Il mio bisnonno materno affondò con la sua nave nelle acque di fronte all’ Argentina, non dopo aver distrutto una flotta inglese al largo del Cile e tutta la flotta francese del Pacifico, nel battaglia di Papeete. La nave era l’incrociatore corazzato Von Gneisenau ( si legge Ghnaisenau, per carità), marina del Kaiser . Proveniva dalla Cina, dal porto Qingdao, dove sempre il bisnonno aveva fondato una fabbrica di birra. Racconto questa storia per esibire la mia totale laicità in vista della storia che debbo raccontare e che si svolge in acque ben più limacciose, purtroppo ai margini della tragedia di Arrigoni.

Una storia di inganni e alibi che non fa onore al Paese e alla sinistra diffusa o sedicente tale. Dunque succede che una tale Barbara Albertoni, insegnante di storia e filosofia al liceo linguistico Manzoni di Milano, viene beccata da un giornalista a fare propaganda negazionista e antisemita sul suo blog, Cloro al clero. Un blog ufficialmente anarchico, ma che di teoria anarchica ne mastica veramente poca. Un blog che parla di Faurisson e degli altri negazionisti come di gente da ascoltare con attenzione. E oggi la docente che mai si è presa la briga di andare a leggersi l’immensa documentazione scientifica sull’Olocausto, si sente vittima della “lobby sionista” e chissà, magari anche dei saggi di Sion. E dice che antisemitismo e negazionismo sono “parole grosse”, come a dire sì, ma solo un po’.

Ora nessuno come me è ferocemente avverso alle misure legali per tappare la bocca alla gente. Lo sono in nome della libertà e in nome anche del buonsenso, perché le fesserie di Faurisson e soci, ricevono non il peso, bensì il beneficio della proibizione. Invece di essere apertamente lette e contrastate, circolano sottopelle sotto forma di leggende, stuzzicano umori e tentazioni ben al di là di ciò che possono provare e anche di ciò che dicono: quello che rimane è ciò che insinuano e cioè che l’Olocausto sia un’invenzione.

Ed ecco l’arma segreta, il filosofico ragionamento: se Israele si serve dell’Olocausto come di una risorsa politica magari per negare i diritti ai Palestinesi, allora noi neghiamo l’Olocausto. Invece di farne un lievito per la pace e per diritti dei popoli, invece di imporre questo concetto anche ai governi di destra israeliani, ci si mette sullo stesso piano.

Ma finché lo fa una sedicente anarchica, poco importa. Ciò che è impressionante è il consenso che ha avuto: dalla blogger che vorrebbe resistere a un governo che racchiude umori e stupidità analoghe a queste, alla sedicente giornalista che per essere stata in Israele una volta è sicurissima che sia stato il Mossad a uccidere Arrigoni e che di fronte alle contestazioni dice: “be ma tanto tu sei ebrea”, alle migliaia di complottisti scatenati, che hanno bisogno come il berlusconismo di realtà semplici e semplificate per rarefare la realtà troppo complessa.

Così io che ritengo assolutamente giusto che ci sia uno stato palestinese, che ritengo vi sia anche un uso strumentale dell’Olocausto,  mi ritrovo non a condividere delle tesi politiche, ma in realtà un razzismo sotto pelle, inconfessato e inconfessabile, un antisemitismo che si nutre delle stesse cose che dicevano i nazisti. E mi trovo a provare vergogna per certe compagnie, per questo pensiero disorientato, disperso, frustrato che non sa fare altro che prendere a prestito strumenti intellettuali (si fa per dire) dell’avversario solo per ribaltarli. E mi vergogno che il nome dell’anarchia sia messo sotto i piedi dall’ex belloccia senz’arte né parte.

Per fortuna che non sono ebreo così nessuna giornalistucola da quattro soldi o qualche razzista rosso, potrà dire che ho particolari interessi nella questione. Ecco, per evitare che si pensi a un complotto ho esordito col bisnonno.  Se non hanno capito fino ad ora che l’Olocausto è di tutti o che comunque dovrebbe essere così, peggio per loro. E forse peggio per la memoria di Arrigoni e per gli stessi Palestinesi, sfruttati dagli integralisti islamici e ridotti ad alibi per l’antisemistismo occidentale.