Come si poteva facilmente immaginare la scomparsa di Piero Angela ha suscitato un’ondata di addii sui social ed è probabilmente giusto così perché molti italiani di una certa età hanno scoperto la documentaristica e la divulgazione scientifica grazie a questo personaggio che ha dominato la scena per quarant’anni. E in fondo è proprio questo il guaio: il segreto del suo successo sta nel fatto di avere avuto diciamo così lo sguardo naif del profano che coinvolgeva il pubblico, senza però avere la minima idea dei problemi della scienza come metodo e senza osare mai mettere il naso nelle viscere profane del lavoro scientifico che nell’occidente si è sempre più impastato col potere e col denaro. Angela era l’uomo delle “meraviglie della scienza” e non sapeva nulla di paradigmi e di falsificabilità, di induzione, di competizione fra teorie, di significato del metodo e men che meno delle teorie che formano il modello di mondo accettato: nulla nella sua formazione aveva incluso la scienza, né il liceo classico, né le esperienze musicali del dopoguerra da ottimo pianista jazz, né il lavoro giornalistico fino alla soglia degli anni ’80. Poi capì che c’era un grande spazio che nessuno coltivava e ci si buttò a pesce, con una grande intuizione da comunicatore.
Con ottime intenzioni da buon “amerikano” della Rai e sostenitore del modello capitalistico: ma non essersi dedicato a una qualsiasi disciplina scientifica e del tutto ignaro – a quanto mi è parso di capire – in quelle due o tre occasioni di incontro di qualsiasi prospettiva epistemologica, egli ha finito per dare un’idea della scienza radicalmente diversa se non opposta a quella reale: ovvero di non di un campo di dibattito e discussione, di esperimenti e di ipotesi, ma di un sapere esoterico vero comunque per sempre che si forma in maniera quasi immateriale in laboratori che non si capisce chi paghi e prodotta da esseri mitologici – detti scienziati – che sono al di là di qualsiasi questione e interesse umano. Dunque non possono sbagliare, non possono ingannarsi e ingannare e quando accade ecco che tutto viene prontamente messo a posto. Questa concezione culturale, da Candide per non dire infantile o colpevolmente edulcorata, è quella che è stata trasmessa alle persone, già peraltro sempre più disponibili ad accettare verità confezionate, ma mano che la scuola si allontanava dal tentativo di fornire una cultura critica. Ricordo ancora il libro che scovai chissà dove quando ero ragazzino e che permetteva di fare calcoli relativistici ricorrendo al massimo alle equazioni di secondo grado, le uniche che da studente del classico anche piuttosto asino in materia, riuscivo a praticare: oltre a funestare la vita familiare col calcolo del tempo guadagnato viaggiando in auto a una certa velocità o abitando all’ultimo piano di un grattacielo, ho sempre conservato l’idea di sapere ben poco di quanto ci circonda e la sensazione di avere a che fare con certezze temporanee che ci diamo come assolute. E invece proprio la presentazione di verità inconfutabili è quella che ha permesso nell’ultimo decennio e segnatamente negli ultimi due anni e mezzo di soggiacere a una sorta di scienza intesa come religione che emette comandamenti i quali non possono essere discussi e dove la “disinformazione” ha preso il posto dell’eresia. Sarebbe ingiusto addossare il peso di questa croce solo su Piero Angela anche se è stato l’architetto generale almeno in Italia: tutta la divulgazione scientifica ha cambiato di tono negli ultimi quarant’anni, passando dalla presentazione problematica di teorie e di ipotesi sia pure confermati da fatti e da numeri, ad un’assertività che non sembra mai gradire il dialogo e tanto meno il dubbio. Nel frattempo però la ricerca scientifica specie quella che ha uno sbocco immediato nel mercato, è diventata sempre più costosa e dunque impossibile senza sponsor privati che di certo puntano alla maggiore conoscenza solo nella misura in cui essa porta al massimo profitto,
Non è questa la sede per descrivere tutte le contraddizioni di un mondo della ricerca che alla fine è costato una quantità enorme di morti: ma certo l’idea ingenua della scienza come fonte di verità assoluta e non come luogo di confronto è stata ciò che ha fatto cadere la maggior parte della gente in trappola. Ed è stato Angela a farci credere che la “meraviglia della scienza” consiste nell’assolutezza piuttosto che nel dubbio.
$olite coiciden$e …
https://www.assis.it/il-prossimo-ministro-della-salute-non-abbia-conflitti-dinteressi-almeno/
L’inizio dell’articolo spiega perchè Angela è stato un meraviglioso BUGIARDO pro potere.
https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=pfbid02KcRrEvwRfRG8AX8Uf3ujfwwwGdz9288k2nHmDJu5QzWe9b86bYn1KGFwhfTeBcAMl&id=100082255460261
Sso’ cosuCCe sinteifiKe …
https://twitter.com/mar40248589/status/1558681620420468736
EH …
https://twitter.com/mar40248589/status/1558353838037499904
… la frase “la conoscenza non ha valore se non è scientifica” e’ la solita mistificazione di chi non sa aprire il proprio intelletto alla meraviglia della scoperta scientifica. In breve, una proiezione mentale.
Offriamo in proposito la lettura dell’articolo “Il Rosso e il Nero” (ben, ma proprio ben scritto, non come gli sgorbi cianceschi con quali vi masturbate in pubblico) di Enrico Bucci:
https://cattiviscienziati.com/2022/04/20/il-rosso-e-il-nero/
AH AH AH AH AH AH AH … cattiviscienziati.com …
AH AH AH AH AH
… Fabrice e’ il figlio illegittimo di Alessandro Ricco, e purtroppo, nel segreto del laboratorio di condizionamento mentale della societa’ segreta Bergoglio-Soros-Gates Spa, viene da questi usato per sperimentare le fregnacce da propinare ai boccaloni che lo fan campare.
complimenti, dotto’ :
@VOGLIAMO PRECISARE CHE…
1. Quell’articolo è stato pubblicato su La Verità di Maurizio Belpietro il 09/07/2017 col titolo:
“Da Trump ai trans, Angela ha perso le ali”
2. La figura di merda a dir poco colossale di Piero Angela sul green pass riportata da DCNews è vera al 100%!!
3. Breve commento finale.
Il solito troll idiota e patetico ha fatto l’ennesima figura di merda colossale davanti a tutti, neanche un frocione iper masochista accuchierebbe tutte stè figure di merda colossali, aoù , sò soddisfazioni masochiste frociarole…….!!
… DC News, e quindi coloro che a questa testat si abbeverano, non vale una ceppa di ceppa.
Pregasi astenersi i soliti due o tre boccaloni locali.
@VOGLIAMO PRECISARE CHE…
In Quanti siete, che volete precisare dentro a quella testa ?
1. L’ultima “chicca scientifica” di Piero Angela, eccola arriva!!
“Quando Piero Angela si mise a gridare al ristorante per il Green Pass: era questo il grande ‘divulgatore’?”, DCNews, 13 agosto 2022
Oggi è morto Piero Angela. Piangiamo l’uomo ma non il ‘divulgatore’. Questo signore da sempre ci ha propinato le veline che gli chiedevano i suoi padroni.
Quello che fece pochi mesi fa lo dimostra ampiamente:
La lezione di Piero Angela questa volta arriva sotto forma di aneddoto. Il torinese, noto divulgatore, racconta a Il Messaggero, un episodio che ha vissuto recentemente in un ristorante di Roma.
“Il cameriere non mi ha controllato il Green pass. Ho provato a richiamarlo, ma niente. A quel punto credo di aver anche gridato. Ho preteso civilmente, e infine ottenuto, il controllo: non bisogna mai vergognarsi di chiedere il rispetto delle norme”.
