Il mio bisnonno materno affondò con la sua nave nelle acque di fronte all’ Argentina, non dopo aver distrutto una flotta inglese al largo del Cile e tutta la flotta francese del Pacifico, nel battaglia di Papeete. La nave era l’incrociatore corazzato Von Gneisenau ( si legge Ghnaisenau, per carità), marina del Kaiser . Proveniva dalla Cina, dal porto Qingdao, dove sempre il bisnonno aveva fondato una fabbrica di birra. Racconto questa storia per esibire la mia totale laicità in vista della storia che debbo raccontare e che si svolge in acque ben più limacciose, purtroppo ai margini della tragedia di Arrigoni.
Una storia di inganni e alibi che non fa onore al Paese e alla sinistra diffusa o sedicente tale. Dunque succede che una tale Barbara Albertoni, insegnante di storia e filosofia al liceo linguistico Manzoni di Milano, viene beccata da un giornalista a fare propaganda negazionista e antisemita sul suo blog, Cloro al clero. Un blog ufficialmente anarchico, ma che di teoria anarchica ne mastica veramente poca. Un blog che parla di Faurisson e degli altri negazionisti come di gente da ascoltare con attenzione. E oggi la docente che mai si è presa la briga di andare a leggersi l’immensa documentazione scientifica sull’Olocausto, si sente vittima della “lobby sionista” e chissà, magari anche dei saggi di Sion. E dice che antisemitismo e negazionismo sono “parole grosse”, come a dire sì, ma solo un po’.
Ora nessuno come me è ferocemente avverso alle misure legali per tappare la bocca alla gente. Lo sono in nome della libertà e in nome anche del buonsenso, perché le fesserie di Faurisson e soci, ricevono non il peso, bensì il beneficio della proibizione. Invece di essere apertamente lette e contrastate, circolano sottopelle sotto forma di leggende, stuzzicano umori e tentazioni ben al di là di ciò che possono provare e anche di ciò che dicono: quello che rimane è ciò che insinuano e cioè che l’Olocausto sia un’invenzione.
Ed ecco l’arma segreta, il filosofico ragionamento: se Israele si serve dell’Olocausto come di una risorsa politica magari per negare i diritti ai Palestinesi, allora noi neghiamo l’Olocausto. Invece di farne un lievito per la pace e per diritti dei popoli, invece di imporre questo concetto anche ai governi di destra israeliani, ci si mette sullo stesso piano.
Ma finché lo fa una sedicente anarchica, poco importa. Ciò che è impressionante è il consenso che ha avuto: dalla blogger che vorrebbe resistere a un governo che racchiude umori e stupidità analoghe a queste, alla sedicente giornalista che per essere stata in Israele una volta è sicurissima che sia stato il Mossad a uccidere Arrigoni e che di fronte alle contestazioni dice: “be ma tanto tu sei ebrea”, alle migliaia di complottisti scatenati, che hanno bisogno come il berlusconismo di realtà semplici e semplificate per rarefare la realtà troppo complessa.
Così io che ritengo assolutamente giusto che ci sia uno stato palestinese, che ritengo vi sia anche un uso strumentale dell’Olocausto, mi ritrovo non a condividere delle tesi politiche, ma in realtà un razzismo sotto pelle, inconfessato e inconfessabile, un antisemitismo che si nutre delle stesse cose che dicevano i nazisti. E mi trovo a provare vergogna per certe compagnie, per questo pensiero disorientato, disperso, frustrato che non sa fare altro che prendere a prestito strumenti intellettuali (si fa per dire) dell’avversario solo per ribaltarli. E mi vergogno che il nome dell’anarchia sia messo sotto i piedi dall’ex belloccia senz’arte né parte.
Per fortuna che non sono ebreo così nessuna giornalistucola da quattro soldi o qualche razzista rosso, potrà dire che ho particolari interessi nella questione. Ecco, per evitare che si pensi a un complotto ho esordito col bisnonno. Se non hanno capito fino ad ora che l’Olocausto è di tutti o che comunque dovrebbe essere così, peggio per loro. E forse peggio per la memoria di Arrigoni e per gli stessi Palestinesi, sfruttati dagli integralisti islamici e ridotti ad alibi per l’antisemistismo occidentale.
dovete essere proprio due vecchi cessi infelici e livorosi per scrivere queste ca**ate
taiwan network lei non può essere né in buona, né in malafede, ma solo un povero, miserabile nulla.
