Stanotte ho fatto un sogno. Ho sognato che all’inizio delle operazione Odissey Down in Libia,  ci fossero  ci fossero due sottosegretari del governo italiano e che non stessero lì per ragioni diplomatiche o politiche, né che fossero soli, ma diciamo accompagnati da quel materiale umano che si addensa dopo le nove di sera ad Arcore. Materiale molto, molto giovane.

Certo che i sogni sono strani perché non mi sono apparse le cene eleganti che mi sarei aspettato se fossi stato sveglio, ma grovigli coatti di corpi attuati con supremo sprezzo dell’artrite  E mi è apparsa, nella dimensione onirica, l’immagine dei due sottosegretari che scappano dagli attacchi su un fuoristrada verso il deserto. Che mentre sono sulla pista, a stento disegnata dalla sabbia più chiara, telefonano col satellitare a un tale che, mi sembra di ricordare, si chiamasse zio Ignazio, anche lui su altre piste, ma  per i fatti suoi.

E subito dopo ho visto questo zio Ignazio parlare con i servizi segreti e questi a loro volta mettersi d’accordo con un’associazione umanitaria operante nel paese di Gheddafi. Quale azione più caritatevole se non prendere un aereo di Stato per recuperare i due illustri governanti sperduti nel deserto assieme alle loro amiche? E di più affidabile di due operatori massoni?

Si così era il sogno, confuso e inquietante. Si vede che non avevo digerito bene. Del resto chi lo digerisce questo governo?