Dal nostro corrispondente
Le prime nevi dell’inverno hanno messo in crisi le ferrovie del Kretinistan, creando un surreale contrasto tra l’informazione ufficiale e la realtà. Nelle stazioni campeggia la foto del premier Kretin One col berretto da ferroviere, ma la cosa non ha aiutato TreniKretini, la società che gestisce il trasporto: il materiale rotabile vecchio, la disorganizzazione. l’incompetenza e l’arroganza della dirigenza hanno causato blocchi dovunque proprio nel periodo di festività più sentita. Il Tg One, massimo organo di informazione televisiva e, come si deduce dal nome, fedelissimo portavoce del premier, ha tempestato gli ascoltatori dicendo che le cose comunque andavano meglio che nelle Repubbliche confinanti. Ma la propaganda si è ritorta contro i suoi ideatori quando si è saputo che i treni provenienti dalla Grande Tomania, viaggiavano perfettamente in orario sulla stessa rete ferroviaria del Kretinistan, mentre i convogli nazionali erano in tilt.
Nonostante il disastro giungono notizie che danno la misura del disagio civile del Paese. Un disabile è stato sbattuto giù da un treno perchè non era stato in grado di fare il biglietto in stazione. Ha tentato di pagare al momento del controllo, ma è stato volgarmente offeso dal personale che non riusciva a comprendere la situazione. E chi tra i passeggeri, ha osato protestare è stato segnalato alla temibile KS, la kretinoskaja sbirroskaja. Le regole sono ferree quando si tratta di pagare, ma non esistono quando si tratta di onorare il servizio. Fino a quando la popolazione sopporterà tutto questo? L’ufficio stampa delle ferrovie, interrogato in merito ha riferito le parole dei massimi responsabili di Treni Kretini: “siamo già così hadicappati noi che non possiamo anche trasportarne”.
Il disastro ferroviario, spia della fatiscenza strutturale del Paese, ha avuto anche un’inaspettata conseguenza: fra treni fermi, deviati, annullati, si sono perse le tracce del leader dell’opposizione Bani Ser, in viaggio proprio in quei giorni dalla città di Nonsodadove a quella di Nonsoperdove, la migliore stazione climatica del Kretinistan. Si ipotizza che la carrozza sia finita su un binario morto.
La tua prosa ironica e tagliente di questa odierna cronaca non riesce davvero a farmi superare il senso totale di impotenza che mi ha basita e ammutolita alla notizia letta circa il disabile sbattuto giù dal treno. Per le frecce, ricordo con immenso piacere quella di Aldo Reggiani e Loretta Goggi: era nera, ma aveva il suo perché, almeno venivano scagliate, subivano l'azione, non dovevano accettarla passivamente. Queste, alteramente rosse, le accettiamo, volenti o nolenti, gaudenti o piangenti.Bani Ser tace, Nonsoperdove pare sia la sezione seminascosta di un paesino delle colline piacentine dove lui continua a dire: "Ma sì, poi vedremo, ma non si può, ma no, non è proprio così…" (con il mio accento emiliano devo dire che ne faccio un'ottima interpretazione, assieme alla gestualità che al Bani Ser appartiene)A questo punto, potremmo ipotizzare che la colpa è del treno, che invece di portarlo alla sede della segreteria nazionale del partito di opposizione, gira intorno (a vuoto) per lasciarlo nella già citata sezione comunale. Che dirti, Alberto? Cito Pirandello? Massì… "Così è, se vi (ci) pare"…