Piero Angela sottolinea come per tutelare la salute pubblica ci debba essere un rapporto di reciproca collaborazione tra i gestori dei locali e i clienti.
“I gestori devono tutelare la salute dei loro clienti. E se questo non avviene, sta a noi segnalarlo. Parlare di protezione nei luoghi pubblici è altamente inutile, se poi non si procede al controllo”.
Lo storico conduttore di Superquark dice che comprende l’irritazione di chi lavora in un locale e deve gestire situazioni a volte anche complesse, “ma il controllore deve controllare, punto. Più che irritarsi, sarebbe il caso di rendersi conto che questi controlli vengono fatti nell’interesse dei clienti.”
Proseguimento:
https://www.dcnews.it/2022/08/13/quando-piero-angela-si-mise-a-gridare-al-ristorante-per-il-green-pass-era-questo-il-grande-divulgatore-piangiamo-luomo-ma-non-di-certo-quello-che-ha-propinato-per-anni/
2. “Piero Angela ci inganna su gay, migranti e vaccini”, di Alessandro Ricco, agosto 2022
Superquark è da sempre allineato alle menzogne della cultura dominante al grido di ”Lo dice la Scienza”, ma adesso è troppo.
Tra gli italiani che vogliono apparire intellettualmente impegnati impazza una moda: l’adorazione incondizionata di Piero e Alberto Angela. Che i programmi dei due divulgatori siano particolarmente amati lo dimostrano i dati sugli ascolti della nuova edizione di Superquark: la puntata di mercoledì scorso ha sbaragliato tutti i concorrenti.
Incidente di percorso
Stavolta, però, Piero Angela è incappato in qualche incidente di percorso. Gli spettatori più attenti avranno notato che questo ciclo di Superquark sembra voler ammantare con il velo della scientificità l’agenda politica della sinistra internazionale.
La scorsa settimana, ad esempio, era andato in onda un servizio sulla transessualità, nel quale il cambiamento di sesso è stato presentato dando per acquisiti gli assunti della “teoria gender”. Il presupposto pareva essere che la sessualità sia culturalmente determinata e quindi possa essere scelta a piacimento. E a rincarare la dose ci si è messo il collegamento in studio con il sessuologo Emmanuele Jannini, che catechizzava gli spettatori sulla necessità di approvare normative più elastiche per il riconoscimento della transessualità in Italia.
Piero Angela ha poi inaugurato una rubrica con Massimo Polidoro, segretario nazionale del Cicap (il comitato, di cui lo stesso Angela è cofondatore, che si prefigge lo scopo di demistificare i fenomeni paranormali applicando il metodo scientifico), dedicata alle fake news. Così, se la scorsa settimana Angela e Polidoro dileggiavano i siti della destra radicale americana per aver montato il Pizzagate, il presunto scandalo a sfondo pedofilo che avrebbe coinvolto il capo della campagna elettorale della Clinton John Podesta, questo mercoledì la tesi era inequivocabile: le fake news sarebbero state responsabili della vittoria di Donald Trump e della Brexit. Peccato che a Superquark si siano scordati di menzionare tutti gli altri fattori che hanno contribuito al trionfo di Trump: l’esasperazione della classe operaia, le tensioni etniche sfruttate dai democratici, l’immigrazione incontrollata.
Troppi silenzi
Non una parola sulla vicenda dei tre giornalisti della Cnn, costretti alle dimissioni per aver diffuso menzogne su Trump, né sul catastrofismo degli europeisti, che prima del referendum inglese spacciavano il “leave” come la rovina del Regno Unito, salvo ritrovarsi le borse con il vento in poppa all’indomani del voto. Non poteva mancare lo spot per le migrazioni. Con la scusa di seguire le operazioni della guardia costiera e di spiegare il funzionamento delle sue imbarcazioni, Superquark ha colto l’occasione per diffondere qualche toccante filmato dei salvataggi dei naufraghi: un’iniziativa che ha poco di scientifico e molto di emotivistico, apparentemente confezionata proprio per diffondere il verbo dell’accoglienza. Una politicizzazione che forse non ci si aspettava.
Eppure, i più smaliziati potrebbero sostenere che Piero Angela, emblema di una certa filosofia positivista di ascendenza ottocentesca che tende a equiparare irrazionalità (che è una manifestazione naturale della personalità umana), irrazionalismo (che ne è una deviazione) e religione (che non è né irrazionale né irrazionalista), si presta alle strumentalizzazioni dei progressisti. E all’alba dei suoi novant’anni corre il pericolo di essere reclutato come una figurina da impiegare nella partita contro il Movimento 5 stelle, in cui lo scientismo è un’arma di lotta politica.
La stessa arma brandita nella querelle sui vaccini, con l’invenzione di emergenze sanitarie, l’utilizzo senza scrupoli della morte di alcuni bambini e il ricorso all’autorità degli scienziati per aggiudicarsi la tenzone a tavolino. Lo dimostra la campagna del Foglio, che ha lanciato la candidatura di Piero Angela come senatore a vita, offerta comunque declinata subito dal diretto interessato.
Proseguimento:
https://www.conoscenzealconfine.it/piero-angela-ci-inganna-su-gay-migranti-e-vaccini/
3. Per non parlare poi sull’11 Settembre , la cui versione ufficiale fa acqua da tutte le parti ma per Piero Angela invece era l’unica possibile, indecente per usare un eufemismo!
4. Ma poi, ma come si fa a darsi le arie di divulgatore scientifico non avendo mai avuto alcun serio background scientifco sia a livello formativo che professionale?
Insomma, della serie: chi si loda, si imbroda!!
Un pezzo di merda lui e il merdoso figlio.
Mi hanno fatto da sempre schifo.
Stappato bottiglia alla sua morte aspetto quella del figlio.
A noi viceversa piace ricordare buon Piero… come Virgilio che ci accompagna fin dentro… Inferno…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/
Visto che siete in vacanza e non sapete come passare il tempo vi propongo questa lettura:
Scienza e non scienza
«Durante la rivoluzione intellettuale che va sotto il nome di Sessantotto i giovani hanno contestato molti dei miti che distinguono la nostra cultura. La più autoritaria di queste ideologie è che “la conoscenza non ha valore se non è scientifica” ossia: sono gli scienziati che determinano ciò che è vero e ciò che non lo è. Questa ideologia sostituisce quella che era stata imposta per secoli, e cioè quella secondo cui “la verità riposa in Dio” e i preti ne sono il tramite. Mentre nei secoli trascorsi il potere utilizzava la religione per trarne autorità sulla gente, oggi il potere si serve della scienza (infatti ecco quello che scriveva lo scienziato J.Lovelock negli stessi anni: La ricerca scientifica, diversamente da molte altre attività intellettuali, non si può svolgere quasi mai a casa propria. La scienza moderna è un campo riservato agli specialisti, come l’industria pubblicitaria. E, al pari di questa, si basa su tecniche costose ed estremamente specifiche. Nella scienza moderna non c’è posto per i dilettanti, eppure, come spesso capita ai professionisti, è più facile che la competenza scientifica si rivolga al banale, piuttosto che al numinoso. Ma chi fra gli scienziati fa davvero il libero professionista? Si potrebbe ritenere che lo scienziato accademico sia completamente libero, come per esempio il pittore o il musicista. In realtà, quasi tutti gli scienziati sono al servizio di qualche vasta organizzazione, che può essere un ente statale, un’università o una multinazionale. E’ raro che il loro fare scienza esprima una visione personale. Magari penseranno di essere liberi, ma in realtà sono quasi tutti degli impiegati; hanno rinunciato a pensare con la propria testa in cambio di buone condizioni di lavoro, stipendio fisso, posto sicuro e pensione. Gli scienziati sono anche tenuti a rispettare le leggi tribali della propria disciplina. Un fisico incontra difficoltà a fare il chimico, e per un biologo è pressoché impossibile fare il fisico. Per completare il quadro, la ‘purezza’ della scienza è sempre più custodita da una sorta di Santa Inquisizione che il mondo accademico si è imposta e che opera con quella che va sotto il nome di ‘verifica dei colleghi’: benemerita istituzione che assicura, come una bambinaia zelante, ma un po’ ottusa, che gli scienziati si attengano alla saggezza tradizionale, senza cedere all’estro o alla curiosità. Non essendo liberi, essi rischiano di trasformarsi in un club di sofisti, quando non – come accadde già ai teologi del Medioevo – in schiavi del dogma.