Mi rivolgo a tutti coloro che commentando chiedono a
gran voce prove dell’esistenza dello sterminio ebraico:
Eichmann stesso,il burocrate di alto livello che si
occupo’dell’organizzazione pratica dell’Olocausto,quando venne processato in Israele non nego’ mai che lo sterminio avesse avuto luogo e non ne
minimizzo’ nemmeno mai i numeri,disse solo che non era
colpa sua ma che lui “eseguiva” degli ordini.Analoga
linea difensiva,che in sostanza non negava l’olocausto ma ne scaricava la responsabilita’,fu scelta dai gerarchi nazisti processati a Norimberga per crimini
contro l’umanita’.Dunque perche’ tutti costoro avrebbero ammesso una simile cosa se non fosse stata
vera?Chiunque abbia un minimo di nozioni giuridiche sa
che la confessione e’ la prova principe per eccellenza in un procedimento penale.Dunque se anche gli aguzzini stessi ammisero l’Olocausto,perche’ voi negazionisti in malafede lo negate?
Mr. Simplicissimum lei è un bugiardo in malafede e un diffamatore. Spero che la professoressa le chieda i danni per l’indegno massacro che lei perpetra verso la sua vita personale e la sua immagine professionale.
Con disprezzo
Vanni Rodano, Torino
Mi aspettavo un commento intriso di superbia . Perchè Finkenlstein, ebreo o meno ha poca importanza, dovrebbe avere torto? Non è un negazionista. Non sia così sicuro nell’affermare che i termini sionista o ebreo si confondono, altrimenti mi sarebbe facile giudicare negativamente il suo livello e quello dei suoi fans. Infatti non esiste una lobby ebraica, bensì sionista.
Israele è l’unico paese a cui è consentito,grazie al veto Usa ,dove certe lobbies contano , di perpetrare omicidi mirati, stragi di civili, occupazione di territori. Al contrario, in Libia si aggredisce un governo legittimo proprio per difendere i civili. Ah, dimenticavo un piccolo particolare : in Israele c’è la “democrazia” . Non si sforzi di dare giustificazioni filosofiche e di usare l’anatreptica a fronte di realtà storiche scomode per lei.
Facile inganno, roba da bambini. Dal momento che Finkelstein è ebreo se ne deduce che deve avere ragione. In realtà che alcuni ebrei la pensino diversamente dimostra semmai non la correttezza di una tesi, ma il fatto che non esiste una così terribile lobby ebraica.
Questo sarebbe del tutto evidente, se non fossimo dentro un discorso di tipo cultural razzista, dove i termini ebreo e sionista si confondono. Con buona pace della signora Albertoni che proprio gli interventi a sua difesa mi hanno in qualche modo indotto a scoprire in tutto lo scintillio della sua ambiguità, ma soprattutto della sua totale impreparazione storica sul Novecento.
Ovvio che in tempi di decadenza intellettuale anche un simile personaggio confuso e nulladicente, per riprendere un termine heideggeriano che immagino conoscerà, può avere dei fans. Naturalmente del suo livello.
Chissà perchè anche Norman Finkelstein (poco gradito in Israele ) afferma nel suo libro L’industria dell’Olocausto le stesse cose che afferma giustamente la signora Albertoni. Fosse anche lui antisemita?
Allora è in buona compagnia con Ilan Pappe e Shlomo Sand. Totale solidarietà a Barbara Albertoni.
Lo pseudo giornalista Pasqua mi ricorda un Torquemada.
