La teoria del riscaldamento antropico e catastrofico vive come un single: tiene in freezer tutti gli argomenti scaduti e li riscalda al microonde quando è il caso di rifilarli all’ospite ignaro. Questa è una straordinaria dimostrazione di come l’informazione riesca a dirigere il discorso pubblico  continuando ad usare argomenti ormai completamente sorpassati- E’ un po’ come Blinken che continua a dire che la Russia ha perso e l’Ucraina ha vito come se si fosse nella pr1ma settimana di guerra quando ancora si poteva sperare che queste illusioni potessero diventare  realtà. Ma nella faccenda del clima si utilizzano dati superati da decenni perché essi colpiscono maggiormente la fantasia delle persone e dunque sono irrinunciabili. Una tra queste storia era la più gettonata perché anche la più allarmante, ovvero la scomparsa della calotta glaciale della Groenlandia che avrebbe fatto alzare di mezzo metro il livello del mare.

Recentemente il Daily Mail pubblicato un un articolo titolo che sottolineava  l'” impatto dell’ebollizione globale “, affermando di avere foto “scioccanti” che mostrano quanto la calotta glaciale si sia sciolta durante il “mese più caldo mai registrato sulla Terra”. Naturalmente la Terra non sta “bollendo” – questo è il delirio sfrenato di quel farabutto del  segretario generale delle Nazioni Unite,  Antonio Guterres –  luglio non è stato il mese più caldo di sempre, anzi in vaste parti dell’emisfero nord è stato freschino e soprattutto non c’è lo scioglimento della calotta groenlandese che è molto rallentata negli ultimi anni e anzi comincia a riguadagnare terreno. Basterebbe consultare il il sito del portale polare gestito dai meteorologi danesi, che aggiornano  quotidianamente i dati per apprendere che l’accumulo di ghiaccio superficiale in Groenlandia è superiore alla media del periodo 1981-2010 e rappresenta un notevole miglioramento rispetto a un decennio fa.

Proprio la lettura e la consultazione di siti come questo mi hanno risvegliato dal sonno dogmatico del clima catastrofico che continua a sfornare gli allarmi di oltre un decennio fa nella speranza che nessuno si accorga che stanno vendendo merce avariata. Il problema è acuito dal fatto che alcune istituzioni scientifiche  utilizza ancora una media decennale 1981-2010 a scopo di confronto, nonostante che i dati fino al 2020 siano disponibili e dimostrano un rallentamento dello scioglimento dei ghiacci che tuttavia oggi è allo stesso tempo una realtà e un’eresia fa gioco alla favola. In buona sostanza si tratta di trasferire  l’ aumento delle temperature che si è verificato in molte parti del mondo dagli anni ’80 al 2000 e  le relative paure , al periodo successivo dove tuttavia questo rateo di aumento delle temperature non si è più verificato. Di questo riciclo di vecchiume climatico fa anche parte la grande paura per la distruzione delle barriere coralline che è impazzato per molti anno mentre per la verità adesso se ne parla meno visto che i coralli sono in ottima forma dopo che erano stati dati per persi a causa dell’aumento delle temperatura: nell’ultimo periodo c”è stata una spettacolare  ripresa della grande barriera corallina, ignorata dai media mainstream poiché in precedenza era stata un manifesto di riferimento del catastrofismo dei promotori di Net Zero.  La situazione è rappresentata da questo grafico che dimostra come la crisi della barriera è dietro le spalle:

Tuttavia l’Aims ovvero l’istituto australiano delle scienze marine come di solito accade per tutti gli enti scientifici o para scientifici che sono legati alla politica per i loro fondi, osserva che si prevede che il futuro porterà ondate di caldo marino più frequenti, intense e durature, insieme alla persistente minaccia di epidemie di stelle marine corona di spine e cicloni tropicali. Insomma si devono rimangiare le previsioni fatte in passato, ma continuano a tentare di impressionare con nuove previsioni basate in sostanza sul nulla