Se fossi stato un ricercatore universitario, avrei trovato quasi impossibile svolgere ricerche sulla Terra come pianeta vivente. Tanto per cominciare non avrei visto un soldo, per una ricerca di carattere tanto speculativo. Se io, imperterrito, avessi continuato a lavorarvi nell’intervallo di colazione o nel tempo libero, presto sarei stato convocato dal direttore di laboratorio. Nel suo ufficio sarei stato avvertito del rischio che correva la mia carriera, se mi fossi ostinato ad occuparmi di un argomento così poco alla moda.. Se la ramanzina non avesse funzionato e io avessi continuato nell’errore, sarei stato chiamato una seconda volta: quel lavoro metteva a repentaglio il buon nome del dipartimento, nonché la carriera del direttore stesso…
Curiosamente da qualche tempo in qua, sembra di essere ritornati a prima della celebre lotta di Galileo contro l’autorità ecclesiastica. Con la differenza che adesso è l’autorità scientifica a costituirsi in ordine religioso contro le eresie…Parlando più seriamente, io sono stato costretto a diventare uno scienziato eretico: la comunità scientifica va coi piedi di piombo nell’accreditare nuove teorie. Sono occorsi oltre 150 anni perché al concetto di calore come misura della velocità delle molecole fosse riconosciuta validità scientifica, e 40 prima che la tettonica a zolle fosse accettata. Ora si sarà capito perché lavoro a casa mia, e mantengo con altri lavori me stesso e la mia famiglia. Non è una condanna ma un gradevole modo di vivere, noto da sempre a pittori e romanzieri. Compagni scienziati di tutto il mondo, unitevi al sottoscritto: non avete da perdere che le vostre borse di studio!…
(J. Lovelock: medico, biofisico, chimico e inventore, si è sempre mosso al di fuori di ogni istituzione ufficiale. Ha lavorato per il National Istitute for Medical Research di Londra e per la NASA)
. Questo sarebbe meraviglioso se il potere seguisse la scienza, il guaio è che il potere guida la scienza e quindi volta per volta ci tocca leggere che “è scientificamente accertato” che la razza gialla è inferiore a quella bianca, che l’energia nucleare è l’unica possibilità che ci resta, che i concimi chimici sono meglio del letame naturale, che i piazzisti di medicinali hanno il potere di guarire le malattie, eccetera.
Questo cambiamento dei ruoli non è avvenuto senza traumi. La Chiesa ha messo al rogo Giordano Bruno perché ipotizzava altri mondi abitati, e Galileo (il primo scienziato moderno) per poco non faceva la stessa fine. Ci son voluti tre secoli perché l’ideologia religiosa cedesse all’ideologia scientifica, e finalmente – tre anni fa – il Papa ha ammesso che Galileo ha ragione e lo ha tolto dall’Inferno.
Mentre prima era vero ciò che la Chiesa approvava, oggi è vero ciò che è approvato dagli scienziati. Mentre prima la Realtà Eterna era completamente fuori dalla conoscenza umana e ci si poteva arrivare solo con un atto di fede, oggi ciò che la conoscenza umana non riesce a comprendere e a misurare viene definito illusorio, e un fatto che non è spiegabile dagli scienziati e non è ripetibile a volontà “non è scientifico” e cioè non esiste.
Interi settori del conoscere sono stati cancellati dalla moderna Inquisizione semplicemente perché gli scienziati non riescono a farli rientrare nei loro schemi. Un fatto che non può essere misurato, previsto, ripetuto a volontà dagli scienziati non è scientifico. Il paranormale non esiste, la telepatia è un’illusione, anche l’arte del rabdomante, che pure rende tanti soldini perché l’acqua in campagna vuol dire ricchezza, è considerata ciarlataneria. E l’agopuntura viene accettata a denti stretti perché, pur se non è spiegabile secondo la fisiologia che si insegna a scuola, tuttavia è utilissima perché consente di anestetizzare il paziente senza aggravarlo con la chimica. (Ma la stortura è tale che un paio di anni fa un magistrato, dichiarando di agire per la salute pubblica, ha preteso che per esercitare l’agopuntura in Italia occorre prima diventare piazzista di medicinali, ossia prendere la laurea in medicina. Il buon senso vorrebbe esattamente il contrario).
Il Sessantotto è nato quando i giovani si son trovati a dover risolvere queste contraddizioni: misticismo e serenità orientale contro l’aggressività della nostra cultura. Per evitare che il Sessantotto si ripeta occorre fornire alla gente un panorama univoco, dove si sappia una volta per tutte che gli scienziati esistono per il nostro bene e quindi ciò che non è scientifico è falso, negativo, e quindi da rifiutare.
Poco importa se i sottoprodotti di tanta scienza stanno avvelenando il pianeta: basta dare danaro a sufficienza agli stessi scienziati ed essi risolveranno tutti i problemi.
In Italia, per influenzare opportunamente la gente e tenerla sulla retta via hanno trovato un annunciatore televisivo dotato del necessario charme e gli hanno dato l’incarico di spiegare alla gente ciò che è scientifico e ciò che non lo è. Così è nato il personaggio Piero Angela, il quale deve difendere attraverso gli schermi televisivi la purezza della scienza dall’attacco continuo di tanti ciarlatani.
I fatti che contraddicono il verbo degli scienziati, che cioè sfuggono alla misurazione e che non possono essere evocati a volontà, vengono semplicemente negati. Non esistono gli UFO, non esiste la premonizione, non esistono le guarigioni miracolose, non si sfugge con la sola volontà alla legge di gravità. E naturalmente non si può camminare sul fuoco senza scottarsi i piedi perché ciò contraddice al principio di causalità.
Ora tutti noi siamo a conoscenza diretta di qualche fenomeno “non spiegabile” ma – data l’influenza dei pieroangeli – preferiamo tener la cosa per noi per evitare il ridicolo. Anzi, un numero crescente di persone si allontana persino dalla religione perché è basata su essenze non misurabili né evocabili a volontà, e quindi antiscientifiche. Ma quando dieci milioni di italiani hanno visto Mino Damato camminare a piedi scalzi sul fuoco, immediatamente Piero Angela si è sentito tirare in ballo.