Sor Simplicissimus, vada piano ad appiccicare delle etichette improprie qua e là.. Lo scrivente non è nazista, come non è marxista, come non è anarchico e nemmeno di destra o sinistra: egli è oltre tutte queste banali quanto superate classificazioni. Intanto comincia col rilevare che anche lei sull’esistenza delle camere a gas in funzione omicida, non è che ci metterebbe la mano sul fuoco e questo è già qualcosa. Tuttavia lei dice che ciò non toglie che sia comunque esistita la Soah.: Se mi spiegasse anche cosa intende esattamente con questa “Soah”, si farebbe un altro passo avanti. Dico questo in quanto nei primi 30 anni del dopo guerra, l’attuale Soah era stata definita con un termine inventato ad hoc e cioè “genocidio”. L’inventore di questo nuovo lemma, il giurista ebreo-polacco, Raphael Lemkin, gli aveva altresì assegnato questo ben definito contenuto: “ Il genocidio ha due fasi: primo, distruzione della struttura nazionale del gruppo oppresso; secondo, imposizione della struttura nazionale dell’oppressore. Questa imposizione può a sua volta, ricadere sulla popolazione oppressa a cui è stato consentito di restare, o sul suo territorio, dopo l’eliiminazione della popolazione e la colonizzazione dell’area a opera dei connazionali dell’oppressore” (Cfr. S. Power “Voci dall’inferno – L’America e l’era del genocidio” Milano 2002, pag. 77).
Il lemma “genocidio” ha dominato incontrastato fino a tutti gli anni ’70, poi improvvisamente è stato sostituito prima dal lemma “olocausto” e infine ai nostri giorni dalla Soah, e non è ancora detto che questa trafila si sia esaurita. A cosa dobbiamo questo susseguirsi di variazioni lessicali per indicare lo stesso fatto o concetto? Per quanto concerne il lemma “genocidio” la risposta è semplice e immediata. Leggendo attentamente la definizione applicata al suo lemma da Lemkin, balza subito agli occhi che tale definizione è attualmente ben più appropriata per il popolo palestinese oppresso dal 1967 dal regime d’occupazione sionista, che non per la travagliata esperienza concentrazionaria subita dagli ebrei. In ogni caso, Lemkin, tanto fece e tanto spinse che alla fine il suo lemma di configurazione giurispenalista “genocidio”, venne ufficialmente assunto dalla risoluzione 260 A (III°) del 9 dicembre 1948, intitolata appunto “Convenzione sulla prevenzione e punizione del crimine di genocidio” dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Che poi tale risoluzione non sia mai stata applicata nei confronti di Israele sussistendone, eccome!, tutti i presupposti è un altro argomento che andrebbe approfondito a parte. Posto, comunque, che gli Stati Uniti furono i primi firmatari della convenzione sul genocidio, è assai curioso che la stessa convenzione non ebbe affatto sollecita ratifica da parte del Senato statunitense. Furono, infatti, avanzate innumerevoli obiezioni da parte dei senatori statunitensi i quali, abbastanza fondatamente, temevano che una volta ratificata la convenzione, gli usa potessero un giorno o l’altro salire sul banco internazionale degli imputati per genocidio.Per prima cosa, a differenza di Norimberga, i senatori statunitensi pretesero e ottennero che la convenzione internazionale sul genocidio non avesse alcun valore retroattivo e questo non solo per il loro stranoto genocidio operato sui nativi americani, ma anche per certe leggi apertamente razziste e altamente discriminatorie nei confronti degli afroamericani e tali leggi che rimasero pienamente in vigore fino agli anni ’60: Ma i senatori statunitensi avevano anche la pretesa di sapere esattamente quando e come si configurasse un genocidio, solo in scala numerica e per quale numero o anche in semplice rapporto alla consistenza della popolazione che il genocidio avrebbe presumibilmente subito? Si arrivò perfino a contestare, ed eliminare, il movente politico per cui anche l’eliminazione fisica di centinaia di migliaia, per non dire milioni, di oppositori politici in quanto tali non sarebbero rientrati nel reato genocida. In ogni caso il Senato statunitense ratificò, dopo tutte queste ed altre puntualizzazioni, la convenzione sul genocidio nel 1987 ovvero 39 anni dopo aver sottoscritto quella stessa convenzione. Le ho portato questo lungo, ma ineludibile, esempio in quanto il lemma “genocidio” a differenza della “Soah” ha già una sua storicizzazione e pertanto se ne può trattare con maggior senso di causa per cui resto in attesa di sapere da lei le eventuali differenze sostanziali fra “genocidio” e “soah” tenuto anche conto degli argomenti anzidetti.
