Berlusconi sarà anche mummificato, ma quando è andato contro la narrazione standard della guerra in Ucraina e dell’eroe Zelensky, non ha tentato solo un miserabile  sghetto per portare qualche voto in più a Forza Italia, ma ha dato voce a un cambiamento narrativo che sembra ormai imminente, lasciando dentro la trincea della russofobia i più  imbecilli . L’onnipresente Rand corporation,  dopo aver detto che gli Usa dovrebbero evitare un prolungamento della guerra per badare invece alla Cina, suggerimento prontamente accolto con la grottesca storia dei palloncini spia cui gli americani hanno creduto dando un segnale di degrado intellettuale inarrestabile, adesso se ne esce con un nuovo documento – What Russia Got Wrong cosa è andato male alla Russia nel quale viene impostata la prossima narrativa che ovviamente cerca di mettere nella peggiore luce possibile Mosca, ma che è in sostanza un segno di resa. Fossero francesi questi palloncini gonfiati dai gas ultraleggeri della sub cultura americana,  avrebbero riassunto il tutto con “Merde”, ma con molta meno eleganza provano a spiegare che all’inizio la “vittoria “ucraina  ( quale, please?) è stata dovuta agli errori della Russia e al forte sostegno della Nato. Ma adesso la Russia ha imparato dai propri errori, mentre la fornitura di armi e munizioni a Kiev  si sta esaurendo facendo dubitare che il sostegno della Nato possa essere sufficiente nel prossimo futuro.  E infatti ogni giorno gli Ucraini perdono terreno e un numero impressionante di uomini.

E’ da notare che chi ha scritto queste cose condensando la posizione ufficiale della Rand, diretta emanazione del Dipartimento di stato  suppone che i russi siano come gli americani e che avrebbero dovuto fare terra bruciata delle città ucraine per ottenere una rapida vittoria. Ed è questo che viene chiamato errore. Ovviamente non erano queste né le strategie, né le tattiche di Mosca che ha sempre lasciato aperto uno spiraglio ai negoziati anche se questo appare incomprensibile agli americani abituati alla strategia del terrore contro i civili. Sfugge loro la dimensione politica di un’azione che all’inizio è stata contenuta e condotta con pochi uomini nei confronti dell’avversario probabilmente per evitare una rottura totale con l’Europa e con l’occidente. In realtà ,l’errore vero era di non aver compreso fino a che punto i leader europei sono nelle mani americane, tanto da decretare  il suicidio dell’economia continentale pur di ubbidire:  qualunque prudenza sarebbe stata perciò inutile e se Kiev fosse stata rasa al suolo come la Russia poteva e può fare in qualsiasi momento, senza nemmeno ricorrere ad armi nucleari, la reazione sarebbe stata la stessa, anzi avrebbe suscitato maggiore paura e dunque più accortezza e cautela.  In realtà la campagna militare russa per il Donbass si rivolgeva anche al resto del mondo  voleva essere un esempio di forza, ma non di brutalità, cosa di cui la Nato si è accorta allestendo le false stragi.  Fatto sta che i cani rabbiosi che sbavano impotenti contro Mosca  sembrano aver completamente dimenticato che il conflitto nasce dal governo di Kiev che ha sempre rifiutato gli Accordi di Minsk, ratificati peraltro dalla risoluzione 2202 del Consiglio di Sicurezza dell’Onu.  Oggi sappiamo che quegli accordi furono siglati in totale mala fede solo per dare tempo all’ Ucraina di armarsi fino ai denti, lo hanno ammesso diversi leader europei tra cui la Merkel. Se i cittadini della Ue fossero edotti di questo tutto il grande racconto andrebbe in pezzi in un istante come un bicchiere di cristallo che s’infrange sul pavimento: significherebbe che la Nato ha certamente più torto della Russia. E cosa dire del fatto che  sempre la Nato grazie ai buoni uffici dell’ubriacone Boris Johnson abbia fatto saltare le trattative di pace di Istanbul?

Certe cose non si possono dire in pubblico, ma ancor meno le si può dire se la guerra voluta a tutti i costi si sta traducendo in una sconfitta trascinando nel fango la reputazione di invincibilità della Nato e molto spesso mettendo in discussione anche la bontà delle sue armi, tutte cose che consigliano  un quasi generale ritiro dalla fornitura di carri armati: chi aveva offerto a Kiev i Leopard 2 due come Polonia e  Finlandia si sono tirate indietro con pretesti risibili, analogamente la Francia ha detto che non invierà più i suoi Lecrerc  per questioni di manutenzione, mentre gli Usa si sono accorti di non avere Abrams da esportazione e che dovranno cominciare a costruirli. Solo la Germania è rimasta col cerino in mano e col cretino al governo. Anzi per la verità il cerino è condiviso anche con l’Italia che manderà una batteria di missili antiaerei di costruzione italo francese, la cui efficacia è comunque tutta da verificare nel concreto, un’ operazione folle e costosissima il cui apporto alla guerra senza la presenza di personale addestrato è uguale a zero, ma che potrebbe anche essere usata per azioni terroristiche di cui noi cittadini italiani dovremo pagare il conto. questo sia ben chiaro.

Si tratta comunque di invii col lanternino che chiaramente non spostano nulla. Da tutto questo si capisce che è urgente un cambiamento di narrativa prima che gli eventi precipitino, cambiamento che potrebbe anche coinvolgere anche Zelensky con un coup de theatre che leverebbe dal fuoco molte castagne. Così ci si prepara a dire che la Russia ha perso  la prima parte del conflitto, ma  che ora sarebbe l’ora di cominciare a pensare alla pace, un passaggio che potrebbe essere sottolineato da un qualche colpo segreto in preparazione.Insomma robaccia per citrulli, ma che può funzionare benissimo con chi crede ai palloncini cinesi. Più complessa sarà farla bere in Europa la principale vittima di tutto questo e che, dopo la vicenda degli accordi di Minsk, dopo il silenzio sull’attentato dl North Stream, dopo aver portato la russofobia oltre ogni limite e dando dimostrazione di un completo appiattimento a Washington, non è più un interlocutore credibile per Mosca e probabilmente per nessuno sul pianeta, ma costituisce soltanto una perdita di tempo: si parla col padrone, mica con i servi.  Così il continente che ha mostrato una incontinente russofobia si troverà escluso di fatto non soltanto dal tavolo della pace, ma anche dalla presunta “ricostruzione” dell’Ucraina sulla quale hanno ormai messo le grinfie i soliti gestori di fondi americani. Per di più alcuni  dovranno pagare il gas americano tre volte il prezzo che prima si pagava alla Russia: Mosca non è certamente  ansiosa di riprendere le fornitura a quelli che si sono dimostrati nemici in tutto e per tutto. Qualche analista soprattutto francese comincia a capire l’enormità di quanto è accaduto o meglio comincia a farsi sfuggire  qualche critica sia pure cercando di evitare gli onnipresenti cecchini mediatici Ma è ormai troppo tardi.