Ecco un fenomeno che contraddice il principio di causalità (stesse cause generano inevitabilmente stessi effetti) e quindi non è scientifico. Toccherebbe ammettere che la mente ha dei poteri sulla materia. La mente di Mino Damato, che tra l’altro è un annunciatore un po’ meno importante di Piero Angela!…
(Ricordo perfettamente questa querelle e ricordo anche che io, invasato dalla scienza, avevo pensato che il Damato fosse ricorso a qualche trucco per camminare sui carboni ardenti, poi è arrivato l’autogol di Piero Angela, allora da me tanto apprezzato, sotto forma dell’articolo di cui sotto e così la mia fede nella scienza ha cominciato ad incrinarsi anche se ci sono voluti decenni per comprendere che effettivamente la scienza è guidata dal potere anche se, ancora oggi, non riesco a farmene completamente una ragione)
E così tre giorni dopo su la Repubblica di Scàlfari appare un articolo in cui Piero Angela ci informa che – se abbiamo creduto di aver assistito ad un fenomeno che la scienza non sa spiegare – ci siamo sbagliati tutti e dieci milioni. “Due studiosi americani hanno dimostrato che questi risultati si possono raggiungere senza concentrazione mentale ma (si possono raggiungere) in base alle leggi della fisica” è scritto nell’articolo, e giù a spiegare che il carbone – come l’aria dentro un forno – ha poca inerzia termica e quindi il piede umido non viene scottato dal fuoco nel breve tempo (mezzo secondo?) in cui posa sulla brace ardente. Il tutto scritto con uno stile affabile e democratico per cui Piero Angela è famoso e che ti fa rimpiangere di non aver terminato la carta igienica. La prima convinzione che l’articolo ti genera è che naturalmente anche i piedi di Piero Angela, come quelli di Mino Damato, possono calpestare le braci senza scottarsi, altrimenti sarebbero loro antiscientifici! La secondo è che facce così toste se ne incontrano davvero poche. Infatti nel passaggio dell’articolo attraverso i meccanismi del giornale è accaduto un piccolo infortunio: gli è stata associata, come illustrazione, la fotografia di una bella ragazza che non cammina sulle braci di carbone a bassa inerzia termica ma dentro a recipienti di metallo che emettono fiamme alte un palmo.
Anche questo esperimento è duplicabile da chiunque? Probabilmente anche Piero Angela potrebbe riuscirci, a patto però di camminare sul fuoco con la faccia».
L’estensore di questo articolo intendeva dire che, se il camminare sui carboni ardenti fosse stata un’azione alla portata di tutti, il famoso Pierino Angela non avrebbe dovuto far altro che dimostrarlo di persona camminando egli stesso sui carboni.
La credibilità degli Angela è tale che dopo aver rotto i cabbasisi per anni affermando perentoriamente che le piramidi sono state costruite da schiavi e che le immense pietre da costruzione venivano trascinate facendole rotolare su dei tronchi d’albero opportunamente tondeggiati, adesso che le nuove teorie hanno smentito la presenza di schiavi e detto che le pietre furono trasportate con delle slitte (una corbelleria pure questa), nessuno ha chiesto a questi illustri presentatori, che in realtà sono una ditta che fattura 6 milioni l’anno, di scusarsi col pubblico per tutte le fandonie scientemente raccontate.
L’articolo di cui sopra va collegato al libro di Terzani ‘Un indovino mi disse’(1993). Terzani ha poi quasi ripudiato questo libro, forse perché richiamato all’ordine dai Controllori della Conoscenza: la sua autorevolezza rischiava di mettere in testa cose ‘strane’ a non poche persone. Perché? Cercate di capirlo leggendo questi brani da me ricopiati dal libro:
…Molti dei veggenti che ho incontrato erano semplicemente dei personaggi pittoreschi, a volte dei veri e propri impostori. Alcuni però erano davvero particolari, avevano un insolita capacità psichica che permetteva loro di leggere nella mente altrui o di vedere ‘cicatrici’ che l’occhio normale non coglie. Dinanzi ad alcuni ho davvero pensato che avessero un senso in più. E’ possibile? E’ possibile che l’uomo nel corso dei millenni abbia perso, per disuso, certe capacità che prima gli erano naturali e che oggi solo certe persone sono ancora in grado di esercitare?…
In Cina, in India o in Indonesia, quella che noi chiamiamo superstizione è ancora roba di tutti i giorni.
L’astrologia, la chiromanzia, l’arte di leggere il futuro nel volto di una persona, nella palma dei suoi piedi o nelle foglie di tè della sua tazza giocano un ruolo importantissimo nella vita della gente e nelle vicende collettive dei vari paesi, così come le pratiche dei guaritori, lo sciamanismo o il feng-shui, l’arte del vento e dell’acqua, la geometria cosmica.
Il nome da dare a un figlio, l’acquisto di un terreno, la vendita di un pacchetto di azioni, la riparazione di un tetto, la data di una partenza o la dichiarazione di una guerra sono decisioni dipendenti da criteri che nulla hanno a che vedere con la nostra logica…
Da sempre l’uomo ha cercato di dare un senso al mistero della propria vita, di trovare una chiave del futuro, e ha sperato di influenzare il proprio destino. Spesso lo si dimentica, ma il cinese, come lingua scritta, è nato non come mezzo di comunicazione tra gli uomini, ma come modo di consultare gli dei (!!)…
Ancora oggi i cinesi, specie quelli della diaspora nel sud-est asiatico, pongono infinite domande ai loro dei, per es. gettando in aria due legni grossi come fagioli, e puntualmente, dal cielo, ricevono i consigli desiderati:
a seconda di come i due legni cadono per terra – a faccia in su, a faccia in giù o uno su e una giù-, la risposta è ‘sì’ o ‘no’ o ‘riprova’.(Perché l’autore, in tutta questo opera in cui parla anche della divinazione, non ci vuol rivelare nulla circa il famoso Libro dei mutamenti, ossia l’I Ching? -mia annotazione-)…
…nel Siddharta di H. Hesse uno dei tanti bellissimi passaggi è quello in cui il principe, che presto diventerà Buddha, l’Illuminato, è seduto sulla riva del fiume e capisce che, senza più la misura del tempo (!!), il passato e il futuro sono sempre presenti, come il fiume che allo stesso momento è là dove lo si vede, ma è anche alla sorgente e alla foce. L’acqua cha ha ancora da passare è il domani, ma c’è già, a monte; quella che è scivolata via è l’ieri, ma c’è ancora, altrove, a valle…
Forse quello che noi chiamiamo futuro è già avvenuto e solo perché il nostro punto di vista è limitato non riusciamo a vederlo. Forse il futuro è davvero già passato ed è per questo che alcuni riescono a ‘leggerlo’ con la stessa facilità con cui noi tutti vediamo la luce di una stella che in verità si è già spenta da secoli.
Il segreto sta tutto nel togliersi dalla dimensione del tempo (!!); il tempo come siamo abituati a concepirlo, quello fatto di anni, di ore, di secondi…
…il Tibet, per proteggere la propria spiritualità, ha impedito per secoli a chiunque di varcare i suoi confini ed è così che ha mantenuto la sua specialissima aura. Lì, a rompere l’incanto è stata l’invasione cinese: anche quella avvenuta, ovviamente, nel nome dello sviluppo… per facilitare l’accesso ai turisti i cinesi hanno deciso di ‘modernizzare’ l’illuminazione del Potala, il palazzo tempio del Dalai Lama, e ci hanno introdotto il neon. Non l’hanno certo fatto a caso: il neon uccide tutto, anche gli dei. Il grande scrittore giapponese Tanizaki, in uno dei brani più commoventi sulla scomparsa del vecchio Giappone, fa l’elogio dell’ombra che così tanto contribuiva a creare l’atmosfera, e cioè l’anima, delle vecchie case di legno e di carta. La penombra del Potala aveva la stessa funzione: bisognava entrare nei recessi di quello straordinario palazzo al buio, e solo lentamente scoprire, nella luce tremolante delle lampade al burro, le smorfie delle ogre e i sorrisi benevoli del Buddha. Il neon impedisce ora ogni scoperta, tarpa le ali a chi voglia ancora abbandonarsi ai voli dello spirito…
…Questa civiltà (tibetana)ha indagato in aspetti sconosciuti dell’umano e ha conferito ad alcuni, selezionati, uomini e donne capacità al di là della nostra immaginazione come il poter sopravvivere nudi, per lunghi periodi, a temperature sotto lo zero, il comunicare per telepatia su grandi distanze e il viaggiare a velocità sovraumane attraverso un paesaggio dove ogni luogo sembra possedere una propria leggenda e ogni pietra sembra aver dentro di sé uno spirito ancor più forte della pietra…
…parlavamo di come i comunisti, dovunque fossero arrivati, in Cina come in Cambogia, avessero per prima cosa abolito le tradizioni popolari, combattuto contro la superstizione, eliminato gli indovini, proibito le vecchie cerimonie (così sappiamo a che cosa è servita la dittatura del proletariato, mia nota)…
…In mezzo agli esseri umani in carne ed ossa, vivevano tanti altri esseri, invisibili, creati dalla fantasia, dall’amore e dal timore della gente. Anche i Thai, come gli altri popoli della regione, chiamavano questi esseri pii, spiriti. Perché i pii fossero contenti, stessero in pace e non dessero noia ai comuni mortali, in ogni angolo della città (Bangkok), davanti a ogni casa c’erano dei tempietti dedicati a loro e la gente si curava di lasciarvi sempre del cibo, dei piccoli elefanti di legno un bicchierino pieno di alcool.. ogni volta che si facevano delle fondamenta di una nuova casa o si scavava un pozzo, subito si faceva anche un altarino allo Spirito della Terra per scusarsi del disturbo datogli con quei lavori e per chiedergli protezione per gli anni avvenire.
