Certo il clima emotivo  dovrebbe surriscaldarsi parecchio quando si scopre che i fautori del riscaldamento antropico e catastrofico fanno i salti mortali e non si fermano di fronte ad alcuna contraddizione pur di far combaciare la realtà con i loro modelli  Così funziona la “scienza” trasformata in fede o meglio ancora in mero strumento politico con l’aiuto decisivo dei media e tuttavia qualche volta, in certi ambiti che sembrano davvero  “apparatati”  rispetto al mainstream, completamente fuori dalla luce dei riflettori, questa forzatura ostinata del reale, prende una sinistra luce di fanatismo cercando a tutti i costi di mettere di mezzo il cosiddetto cambiamenti climatico di origine antropica anche quando non c’entra nulla. Dunque c’era una volta – parliamo della metà degli anni ’80 – un rospo dorato, specie quanto mai rara che viveva solo in una recondita  area di dieci chilometri quadrati in una foresta abbarbicata a,lle montagne del Costarica. ma man mano che passavano gli anni gli avvistamenti diventavano sempre più difficili fino a che nel 1987 fu segnalato un esemplare per l’ultima volta. E nel 2004  il rospo dorato fu dichiarato ufficialmente estinto, L’occasione era troppo grossa perché  qualche ricercatore vicino all’Ipcc ovvero all’agenzia climatica dell’Onu, in gran parte finanziata da privati  e organo politico per eccellenza viso che non fa ricerca, ma semplicemente la valuta e di fatto la dirige, prendesse spunto per collegare questo evento con il riscaldamento globale. Questa tesi stravagante, ma a prima vista credibile  si concretizzò in una presa di posizione sul Guardian e poi su molti altri giornali  nella quale si diceva: “Anche con un aumento della temperatura di 0,7°C, alcuni animali sono già scomparsi – come il rospo dorato che vive nelle fresche montagne del Costa Rica…” E si faceva notare che il 1987 ultimo anno di avvistamento dell’esserino era stato particolarmente caldo e siccitoso provocando così’ la scomparsa del rospo

Era una supposizione sparata a caso nel migliore dei casi o una menzogna nel peggiore perché sarebbe bastato sfogliare un annuario meteorologica per accertare come fece un gruppo di studio nel 20o8 che il 1987 era stato un anno perfettamente normale e che la scomparsa del rospo venne piuttosto attribuita  allla diffusione di un fungo patogeno, il Batrachochytrium  introdotto probabilmente senza volere dalle attività di raccolta degli anfibi della zona e che si era diffuso nelle Salamandre. Caso chiuso quindi? nemmeno per idea perché nell’Ar6 ovvero il sesto documento prodotto dai gruppi di lavoro dell’Ipcc, si prende atto della causa dell’estinzione, ma si costruisce tutta una storia a posteriori mettendoci dentro il riscaldamento antropico, questo avrebbe riddo le pozze d’acqua atono alle quali vivevano i rospi dorati e dunque è stato più facile che questi contraessero il fungo da altri anfibi. Perciò la nota favola applicata come en ritornello,” le  emissioni di anidride carbonica hanno causato il cambiamento climatico, che ha causato El Niño, che ha causato la siccità e i rospi sono morti” è stata lievemente adattata in “le  emissioni di anidride carbonica hanno causato il cambiamento climatico, che ha causato l’improvvisa comparsa di un nuovo agente patogeno mortale per spazzare via il rospo dorato”. e se non credete in questo siete negazionisti della ” “Scienza”

E’ un vero peccato che il fungo responsabile della strage di rospi è particolarmente presente nella Ande caraibiche, ovvero quelle che interessano l’area tra  Venezuela e Colombia dove abbondano a quote superiori ai 5000 metri e dunque con temperature minime che arrivano normalmente di notte a – 13 – 14 gradi. In poche parole il il Batrachochytrium ama il fresco e dunque un riscaldamento del clima  avrebbe avuto l’ effetto di ridurre la presenza del fungo e non di aumentarla o di rendere più aggressivo questo patogeno. Vi risparmio tutti i contorcimenti assurdi e le nuove ipotesi mai provate per superare l’impasse di questa narrazione che alla fine può essere sintetizzata nel fatto che una micro specie è stata distrutta non dal clima, ma dalle spore che scienziati e collezionisti di anfibi portavano con se quando andavano ad osservare  il rospo dorato e non si sa nemmeno con certezza se sia stato effettivamente il fungo accusato del delitto  qualche altor patogeno come ora sembra più probabile visti gli scarsi effetti patologici di questo fungo. Di certo non può essere stato il riscaldamento globale con la scarsità di pozzi e stagni perché gli anfibi si sono evoluti proprio per evitare di dover essere legati unicamente a un solo specchio d’acqua periodicamente in pericolo. Anche supponendo uno  o due anni di siccità, gli adulti del rospo  dorato  che frequentavano gli stagni solo per la riproduzione sarebbero comunque sopravvissuti. Ma dimenticavo che è questa logica o se vogliamo giudizio sintetico a priori, mica il gioco delle tre carte che è diventata la  falsa scienza di oggi.