Rosella Roselli per il Simplicissimus
Roma, un interno in via Caravaggio, tempo variabile fuori, -1 gradi dentro.
Si sta peggio nelle miniere di sale, o sui tetti, o in cassa integrazione, o disoccupati. Non c’è alcun dubbio. Ma non è una buona ragione per la quale noi, privilegiati, col posto fisso e una pensione (sempre più bassa!) in cui sperare, dobbiamo svolgere il nostro lavoro in condizioni sempre più precarie. Alla Regione Lazio, secondo una politica consolidata da anni, piace far mangiare tutti, ma proprio tutti. Anche chi non ne avrebbe bisogno, squali come Caltagirone ed Armellini, che gestiscono enormi patrimoni immobiliari. Di cui fanno parte alcuni stabili che danno ospitalità a sedi regionali distaccate, come la mia. Per quel che è dato sapere, la completa responsabilità nella gestione della manutenzione ordinaria e straordinaria degli stabili è affidata alle proprietà, con l’uico tramite, fra questa e l’amministrazione regionale, del “nostro” ufficio tecnico che fa capo all’Assessorato al Demanio ( e Patrimonio e Poilitiche del personale, e non so più che altro).
Da quando sono qui, circa otto anni, ho constatato il progressivo abbassamento dello standard di sicurezza, di igiene, di decoro delle nostre condizioni di lavoro, trecento persone circa allocate in due palazzine gemelle di vetro e cemento in cui non è garantito il riscaldamento, la pulizia, la qualità e il costo del cibo, l’incolumità dei dipendenti che come me trascorrono qui molte ore al giorno, lavorando per altri cittadini. Ho denunciato l’amministrazione regionale per questo, con un esposto alla ASL e al Commissariato di Pubblica Sicurezza competente per territorio, chiedendo una verifica delle condizioni stabilite dai contratti stipulati fra le due parti, delle competenze e responsabilità del nostro ufficio tecnico, dell’applicazione delle leggi in materia di sicurezza, deglli appalti con cui sono stati assegnati la gestione della mensa e delle pulizie.
Ne discuterò oggi col Dirigente del Commissariato, dopo aver per correttezza comunicato allla segreteria dell’Assessore Scalia che l’esposto da me presentato ( e di cui è a conoscenza) sta avendo il suo seguito. Si muore nei cantieri, si muore anche negli uffici, rinunciando ai propri diritti e al proprio decoro, lavorando in condizioni spesso imbarazzanti, nella sporcizia, nella disorganizzazione. Si muore nell’indifferenza di un’amministrazione che non riesce a salvaguardare i propri dipendenti, le legittime richieste di questi ultimi a lavorare in ambienti meno disumani. Si muore senza garanzie, assistendo allo scippo giornaliero di piccoli e grandi diritti conquistati in anni di lotte. Si muore di rassegnazione, di inanità, di vergogna, ai confini dell’Impero.
e nella vostra incazzatura solenne e infreddolita… chattate. Alla faccia del cazzo di chi vi paga.
Non so che dire!!!! approvo completamente tutto quello che dici, anche perchè a stento riesco a scrivere sulla tastiera vista la giornata freddissima e da questa mattina che io, come te, sto gelando dentro questi uffici!!!!!! e che ne dici di parlare anche di quelli che all'interno della nostra Amministrazione sono figli e quelli che sono figliastri???? tu sai bene di che parlo. I miei complimenti a te persona a cui ho sempre dato la mia stima e oggi rinnovo con grande entusiasmo.
Hai fatto bene a protestare, ho condiviso il tuo posi sulla mia bacheca.Non se ne può più dei dilettanti che gestiscono male o addirittura in malafede la cosa pubblica e poi si aspettano acquiescenza e mansuetudine dalle persone che danneggiano con la loro incapacità e trascuratezza. Filippo C.
Sono quelle denunce, quelle testimonianze che fa bene leggere. Aspettiamo anche noi con te, la certificazione ufficiale di ciò che tu e i tuoi colleghi avete già verificato. La dignità e il decoro non solo del lavoro, ma anche del luogo dove si presta, per non perdere noi stessi (mi ci includo anche io, pur essendo dipendente di una ditta privata), la propria dignità e il proprio decoro. Grazie di questa pagina e di averci dato l'oppurtunità di leggerla.
Grazie Rosella per la tua testimonianza, molto importante, difficilmente i lavoratori oggi hanno il coraggio come te di denunciare le loro condizioni lavorative, la mancanza di quei diritti sul lavoro che sono costati anni di lotte, anni di lotte da rifare Rosella, perchè i lavoratori in generale hanno paura di denunciare, sono sotto ricatto, hanno paura, paura di perdere il poco o tanto lavoro che hanno. Parlare in ora di pausa con una rappresentante sindale mi è costato il posto di lavoro(se vogliamo chiamarlo così), un lavoro da precaria non pagato! Mi sembra di aver capito che tu lavori in un posto pubblico, oggi così bersagliato da Brunetta, nel privato non sempre è possibile muoversi come stai facendo tu e se hai un contratto a tempo determinato e stai pur tramquilla, puoi essere la donna più in gamba sul lavoro, non ti rinnoveranno il contratto se ti va bene e ti faranno pagare a suon di mobbing ciò che hai fatto i giorni che ti restano. Se non sei un quadro poi o non hai una specializzazione sei finito. La mia non è una visione pessimistica, è vero ci sono tante persone che hanno ancora il lavoro, so bene che anche per loro non ci sono garanzie. Si muore dentro e fuori Rosella, senza dignità, nella disumanità più totale dei rapporti, un tempo uno straccio di rapporto col tuo collega lo potevi avere, oggi no, calpestare e mobbizzare fà tendenza! Ed è scomodo dirlo, pensa ho siscusso su FB con persone di sinistra o quel barlume di sinistra che è rimasto e non credevano che fosse così, io spiegavo loro che…..era inutile, forse fuori dalle meccaniche del lavoro da anni o molto più probabile, persone che hanno ottenuto un posto di lavoro senza guadagnarselo.Vorrei linkare il tuo articolo sulla mia pagina FB, posso? Grazie per ciò che hai scritto. Roberta Aquilini.