Se nel corso di certi lavori era indispensabile tagliare un albero, c’era una speciale cerimonia con cui si chiedeva al pii della pianta il permesso di usare la sega ai suoi danni. Nel giro degli ultimi dieci anni Bangkok è stata travolta dal desiderio di modernità e giganteschi lavori hanno messo a soqquadro l’intera città: i canali sono stati coperti e trasformati in strade asfaltate; magnifici alberi centenari sono stati abbattuti…La terra è stata aperta, rovesciata, trivellata e, benché qua e là si sia fatta attenzione a scusarsi con i pii, il disturbo è stato tale e tanto che moltissimi di loro sono arrabbiatissimi e la città è ora percorsa da queste invisibili presenze che, per vendetta, fanno impazzire la gente e accadere terribili disastri. I vecchi abitanti di Bangkok sono convinti che le cose stiano così e io penso che non abbiano torto…Per ogni disastro che avviene c’è un’immediata, ovvia spiegazione razionale: il gas scoppia perché non viene trasportato rispettando le regole di sicurezza; le fabbriche sono trappole di fuoco perché, invece di spendere i soldi nei dovuti sistemi antiincendio, i padroni preferiscono pagare bustarelle ai funzionari controllori. Eppure la spiegazione dei pii è in fondo la più vera, la più giusta, perché coglie l’essenza di quel che sta succedendo non soltanto a Bangkok, ma in tantissime altre parti del mondo: la natura si vendica sugli uomini che non la rispettano e che per pura ingordigia distruggono ogni tipo di armonia…
…Nonostante i tanti anni passati in Asia e l’essermi anche adattato alla vita di qui, mi rendevo conto di essere rimasto intellettualmente con le radici in Europa e di non aver eliminato dalla mia testa quel nostro istintivo disprezzo per tutto ciò che chiamiamo ‘superstizione’. Ogni volta che mi prendeva il dubbio di esserne rimasto vittima, dovevo ricordarmi come in Asia questo giudizio di valore non esiste e di come la superstizione è una parte essenziale della vita. E poi – mi dicevo – molte pratiche che oggi sembrano assurde in origine una logica forse ce l’avevano, solo che col tempo è stata dimenticata! E’ così con l’agopuntura: funziona, ma nessuno sa veramente spiegare perché. E’ così con il feng–shui che, nonostante la sua apparenza di magia, è un’arte inizialmente fondata su un’accurata osservazione della natura: la natura che noi moderni capiamo di meno in meno. In cinese ‘feng’ significa vento, shui ‘acqua’. Feng-shui vuol dunque dire ‘forze della natura’ e l’esperto di feng-shui e colui che, conoscendo gli elementi fondamentali di cui il mondo è fatto, sa giudicare l’influenza di uno sull’altro, sa valutare l’influsso che il corso di un fiume, la posizione di una collina o la forma di una montagna possono avere su una città o su una casa da costruire, su una tomba da scavare. La posizione di una tomba nella natura è importantissima. Una tomba ben collocata e ben esposta al ‘respiro cosmico’ può far vivere l’anima del defunto nell’aldilà e portare felicità e benessere alle generazioni future. Viceversa può causare continue disgrazie ai suoi discendenti. Persino i serissimi inglesi della Hong Kong Shanghai Bank, quando decisero di costruire la nuova grande sede di Hong Kong, per evitare guai col feng-shui, chiamarono uno dei più noti esperti della colonia. Durante la fase di progettazione di quel futuristico edificio in vetro e acciaio, il famoso architetto N. Foster dovette tenersi in continuo contatto con questo ‘maestro delle forze della natura’. Tantissimi particolari architettonici furono decisi da lui, compresa la stranissima posizione delle scale d’ingresso, che non sono perpendicolari rispetto alla strada. Ovviamente anche nel feng-shui c’è, come in ogni pratica magica, un aspetto di autosuggestione che spiega i suoi ‘successi’: se uno crede fermamente che qualcosa possa aiutarlo, capita che quel qualcosa lo aiuti davvero. Nonostante la sua facciata di magia, quel che è interessante del feng-shui è il principio di fondo: ristabilire costantemente l’armonia della natura. Per i cinesi tutto doveva essere in equilibrio. Malattie, disgrazie, sterilità o cattiva sorte erano la rottura di una qualche armonia; La funzione del feng-shui era di ritrovarla. Ecologisti ante litteram, i cinesi. La natura la conoscevano bene. Non conoscevano altro! I cinesi non sono mai stati dei metafisici, non hanno mai creduto ad un dio trascendente. Per loro la natura è tutto ed è dalla natura che hanno tratto conoscenze e credenze. Persino la loro scrittura, fatta appunto di immagini, viene dalla natura e non, come i nostri alfabeti, da qualche astratta convenzione. In qualsiasi lingua europea basterebbe mettersi d’accordo che da domani la parola usata per ‘pesce’ significa ‘cavallo’ e quella usata per ‘cavallo’ vuol dire pesce. Non ci sarebbe alcuna difficoltà. In cinese invece sarebbe impossibile perché il carattere per scrivere ‘pesce’ è un pesce e quello usato per ‘cavallo’ un cavallo. Al contrario dell’uomo occidentale, che da secoli ha distinto fra il mondo divino e quello naturale – per noi Dio crea la natura – per i cinesi i due mondi non sono distinguibili. Dio e natura sono la stessa cosa. Per questo la divinazione è una sorta di religione e l’indovino (specie quello dell’ I Ching, -mia nota) è anche teologo e sacerdote. Per questo in Cina, fino all’avvento del comunismo, la superstizione non è mai stata repressa, come invece è avvenuto in occidente, dove la religione l’ha sempre duramente combattuta. I cinesi non si sono mai preoccupati di questa distinzione tra religione e superstizione, così come non si sono mai preoccupati di definire ciò che è o non è scienza, perché l’importante era che funzionasse…