@Federico Vagliasindi
Proprio i post che tu indichi (e certo non mi avresti indicato quelli in cui vi fosse una qualche scoperta nuance negazionista) dimostrano però al di là di ogni dubbio che la signora Albertoni, sedicente anarchica e libertaria, è però completamente dentro una cultura di destra profonda. E le sue espressioni sono sempre burocraticamente ambigue. “Dire che l’Olocausto è “un mito fondativo” non significa negarne l’evento (che io accetto in modo ortodosso senza dubitare o interessarmi di altre spiegazioni possibili- nè personalmente, nè sul blog, nè in classe)”.
Ora a qualunque persona in buona fede e dotata di sufficiente acume non sfuggirebbe che alla signora interessa più che altro evitare conseguenze sulla sua carriera scolastica, ma che in quel accettare supinamente l’ortodossia senza farsi domande, è contenuto, in maniera chiara anche se ironica, tutta la sua empatia negazionista. Sebbene non la conosca personalmente la signora Albertoni non mi sembra una persona particolarmente brillante, ma mi accorgo che i suoi lettori lo sono ancor meno.
Caro sor o sora Morus il suo intervento a difesa della signora Albertoni credo sia molto imbarazzante per la medesima che automaticamente viene collegata agli ambienti nazisti di cui lei fa evidentemente parte. Infatti la sua stella cometa, ovvero Mattogno non è uno storico, ma un ex ufficiale dell’esercito, che scrive esclusivamente per siti antisemiti.
Al di là di tutto questo ciò che mi indigna è che si voglia surrettiziamente collegare tout court l’esistenza o l’uso delle camera a gas con la Shoa. Ma la gassificazione degli ebrei nei campi di concentramento è solo un particolare marginale dell’orrore: l’uso intensivo o “sperimentale” delle camere a gas, perfino la loro esistenza o meno, non nega affatto lo sterminio. Il tentativo di creare un rapporto di causa ed effetto tra le due cose e di dare a questa operazione una qualche veste scientifica, è rivoltante. Ed è appunto il tentativo che persegue apertamente Mattogno.
Del resto lo stesso Nolte serve di barba e capelli il suo ex ufficiale “scienziato” quando dice in Controversie: “La tesi secondo la quale non sarebbero mai state prese misure di sterminio contro ebrei, zingari, malati mentali e slavi deve essere giudicata allo stesso modo dell’affermazione che Napoleone non sarebbe mai esistito e dovrebbe passare quindi inosservata come la tipica espressione di un meschino lunatic fringe”. Per il resto mla scienza o il rigore non hanno nulla a che fare con quello che lei ritiene o non rietiene caro il mio thingum bob esquire. Questo valga anche per i negazionisti che negano di essere tali, così tanto per essere semanticamente coerenti.E incoerenti con l’umanità.
Mi pare evidente che la prof. Albertoni non sia classificabile come “nagazionista” non essendo la stessa una specifica studiosa dell’argomento in questione. Se volete proprio prendervela con un rinomato “negazionista”, ci si può sempre rivolgere ad un Carlo Mattogno che, se non altro, ha lui sì al suo attivo una immensa mole di studi concentrazionisti di alto livello scientifico tanto da essere giudicato un vero e proprio “scienziato”in materia da Ernest Nolte. Curiosamente tutti gli antinegazionisti girano alla larga da Mattogno e, chi ha provato a misurarsi con lui, ha dovuto poi battere in ritirata.Perchè non ci prova lei, sor Semplicissimus, a ribattere a qualcuna delle varie tesi di Mattogno invece di stare a sezionare e chimicare quanto scritto o meno dalla prof.? O forse anche lei, come la prof. milanese non è poi tanto ferrato sull’argomaneto si da poter validamente controbattere un volgare “negazionista” come Mattogno? La prof. Albertoni ha evidentemente letto, facendolo proprio, il libro del filosofo francese Roger Garaudy “I miti fondatori della politica israeliana”. Un ottimo libro, anche perchè strutturato in gran parte sulle stesse fonti sioniste e pertanto, da questo punto