Il governo fuffa dell’Italia serva e puttana arriva adesso a dire che l’aumento dell’immigrazione è colpa del gruppo Wagner che starebbe favorendo la partenza dalla Libia dei migranti e che dunque questa organizzazione militare russa starebbe facendo una guerra ibrida. Ora sarebbe davvero troppo chiedere al ministro della Difesa, non dico delle prove, ma almeno qualche indizio circostanziale di quanto afferma, un politicante di mezza tacca e i suoi tanti colleghi non ne hanno bisogno: la lingua serve soltanto per tentare di ingannare ancora una volta gli italiani, facendo credere che l’ultimo residuo di “diversità” della Meloni, ovvero l’immigrazione si stia dissolvendo non per incapacità e impossibilità di conservare un minimo dignità, ma a causa della guerra in Ucraina.  Non è certo strano se il capo del Pmc Wagner, Prigozin, di fronte a queste cazzate, definisca Crosetto un mudàk, ovvero qualcosa che sta tra il cretino, il coglione e il farabutto, che probabilmente esprime l’unica complessità attribuibile al ministro della Difesa. Del resto la pietra tombale su queste farneticazioni politicanti l’ha messa l’agenzia  europea, Frontex, la quale ha riferito che nei primi due mesi del 2023, i principali paesi di origine sono stati la Costa d’Avorio, la Guinea e il Pakistan, tutti paesi in cui il gruppo Wagner non è presente.

Ma è inutile prendere seriamente queste sciocchezze con le quali Crosetto e subito dopo persino Violante hanno tentato di depistare l’attenzione dalla confusa politica del governo sull’immigrazione, visto tra l’altro che siamo amici e finanziatori per necessità petrolifere di chi gli immigrati ce li manda davvero, però  nessuno pare rilevare la contraddizione tra il dire che l’arrivo dei migranti è un fatto talmente negativo da poter essere visto come una forma di guerra ibrida e la leggenda che avremmo bisogno di questi ultimi  e anzi in numero molto maggiore per far girare l’economia. Entrambe queste tesi sono ovviamente false e grossolane, ma la loro coesistenza impedisce di affrontare il problema con una qualche dose di razionalità e di concretezza: si tratta  di parole al vento che non servono a nulla e a nessuno, men che meno agli italiani e agli immigrati  Tra l’altro considerare l’arrivo dei migranti  un atto di guerra  va contro la filosofia di fondo sia della Ue secondo la quale l’immigrazione e l’accoglienza sono un atto dovuto e auspicabile, così auspicabile lo trova l’Aspen Istitute di cui la Meloni fa parte e la cui filiale italiana comprende fra gli altri Napolitano, Paolo Mieli, Mario Monti, Giuliano Amato, Mario Nava,  Gianni Letta e John Elkann:  allora siano in guerra con la Russia o con l’Europa o cion quei poteri forti che la Meloni evoca in ogni occasione , specie quando ubbidisce ad ess? Dobbiamo vedercela con il grippo Wagner e con Putin oppure con la von der Leyen e  con Rockefeller?

Sono queste le domande che dovrebbe suscitare l’intervento del signor Mudàk Crosetto, ministro di un governo che a parole guerreggia con tutti, ma nella realtà ubbidisce a tutti e la cui reale sovranità consiste nel mugugno come accadeva un tempo ai camalli genovesi che in cambio della possibilità di lamentarsi lasciavano una parte del salario al padrone, Noi lasciamo miliardi, ma abbiamo ancora la capacità di lamentarci da soli, non ci serve che lo faccia la Meloni al posto nostro.