…Il mio amico Lim Chong Keat architetto, botanico, musicista, saggista, dopo anni di successo professionale aveva lasciato il lavoro per dedicarsi a raccogliere e documentare la bellezza, là dove la trovava. Era un uomo intelligente e colto, preso da una grande disperazione. Vedeva lo sviluppo, cui aveva partecipato andare nella direzione sbagliata, lo vedeva distruggere l’ambiente, rendere la gente più infelice. Era come se Chong Keat avesse aspettato da tempo qualcuno con cui sfogarsi, senza remore, senza il timore d’esser preso per pazzo. Come lo capivo! La sua disperazione era la mia. Ero arrivato in Asia nel 1965. C’ero venuto a vivere nel ’71 e nel giro di poco più di due decenni avevo visto quell’Asia che m’aveva fatto lasciare Firenze, sparire dinanzi ai miei occhi. Tutto quello che avevo amato veniva distrutto…non è disperante vedere ora come le varie culture vengono erose e sopraffatte da una mistura di mode, idee e banalità altrui? Chong Keat aveva cominciato ad interessarsi degli orang asli, i veri, originari abitanti della Malesia, i pigmei di cui non sopravvivono che alcuni gruppi. Era stata un’altra occasione per sgomentarsi. Gli orang asli avevano acquisito un notevole conoscenza della foresta, i loro sciamani erano diventati grandi esperti delle varie piante e delle loro proprietà; ma ora che, attratti dalla modernità, lasciavano il loro ambiente e si urbanizzavano, tutta quella sapienza, accumulata da generazioni, andava scomparendo. Gli sciamani morivano senza tramandare più i loro segreti e nessuno dei giovani aveva interesse ad imparare. Chong Keat se ne faceva un cruccio. Dio mio se lo capivo! L’ho vista io stesso sparire nel mio mondo quella vecchia saggezza. Quando ero piccolo nelle grandi famiglie c’era sempre qualcuno che conosceva le erbe medicinali e le sapeva trovare nel bosco. Già con mia madre quella conoscenza si perse: lei preferiva andare in farmacia. L’aver messo la scienza su un piedistallo ha fatto sì che tutto ciò che non è scientifico ci appaia ridicolo e spregevole e abbiamo messo da parte tante pratiche che invece potevano esserci utili. A Orsigna per il fuoco di sant’Antonio c’era Ubaldo che, avendolo avuto lui stesso due volte, ora poteva ‘segnarlo’ e così toglierlo agli altri. Ora anche a Orsigna tutti vanno all’ospedale e quelli che sanno fare le ‘segnature’ diventano più rari…
…Gli aborigeni dell’Australia devono aver conservato alcune di queste primitivissime capacità (quelle di presentire l’avvicinarsi di certi eventi). Come farebbero altrimenti a mettersi in cammino per essere puntuali al funerale di un capo giorni e giorni prima che quello muoia?…
…dove hai imparato a leggere la mano, chiedo a Chong Keat. Certo non dai libri. Quelli sono tutti rimasticati. Nella chiromanzia, così come nel feng-shuì, c’è qualcosa di magico, di divino che si deve sentire e che non si può imparare dai libri!…
…padre Willem mi spiegò che la magia era di due tipi. Quella ‘bianca’ praticata soprattutto dai cinesi che se ne servono per avere successo negli affari o per organizzare dei buoni matrimoni; e quella nera, praticata esclusivamente dai malesi per manipolare la volontà di altra gente, per fare del male, per mettere in atto delle vendette. La sua convinzione era che la magia ha a che fare con le onde del cervello. ‘Perché’, diceva, ‘quando si incontra una persona si dice che è simpatica, mentre di un’altra si dice che non la si può sopportare? C’è qualcosa che avviene nelle comunicazioni invisibili. Come si spiega l’amore? Abbiamo perso l’abitudine di porci queste domande, ma il problema resta. Perché uno vede una donna e se ne innamora? Questo non ce lo siamo ancora spiegato.’… Per capire le pratiche della magia nera, diceva padre Willem, bisogna capire che, nella visione di un indonesiano, non c’è una netta distinzione fra oggetti inanimati ed esseri viventi, uomini o animali che siano. Per un indonesiano molti oggetti hanno vita. Il kris, per esempio, il coltello cerimoniale, ha un suo spirito, così come un corpo che perde la vita, un cadavere, continua ad avere in sé uno spirito. L’interpretazione che padre Willem mi diede della magia era particolarmente interessante, perché era simile a quella che m’era parso di capire del feng-shuì. Secondo lui, dietro le pratiche dei dukun c’era la naturale aspirazione umana all’armonia, il bisogno di ristabilire un equilibrio alterato…Il missionario parlava con foga, con passione, non per convincere me, ma come se dovesse convincere di nuovo se stesso. Le storie che raccontava non erano eccezionali, erano le storie che in anni d’Asia uno sente, prima o poi, raccontare da qualcuno. Le si ascolta e le si dimentica perché non si possono credere. Ma qui venivano dalla bocca di un uomo di Chiesa, un uomo che aveva speso la sua vita con i problemi dello spirito e che parlava in base ad una esperienza di più di trent’anni. Lui pazzo non era! Poi anche a padre Willem venne naturale, come ormai viene a me, lamentarsi del mondo che cambia velocemente e della perdita di quella diversità che è stata all’origine del suo – e del mio – essere affascinato dall’Asia. ‘E’ triste, ma anche la magia sta scomparendo’ disse. ‘La gente ricorre sempre più alle medicine occidentali. La televisione fa vedere il resto del mondo e tutti vogliono diventare come tutti. E’ triste, ma è così. Sono un prete, sono venuto qui a portare la mia fede, ma in qualche modo mi interesso sempre più alla loro fede, sono affascinato dal loro mondo, il mondo vero, quello che sta sotto il mondo delle apparenze fatto di Islam, di buddhismo, del mio cristianesimo’. Come lo capivo!
La dimostrazione scientifica dell’esistenza del paranormale
Per ottenere l’autorizzazione ad essere messo in commercio, un farmaco deve essere sottoposto a dei test che devono seguire obbligatoriamente certi protocolli. Uno di questi è il cosiddetto trial clinico detto a doppio cieco che funziona così: ad alcuni pa-zienti, scelti a caso, vengono date pillole del farmaco da testare e ad altri sono date pillole di forma e aspetto simile, ma farmacologicamente inerti. L’obiettivo di questi studi è capire se il nuovo farmaco funziona meglio del placebo: solo in quel caso potrà essere autorizzato a essere messo sul mercato come un trattamento efficace. Né i medici, né i pazienti sanno chi assume il farmaco e chi il placebo. In questi esperimenti, succede sempre che una percentuale molto variabile (dal 25 al 100%) di coloro che hanno assunto il placebo abbia una risposta uguale o migliore di quella dei pazienti che hanno assunto il farmaco. Le risposte più forti al placebo si verificano per lo più negli studi in cui tanto i medici quanto i pazienti credono si stia sottoponendo a test una nuova cura molto potente. Ora una persona di scarsa intelligenza come noi, ma che si fida della serietà e lealtà degli scienziati, si domanda perché mai per testare l’efficacia di un farmaco la si paragona all’efficacia del nulla? Se noi siamo solo atomi e molecole e la nostra mente altri non è che il nostro cervello, perché mai il nulla dovrebbe agire sulla materia della quale siamo fatti? Ciò che si vuol tenere nascosto è il ruolo che la mente dell’uomo è in grado di esercitare sulla materia. Questo ruolo lo si capisce bene facendo un salto nella fisica delle particelle.
