Molte cose stanno accadendo e si concentrano nel giro di pochi giorni: da quando al G 20 di Bali, Africa, Sudamerica e Asia si sono opposte al dominio americano, dimostrando l’esistenza di una multipolarità che si va consolidando, abbiamo avuto alcune sorprese tra le quali la vittoria alle amministrative di Taiwan del Kuomintang, ovvero del partito filo cinese e la sconfitta di quello filo americano, e persino l’inizio di manifestazioni anti Zelensky in Ucraina, subito soffocate dalla polizia segreta. Sono notizie che ovviamente non vengono diffuse dall’informazione mainstream occidentale, ma che  il vicolo cieco nel quale l’occidente complessivo si è cacciato e  dunque anche i ripensamenti che cominciano ad essere abbastanza evidenti. Così in alcuni analisti si fa strada l’idea che l’Ucraina è un duco nero, un Paese corrotto che sta facendo perdere la leadership agli Usa. il piano era semplice: spingere le provocazioni naziste e razziste a un punto tale da costringere la Russia ad intervenire: dopodiché attraverso le sanzioni mosca sarebbe stata piegata. questo non è affatto avvenuto e allora il fatto che qualcuno abbia finalmente osato sfidare l’egemone  anche dal punti di vista militare e che il tracotante impero si guardi bene dall’intervenire direttamente, ha del tutto cambiato le carte in tavola.

Così mi sembra già di  assistere al momento nel quale il regime di Kiev sarà incolpato di ogni cosa. Visto che i russi si stanno dedicando alla distruzione delle infrastrutture ucraine avendo compreso che gli Usa non lasceranno mai la presa se non costretti, ora cominciano a manifestarsi dissensi e la popolazione ucraina rimasta comincia a comprendere di essere stata carne da cannone. Agli ucraini è stato persino detto di lasciare il paese per l’inverno. Dove? Chi li vuole comunque? La follia si sta sempre più impadronendo del Paese. E come se questo non bastasse il dispositivo militare russo sta triplicando i suoi uomini con il serio pericolo di un’offensiva invernale che potrebbe travolgere le rimanenti truppe di Kiev. Queste prima avevano mezzi sovietici adatti alla neve e al fango e ora, ben che vada, devono operare su mezzi occidentali  poco adatti a questi terreni e dei quali comunque non resta gran che negli arsenali occidentali.  Senza dire della possibilità di tagliare l’Ucraina occidentale per tagliare le rotte di rifornimento della Nato dalla Polonia. Ciò potrebbe facilmente portare al crollo totale delle già devastate forze ucraine e dei loro mercenari.

Dall’altro lato invece il fallimento della guerra economica comincia a provocare stanchezza e enormi problemi economici vista l’inflazione e i prezzi alle stelle dell’energia senza l’apporto di gas e petrolio russi. In queste condizioni non può stupire se il primo ministro inglese, Sunak annia fatto un viaggio lampo a Kiev ufficialmente per portare al regime un modestissimo pacchetto di aiuti, ma in realtà per dire a Zelensky che Londra non potrà più dare nulla. Anche alcuni personaggi del clan Biden si stanno rendendo conto che per salvare la faccia dovranno dare al tragicomico di Kiev il benservito quale responsabile della sconfitta, Naturalmente, gli Usa  negheranno che la guerra in Ucraina sia mai stata tra tra loro e la  Russia. dichiareranno che si è trattato solo di “un conflitto interno” tra Ucraina e Mosca, anche se nessuno degli attori planetari lo crederà, ma bugia è rivolta sollo all’interno, ai cittadini impoveriti e umiliati. D’altro canto proprio Zelensky nel tentativo di allargare il conflitto con i missili lanciati sul territorio polacco, ha creato la scusa migliore per cambiare registro nei suoi confronti: l’aver tentato di scatenare un conflitto nucleare sarà il capo di accusa principale e più credibile. Del resto che può fare? i vertici militari ucraini dopo le gigantesche perdite subite sono ormai restii a lanciare offensive suicide al solo scopo di tenere viva l’attenzione e ora si trova tra il martello dei neonazisti e l’incudine degli ucraini moderati.

Il momento sarebbe ora perché gli Usa si potrebbe mostrare delusi dagli ucraini, ma al tempo stesso orgoglio per ave fermato i russi prima del confine polacco. Nemmeno Netflix oserebbe metterla così, ma in ogni caso si tratta di una delle ultime finestre disponibili per non apparire totalmente perdenti. Rimane il problema di Zelensky che sa troppe cose per ritirarsi da miliardario in quale isola felice. Ho l’impressione che sia già partita la pallotta fatale, mentre l’Europa rimane con il cerino in mano.