di vista, piuttosto ineccepibile. Esempio: Mosshe Dayan al Jerusalem Post del 10 agosto 1967[ cioè all’indomani della c.d. guerra dei sei giorni]:”Se si possiede la Bibbia, se ci si considera come il popolo della Bibbia, bisogna possedere tutte le terre bibliche” (ivi pag. 23)- Da parte mia le dirò francamente che mi convincerò dell’esistenza delle camere a gas ad uso sterminazionista solo quando dagli archivi vaticani uscirà un documento uno a comprovarlo, ma sembra che finora ciò non sia avvenuto. Se, infatti, in Polonia fossero state usate le camere a gas a scopo omicida, il primo Stato ad esserne informato sarebbe stato proprio il Vaticano che in Polonia, fuori e dentro i campi,aveva il maggior numero di informatori diretti e indiretti.Se lei o altri, fossero in grado di citarmi un documento coevo di fonte vaticana che tratta dell’uso omicida delle camere a gas, allora anche per me la questione sarebbe definitivamente risolta ma al momento resto in attesa che qualcuno mi possa, appunto,convincere. Per quanto concerne invece il numero di ebrei e non, che sarebbero periti in vari modi nei lager tedeschi, personalmente non considero valida altra fonte che quella ufficiale e cioè il Servizio Internazionale Ricerche (SIR) della Croce Rossa con base a Bad Arolsen,essendo questo l’ unico ufficio internazionalmente riconsciuto al rilascio delle certificazioni di permanenza o decesso nei vari lager gestiti dai tedeschi. Purtroppo, fino ad oggi, anche il SIR non ha, almeno pubblicamente, fornito alcuna cifra nè ufficiosa, nè ufficiale, sicché anche in quest’ultimo caso lascio accuratamente in sospeso ogni possibile valutazione.
IL vero muro che divideva il mondo e’ miseramente
crollato vent’anni fa sotto il peso di una rivolta
popolare dopo anni di fame,lutti e miserie
Sembra di parlare con un muro.
@Federico Vagliasindi Per rendersi conto del tenore
negazionista degli articoli della professoressa in
questione la invito a leggere con attenzione il blog
olo-dogma.myblog.it e delle teorie ivi sostenute.Su tale blog tenuto da un noto neonazista gli artcoli della professoressa sono citati come esempio da seguire
e addirittura hanno un capitolo a loro specificatamente
dedicato.Sul blog si sostiene tra l’altro che gli ebrei
ad Auschwitz non solo non venivano sterminati ma disponevano di piscine e bordelli,constati di persona.
A volte curiosamente le teorie neonaziste e quelle marxiste portano curiosamente al medesimo risultato:
l’odio nei confronti degli ebrei e’ uno di questi risultati.
Ah, quindi non intendevi scagliarti contro i Cumunisti, che hanno invaso le aule dei tribunali e ora anche quelle scolastiche, plagiando le nuove generazioni con la loro sporche ideologie, ma in generale contro tutti coloro che ritengono che si oppongono all’ordinamento razionale del mondo hegeliano e che ogni cosa sia in continuo movimento e divenire, e da questa teoria ( termine più corretto di ideologia) sono ottusi e portati al razzismo… Perdonami, ti avevo frainteso.
Ancora nessuno mi dimostra il negazionismo della prof, non esistono testimonianze dei suoi studenti e mi rendo conto di stare intasando il blog con discussioni sterili, quindi toglieró gentilmente il disturbo. A meno che non si tratti di fare il mea culpa e ammettere il torto in caso mi dimostraste quanto sostenete.
Goodbye
@Federico Vagliasindi:l’aggettivo rosso,se lei presta attenzione,e’ utilizzato solo una volta virgolettato
all’inizio del post per riferimento al titolo del pezzo
titolato “razzismo rosso”.In seguito utilizzo solo
l’aggettivo marxista per riferirmi a coloro che si rifanno alla teoria filosofica del materialismo dialettico e che da tale ideologia sono ottusi(participio passato,la aiuto onde evitare che lei si
riferisca a questo termine dicendo che e’ una parola).
In entrambi i casi i riferimenti sono appropriati nonostante il suo commento che denota,per usare parole sue,una certa maleducazione.Stia bene.