Meccanica quantistica & entanglement
La meccanica quantistica è il settore più bizzarro di tutta la scienza. Se giudicassimo col metro della quotidiana esperienza della vita sulla Terra, nulla avrebbe senso nella fisica dei quanti, la teoria che verte sulle leggi della natura che valgono nel dominio del molto piccolo (ma anche in alcuni macrosistemi, come i superconduttori). Nell’irreale mondo dei quanti le particelle sono onde e le onde sono particelle. Un raggio di luce, perciò, è sia un’onda elettromagnetica che si propaga nello spazio, sia un flusso di minute particelle che si dirigono velocemente verso l’Osservatore; o, meglio, alcuni esperimenti o alcuni fenomeni quantistici rivelano la natura ondulatoria della luce, mentre altre ne rivelano quella corpuscolare – senza che mai emergano gli stessi aspetti contemporaneamente. Eppure, prima che lo osserviamo (cioè prima dell’intervento dell’Osservatore), il raggio luminoso è sia un’onda che un flusso di particelle. Nel dominio dei quanti tutto è sfumato: una specie di sabbia pare avvolga tutte le entità con cui abbiamo a che fare: elettroni, luce, protoni, persino quark. Nella meccanica quantistica vige il principio di indeterminazione, per cui la maggior parte delle cose non può venir osservata o conosciuta con precisione, ma solo in un velo di probabilità e casualità. Le predizioni scientifiche dei risultati sono di natura statistica e vanno date in termini di probabilità: possiamo predire, per esempio, solo la più probabile posizione di una particella, non quella esatta. Inoltre non siamo mai in grado di determinare, contemporaneamente e con un grado di precisione arbitrario, la posizione di una particella e la sua quantità di moto; non c’è speranza che la nebbia che pervade il mondo dei quanti un giorno si diradi; non ci sono, cioè, ‘variabili nascoste’ che, come supposto da Einstein, una volta conosciute, potrebbero accrescere la precisione delle nostre descrizioni oltre i limiti naturali che governano il mondo dei quanti.
Einstein, infatti, benché fosse stato tra gli scopritori della teoria dei quanti, non accettava che essa fosse probabilistica e non deterministica e, soprattutto, non digeriva gli aspetti non localistici di essa connessi col fenomeno dell’entanglement, che al suo tempo era un fatto puramente teorico. Ma che cos’è l’entanglement? E’ quel bizzarro fenomeno per cui due particelle che siano state generate in passato da un processo che le ha vincolate in modo speciale – per esempio due fotoni generati da uno stesso atomo quando un suo elettrone scende di due livelli – rimangono accoppiate per tutta la loro vita e quando si agisce su una delle due, l’altra particella reagirà istantaneamente ovunque si trovi, violando così sia il principio di località che la teoria della relatività. Dopo anni di dispute finalmente il fisico francese A. Aspect riuscì a dimostrare sperimentalmente l’esistenza dell’entanglement.
1.17 Gli esperimenti di Alain Aspect
Nel 1982 Alain Aspect con la collaborazione di due ricercatori, J. Dalibard e G. Roger, dell’Istituto di Ottica dell’Università di Parigi, raccolse la sfida per una rigorosa verifica delle ipotesi “non localistiche” della teoria quantistica. Egli realizzò una serie di apparecchiature sofisticatissime nel campo dell’ottica-fisica, le quali permisero di risolvere il contenzioso che ormai da mezzo secolo opponeva i fisici che si riconoscevano nelle posizioni ortodosse zioni “classiche” (Einstein, ecc.), con i fisici quantistici della scuola di Copenaghen. Nella figura di seguito riportata vediamo una schematizzazione delle apparecchiature utilizzate da Aspect e collaboratori nei loro esperimenti. Al centro abbiamo un atomo di Calcio eccitato il quale produce una coppia di fotoni correlati (entangled) che si muovono lungo percorsi opposti. Lungo uno di questi percorsi (nel caso rappresentato in figura, il Percorso A), di tanto in tanto e in maniera del tutto casuale, viene inserito un “filtro” (un Cristallo Birifrangente) il quale, una volta che un fotone interagisce con esso, può, con una probabilità del 50 %, deviarlo oppure lasciarlo proseguire indisturbato per la sua strada facendosi attraversare. Agli estremi di ogni tragitto previsto per ciascun fotone è posto un rivelatore di fotoni.
Ora, la cosa straordinaria verificata da Aspect con le sue apparecchiature è che nel momento in cui lungo il Percorso A veniva inserito il Cristallo Birifrangente e si produceva una deviazione del fotone 1 verso il rivelatore c, anche il fotone 2 (ovvero il fotone del Percorso B; il fotone separato e senza “ostacoli” davanti), “spontaneamente” ed istantaneamente, deviava verso il rivelatore d. Praticamente l’atto di inserire il Cristallo Birifrangente con la conseguente deviazione del fotone 1, faceva istantaneamente e a distanza deviare il fotone 2.
Tutto ciò può sembrare strano, ma è quello che effettivamente accade quando si eseguono esperimenti su coppie di particelle correlate.
Queste bizzarrie della natura, stigmatizzano i fisici quantistici, sono tali solo se si ragiona secondo una “logica classica”. In uno scenario ove si immagina che qualsiasi sistema correlato possa godere della prerogativa di non risentire della distanza spaziale, tutto risulta semplificato, “normale”. Abbandonando l’idea che le particelle correlate situate in luoghi distanti rappresentino enti distinti, scompaiono anche buona parte degli ostacoli concettuali (e di fatto) che impediscono una comunicazione o “un’azione” non locale.
In riferimento all’unicità della materia che scaturisce dalla visione non localistica della teoria quantistica, così si esprime il premio Nobel per la Fisica Brian Josephson:
“L’universo non è una collezione di oggetti, ma una inseparabile rete di modelli di energia vibrante nei quali nessun componente ha realtà indipendente dal tutto: includendo nel tutto l’osservatore”.
Ci congratuliamo per geniale scelta titolo articolo…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/
È morto il Bruno Vespa della “divulgazione scientifica”, detto senza polemiche né critiche, ma solo come considerazione generale.
Del resto, non si lavora nell’Ente di stato per 60-70 anni senza fare compromessi, o peggio, col potere che detta la linea editoriale di qualunque trasmissione.
Angela non ha divulgato “La Scienza”, ha fatto pubblicità alla versione anglosassone della tecnologia come panacea per risolvere i problemi del mondo, minimizzando (o ignorando) i problemi che questa stessa visione causava. E salto per carità di patria gli ultimi due anni.
Ma che insulto! Bruno VEspa! Un parassita che ha fiancheggiato, promosso, confermato l’inutilita’ della decenza nel corpo parlamentare, culturale, imprenditoriale di voi laggiu’.
Piero Angela, Quark, Bozzetto, l’Avellinese, le ritrasmissioni di documentarii senza i quali saremmo cresciuti a Vespa e Fede, Andreotti e Craxi. L’inventiva, i contenuti originali, i tempi perfetti nell’eloquio, le qualita’ personali di Angela.
Ma tu parli tanto per parlare? Descrivimi un po’ cosa intendi per “pubblicità alla versione anglosassone della tecnologia come panacea per risolvere i problemi del mondo, minimizzando (o ignorando) i problemi che questa stessa visione causava.”
Non e’ vero! Si parlava di cambiamento climatico ed inquinamento gia’ negli anni Ottanta di Quark, si parlava di quelle che si chiamavano “tecnologie alternative”, e soprattutto io ricordo sempre una pennellata di “senso civico”, un ricordo che esiste la responsabilita’ personale nelle scelte che facciamo qui da consumatori privilegiati.
Avanti, cos’e’:
pubblicità alla versione anglosassone della tecnologia come panacea per risolvere i problemi del mondo, minimizzando (o ignorando) i problemi che questa stessa visione causava
per fortuna non si chiamava Santo, altrimenti, unici al mondo. i soliti campioni che tutti ci invidiano, avremmo avuto la scienza Santi-ficata.
visione anglosassone, tradotto, è horror nero, detto humor british style.
Singolare che un divulgatore di materie solitamente ostiche per molti non fosse nemmeno laureato in discipline scientifiche bensì con la maturità classica. Per carità, niente di male, certo che è strano quando si fa un gran parlare “di lasciare spazio agli esperti”. Spazio che Angela lasciava agli esperti che decideva lui (o, meglio, il suo datore di lavoro), come nel caso, ad esempio, della serie di Quark Economia nella quale spiegava al volgo perché i ricchi sono ricchi e i poveri poveri, in compagnia di Carli e Padoa Schioppa.
