I giornali di oggi e le televisioni di ieri non hanno mancato di darci una quotidiana dose di ottimismo, la nostra droga, il metadone di Stato: il debito delle famiglie italiane ha superato 500 miliardi di euro, ma si mantiene molto al di sotto di quello di altri Paesi comparabili, Germania, Francia, Inghilterra, Spagna. Così che mentre si sfascia il tessuto civile, c’è almeno qualche motivo di speranza e di rassicurazione. Naturalmente i dati, presi dall’ennesima ricerca della Cgia di Mestre, sono esatti e con le loro belle cifre in fila ci dicono che siamo i migliori della classe in Europa. 
Si tratta però di una presa per il sedere, il dato fondamentale è stato tenuto gelosamente nascosto:  l’indebitamento delle famiglie italiane cresce a un ritmo vertiginoso, molto più che nel resto del continente dove le cifre erano già molto alte dieci anni fa. Anzi in Gran Bretagna, a moneta stabile, è persino diminuito, mentre dappertutto la dinamica di crescita si è praticamente arrestata: tranne che da noi. Inoltre si tace un altro fondamentale parametro che è il rapporto tra reddito familiare ed indebitamento che è pure significativo , visto che in quattro anni è passati dal 34% al 58%, mentre quello medio europeo nello stesso periodo è passato dal 90% al 98% . 
Nel 2002 l’indebitamento per famiglia era di 6000 euro, nel 2007 di 15800  e oggi di 21270, praticamente quadruplicato. 
Ma oggi fa comodo dire che siamo i più bravi, perchè la regia dell’informazione che si trova dalle parti di Palazzo Grazioli, impone che si tacciano le verità scomode e si pasticcino i dati per far vedere che stiamo benissimo. Si fabbrica il pollo di Trilussa che però è solo nell’immaginazione.
Ancora l’anno scorso “Il Sole 24 ore” poteva permettersi di scrivere: “Negli ultimi cinque anni, il tasso di crescita dell’indebitamento delle famiglie in Italia è stato trai più rapidi d’Europa, il tasso di crescita annuo in Italia è salito da circa il 10% nel 2002 a un tasso medio del 18% tra il 2003 e il 2006, davanti a tutte le altre principali nazioni europee.  L’Italia deve iniziare quindi a prendere in considerazione misure per fronteggiare il problema delle inevitabili vittime di un’espansione del credito al consumo in un contesto di economie locali sempre più volatili.”
Ma adesso che siamo in perido di amore e dopo che il Sole stesso ha premiato i suoi padroni politici e finanziari, non c’è più l’elementare libertà di dire le cose come stanno e non ce n’è nemmeno la voglia e la dignità. Tremonti si prepara a salassare i ceti più in difficoltà ed aiutare i ricchi con le due aliquote: dire che siamo nella merda sarebbe disdicevole. E infatti la Cgia conclude trionfale: “i nostri conti pubblici continuano a peggiorare ma, fortunatamente, i livelli di risparmio privato sono molto elevati e le quote di indebitamento delle famiglie italiane molto contenute”.
Davvero l’unica fabbrica che non chiude mai è quella che produce le prese per il culo.