L’anonimo sono io,l’ho anche scritto. Vedi che non leggi con attenzione?
Quale articolo hai letto?
Questo? http://www.cloroalclero.com/?p=6239
Questo?http://www.cloroalclero.com/?p=6222
questo? http://www.cloroalclero.com/?p=6196
Io dico che ce n’è abbastanza per smontare pezzo per pezzo le accuse.
Inoltre,non hai risposto alla mia richiesta di trovarmi UN SOLO post in cui si neghi l’olocausto. Io aspetto.
FEDERICO VAGLIASINDI (nel caso non notassi la firma e te la prendessi con l’anonimo)
Forse allora non ci intendiamo. E non vogliamo intenderci. L’articolo l’ho letto ed è per questo che dico che la difesa è imbarazzata e ambigua. Se la signora dice: “Tantomeno avrei propugnato tesi negazioniste. Mai mi sono opposta alle celebrazioni della Shoah nel mio istituto, mai ho rifiutato di iscrivere le mie allieve a sentire la signora Segre, reduce da Auschwitz.” Cioè il fatto che non si sia opposta dimostrebbe che cosa? Come se io pretendessi di non essere considerato un fascista perché non mi oppongo apertamente alla festa della Repubblica. Questo tipo di smentite per negazione che peraltro riguarda l’attività scolastica e non il blog, sono assai poco convincenti. Però noto l’espressione “branco di sionisti”.
Per non parlare dell’inizio dell’intervista in cui per rabberciare la definizione della Shoa come mito, dice che lei intendeva mito fondativo, dunque retorico a prescindere dalla realtà. Il 4 luglio del 2007 la stessa Albertoni ci spiega cosa intende: “Nella celebrazione non è significativo il nucleo di verità. Non si vogliono “domande”, non si chiede un popolo “critico” ma un popolo che “aderisce, di adepti, appunto.” Una premessa a quello che secondo lei sarebbe Cuore di De Amicis: un modo per inculcare il mito fondativo del risorgimento.
Certo anche la Repubblica nata dalla Resistenza è un mito fondativo, quindi un mito retorico.
Ora è chiaro che questo concetto di comodo può essere agito come si vuole. Certo mettere sullo stesso piano milioni di morti che semmai dovrebbero essere un mito fondativo per la pace e l’umanità col libro Cuore, mi sembra significativo di per sé. Avendo insegnato filosofia per anni all’Università, i giochini di questo tipo li sento a naso. E il meglio che si possa dire di questa signora è che sia parecchio confusa, proprio sul piano dei valori fondamentali.
Ma se naturalmente se la signora Albertoni vuole essere il mito fondativo della confusione, dell’ambiguità e dell’ipocrisia che regnano a sinistra, non sarò certo io a negarle questo onore.
o_O come “non ha detto”?
forse ti è sfuggito questo, nella pagina di Milano di repubblica, ieri:
http://milano.repubblica.it/cronaca/2011/04/17/news/la_professoressa_del_blog_mai_negato_l_olocausto-15035601/
L’anonimo, non a caso è tale dice che ho letto con disattenzione. La tenytaria del blog non smonta affatto per pezzo proprio un bel niente, anzi l’unica sua preoccupazione, mi è sembrata che fosse quella di allontanare conseguenze sulla sua carriera scolastica. Non ha detto: non sono antisemita, non sono negazionista e non mi sono mai sognata di esserlo: volevo solo dire che…. Ha detto, dopo una sparata sulla scuola, l’unica cosa che le interessasse realmente : ” parole grosse”. Questa mi sembra esattamente un esempio di non risposta. Del resto non ci sono segreti, tutto è pubblico e si può tranquillamente controllare. Comunque una tale semplice dichiarazione può essere fatta in qualsiasi momento e dovunque. Quando la signora crederà di farla o di inviarmela, spiegando anche perché è nato l’equivoco, non avrò alcuna difficoltà a dirlo e a fare un post in questo senso. Invece non lo fa e manda avanti altri, il che non è un buon segno.
Allora se la signora è convinta
Usi le parole “rosso” e “marxista” in un modo che denota una certa ignoranza,se posso permettermi.
