è Honny soit qui Malpensa, ed è una specie di manifesto della nostalgia e insieme programma esistenziale e politico.
Sacar
hinn i bosch.
E i praa
E ra nosta acqua
E or vent
E ra fioca
Sacar
hinn i radis.
E ra nosta lengua.
Nanca tucc i ges dor mond.
Nanca or Papa.
Varan mè on bachet da nisciora.
O un cipì d’usell.
O na rongia d’acqua.
Fregia me ‘biss
E mò tacan cor ciar
a s’cepà or bosch
dra Malpensa.
Mò or lapà
i travesiment,
i religion,
hinn musuràa.
Van via i camios,
mè scorbatt,
co ra nosta storia.
E varzom i occ ar ciel.
Con ra pagura de trooà
un gran bus de sora
a nunch.
E moll mè na pisava
a va in giro a crepà
ur Tisin
I singoli versi sono spesso intraducibili, ma nel complesso l’ode canta il paesaggio di una zona chiamata Malpensa, la sacralizza e dice che persino una frasca di questo paradiso terrestre vale più del mondo intero. Qualcosa che solo Dement poteva pensare.
vorrei anche sottolineare la raffinata intuizione onomatopeica: quel suono catarroso che, a partire dal primo verso, pervade l'intera ode (si ha subito l'impressione di essere colpiti dallo sputacchio) Fiorella
Ieri ho studiato dettagliatamente la tarapia tapioco come se fossi Antani con la supercazzola prematura con scappellamento a destra. Domani mi applico a questo poema. Grazie, Capece, lei sì che è capace!Michele
Come alcuni di voi sanno, io scrivo i saggi del No-Bel C.Magrit, poi li lascio firmare a lui e io pubblico solo le interviste…quindi ho una certa qual pratica nello scoprire i veri talenti…beh devo dire che sono stupefatta della pregnanza lessicale, del rovello sentimentale ed emotivo nascosto sotto il velo di astruse allegorie, dalla padronanza sul mezzo espressivo che viene declinato con audacia visionaria… Insomma non UNA rivelazione, ma LA rivelazione! (RadioMaria)
Resto estasiata innanzi a tale magnificenza poetica! Non conosco la precedente produzione del Sommo, assai curiosa di aver il privilegio di leggere pure il saggetto giovanile di cui tu, sì generosamente, fornisci indicazione sul titolo. Son così pigra, nel ricercare i talentuosi, che devo ringraziarti per questa perla che dona il Dement a noi porci, di Kretinistan terra abitanti, piangenti e dolenti, oh valle di lacrime…Lui e il Bondì Matt, non sol a colazione, ma a pranzo e cena per saziarci invero di sublimazione estrema, senza cerca peli se non in bocca dei cantori: ahimè, or che meglio guardo, è quanto rimasto alle labbra appese dal gran leccare…Tanto gentili e tanto bravi paionoI cantor nostri, quando noi li confrontiamo Con altri, che così peggio non poton fare…