Un post splendido il tuo molto difficile da non condividere:i “rossi” che a parole combattono ogni forma di razzismo sono i peggiori razzisti verso chi
non la pensa come loro,verso chi si allontana dall’ortodossia della dottrina marxista.Secondo costoro
tutti i mali e i problemi dell’umanita’ si possono
ricondurre alle lobby ebraiche che governano il mondo.
Dunque eliminando Israele si eliminerebbero tutti i problemi:e per fare questo sono disposti ad inventare
risibili teoremi come quello che l’Olocausto non e’ mai
esistito,che il mossad ha ucciso Vittorio Arrigoni,che
gli americani si sono autodistrutti le torri gemelle,
che il mondo islamico e’ un mondo privo di estremisti e di fanatici.Tra poco ci diranno che gli ebrei hanno
sterminato sei milioni di tedeschi in realta’.
La professoressa in questione e’ una nota marxista che
asserisce tra l’altro,durante le lezioni,che le foibe non sono mai esistite perche’ ovviamente i compagni non
fanno queste cose.Se questi sono i professori della scuola italiana,di un prestigioso liceo come il milanese Manzoni,capirete perche’ il governo vuole impedire che i libri di storia siano infarciti di tali
stupidaggini smentite dalla storia.
Ho dimenticato di firmarmi.
Lo avrai letto,ma stando a quanto scrivi lo hai fatto con scarsa attenzione e/o con un bagaglio di preconcetti grosso come una casa.
La goffa e imbarazzata difesa dell’autrice, smonta pezzo per pezzo le accuse che gli vengono rivolte. Ti chiedo di ilnkarmi un singolo post in cui si dimostri chiaramente che questa donna è antisemita,razzista e negazionista; ti invito anche a leggere il post di chiarimento sulla differenza tra mito e mito fondativo.
Le parole usate sono “lobby sionista”,rileggi con attenzione.
Faurisson non è difeso nelle sue idee. Nell’articolo su di lui si vuole semplicemente condannare l’ottusità di chi,a confronto con una tesi che va contro un’idea consolidata,invece di contrastarla con ricerche e argomenti la contrasta con le mazzate.
Marco Pasqua,che faccia parte o no della lobby ebraica/sionista, ha estrapolato singole frasi o addirittura parole dai post di Cloro al Clero per darne un’interpretazione completamente distorta,mettendo alla gogna privatamente e professionalmente una persona. E questo,censure o no,è ignobile.
Si, io ho letto il blog e mi è bastato. Le frasi ci sono, le anche riportate Anna Lombroso in un altro post. Senza dire che il blog non è indicizzato e dunque qualsiasi post può essere cancellato o cambiato in qualsiasi momento senza che rimanga traccia dei rimaneggiamenti. Ma già quello che c’è, unito alla goffa e imbarazzata difesa del’autrice, mi pare che sia più che sufficiente a descrivere posizioni quantomeno ambigue. Qualcuno mi deve spiegare cosa c’entri Faurisson con la causa palestinese. E soprattutto con la necessità di farla trionfare e non affossare con inquietanti argomenti.
Intendiamoci come potrai vedere io non chiedo affatto censure o interventi. Però chi scrive può e deve essere giudicato per ciò che è. Credo che sia anche un suo diritto.
Non so se Marco Pasqua faccia parte di una lobby ebraica come dice la Albertoni (e l’uso di ebraico invece di sionista, la dice lunga) so però che esiste una lobby dell’Albertoni che ripete sempre le stesse cose senza affrontare minimamente ciò che è scritto o è rimasto scritto.
Qualcuno, uno solo di voi che sparate a zero su questa persona e sulle sue idee, ha provato a leggere il suo blog?
Le accuse di negazionismo sono il risultato di una campagna diffamatoria allucinante portata avanti da Marco Pasqua di repubblica, che fa uso della stessa vergognosa e disonesta semplificazione dei fatti contro cui si scaglia l’autore dell’articolo.
grazie davvero grazie anche a nome della mia personale stanchezza di difendermi per essere un po’ ebrea molto di sinistra non sionista e credo molto ragionevole…
Grazie Adriano
Documentato come sempre, hai scritto un articolo che fa invero tristemente meditare.
assurdo davvero assurdo….