Peccato non si sia limitato alle migrazioni degli gnu.
Idiotaaaa… vedi che Piero Angela non e’ uno scienziato, bimbominkia bamboccio liberista che altro non sei.
E’ un jazzista italiano, quindi cesso, e per di piu’ un “…uomo delle “meraviglie della scienza” [ch]e non sapeva nulla di paradigmi e di falsificabilità, di induzione, di competizione fra teorie, di significato del metodo e men che meno delle teorie che formano il modello di mondo accettato…”.
Quando sono dei Nobel (Montagnier) a sbertucciare la scienzah nella quale hai riposto tutte le tue insulse e fallimentari aspettative esistenziali, diventano magicamente dei ciarlatani. Quando dei ciarlatani osannano lo stesso oggetto di cui sopra, allora magicamente diventano dei Nobel.
Sei proprio cresciuto a pane, Gallavotti e divulgazione, della peggior specie anche, e si vede benissimo purtroppo…
Alberto Angela e’ sempre stato un giornalista. Nessuno ha mai affermato che fosse uno… come dite voi? “scienziato”?
Zappe ignoranti senza speranza di riparazione, ecco cosa fate per vivere. Quanto al patetico rigurgito di stizza del Coso Fesso che sproloquia di fatti, persone, e materie alla propria tridentina comprensione totalmente impervie, si chiama: “onanismo”
Andate, paraculi, andate… Blondett ti aspetta.
Quindi un incompetente per antonomasia: era iscritto almeno all’ordine della carta igienica? O era come minutolo: un opinionista? ahahah… Poveraccio cresciuto a pene (nei due sensi correnti) e divulgazione, pene e divulgazione…
Si vede che negli ultimi due giorni ti sforzi di raggiungere il livello mistico della coglionaggine digitale di cui sono infusi parecchi/e qui.
Fine settimana e il fisio non viene, eh?
E adesso, sessantenne, parlami di quel delinquente ad Ano-rem di tuo padre, va’, che’ mi voglio divertire.
direi una gara ai punti. Stiamo parlando di esseri speciali, divinita’ alate, al pari di grillo, draghi, etc. Energie cosmiche sostantivate, oltre la beatitudine, l’angelico. oggi un poco, ribelli, decaduti. il colore delle loro piume, è invero caligginoso, fumo di londra…
Sentite, non posso credere che ‘sta roba sia veramente quello che Alberto Capece eccetera pensi di Alberto Angela ed il suo lavoro. Nemmeno la bamboletta vodoo di Andreotti potrebbe scrivere sconcezze del genere!
No capisco quale schema stia dietro a ‘sto truogolo. E’ chiaro che qui si parla (a parte le storie di patria politica) di cose nelle quali avete pochissimo becco da intingere. E posso capire che l’imitazione di Breitbart e Capezzone vi attiri… ma Alberto Angela!
Chi era davanti al televisore nella seconda meta’ degli ’80? E’ impossibile non offrire sacrifici umani alla deita’ di Quark, il fatto e’ che la maggior parte di voi a meno di quaranta ani di Guenon, ecco cosa. Non avete visto un piffero!
Eh …
EH …
https://twitter.com/QLexPipiens/status/1557658153445113857
ecco, se vogliamo capire il retroterra su cui si fonda la religio pagana della lega, occorre adare indietro nel tempo ed analizzare il taccuino di salvini entro un confronto comparato con il diario di himmler.
Il livello di dettaglio al quale giungono gli appunti di Himmler illustra autenticamente la “banalità del male” della quale fu capace il nazismo.
speculare.
La scienza che fabbricava angeli. il Talidomide, farmaco della casa tedesca ha però causato pesanti malformazioni a più di 10 mila bambini in tutto il mondo (soprattutto australiani, canadesi, europei e giapponesi), molti dei quali sono nati con braccia e gambe troppo corte o addirittura senza uno o più arti, problemi alla vista o all’udito, anomalie cardiache o danni cerebrali. Per questo per molti le scuse non bastano, per altri non sono abbastanza profonde, per altri ancora – soprattutto per chi dice che i produttori erano in realtà consapevoli dei rischi del farmaco – non sono sincere.
10 mila bambini in tutto il mondo (soprattutto australiani, canadesi, europei e giapponesi), molti dei quali sono nati con braccia e gambe troppo corte o addirittura senza uno o più arti, problemi alla vista o all’udito, anomalie cardiache o danni cerebrali. Per questo per molti le scuse non bastano, per altri non sono abbastanza profonde, per altri ancora – soprattutto per chi dice che i produttori erano in realtà consapevoli dei rischi del farmaco – non sono sincere, Immesso negli anni del baby boom, quando andava di moda la sterilizzazione in paesi poveri e per soggetti indesiderati. Non esiste il caso, specie in ambiti scientifici.
oggi, manipolazioni virali ed ecco i vaccini. Casualità o tempismo? Non siamo tutti sciocchi.
Anche a proposito di $ien$iati, si può vedere (!) :
EH …
https://twitter.com/Leonard1306___/status/1558429475234369539
E qualcosa sulla Ditta Angela, padre e figlio, quali divulgatori di Storia e commentatori di documentari sui grandi eventi storico-politici dei nostri giorni, la vogliamo dire? Chi non ricorda la retorica agiografica dei mille volontari di Garibaldi che col loro indomito coraggio rovesciarono la Monarchia borbonica? Le gesta dell’eroe dei due mondi, senza macchia e senza paura, che con quattro archibugi arrugginiti sgominò un esercito regolare? E mai che i bravi divulgatori avessero speso una parola sugli interessi britannici legati all’unificazione della Penisola sotto la guida dell’amico Cavour. Mai un accenno alle malefatte dei conquistatori, ai soldi fatti circolare dalla massoneria per corrompere gli ufficiali borbonici, mai un fiato sugli eccidi di contadini meridionali perpetrati dai piemontesi prima, dall’esercito italiano dopo. Insomma la “solita Storia” ufficiale, accademica e padronale, per poi riparare ipocritamente alle proprie omissione con gli omaggi oleografici e da cartolina illustrata alle bellezze artistiche e culturali di Napoli!
E sull’11 settembre? Due ore e mezza di buoni sentimenti, di commozione per le vittime, di storie private strappalacrime, senza mettere mai in discussione la ricostruzione dei fatti ufficiale, che come ben sappiamo non ha convinto mai nemmeno i cittadini americani. Insomma, più che giornalisti o divulgatori di conoscenza, paladini delle verità precostituite del potere, professori di conformismo che hanno formato generazioni di conformisti.
Ma di che stai parlando? Piero Angela, Bruno Bozzetto, quello col pesantissimo accento avellinese che conduceva la porzione Homo Technologicus. Ma quanti anni hai perdio?
E, scusa un poco, Angela e’ dagli anni ’70 che lavorava di fino:
https://it.wikipedia.org/wiki/Piero_Angela
Ancora $ien$a …
https://twitter.com/ilpresidenteh/status/1558426485656018944
Si può vedere (!) :
Aggiungo che la ditta Piero Angela &son veniva pagata 6mln annui per fare la guardiana della scienzah. Le minchiate che hanno raccontato e che milioni di storditi si sono bevute non si contano. A partire dai blocchi di granito pesanti decine di tonnellate trascinati sulla sabbia facendoli scorrere su tronchi di legno senza che questi affondassero nel terreno.
“Le minchiate che hanno raccontato e che milioni di storditi si sono bevute non si contano”
Ad esempio?
L’esempio l’ho fatto ma tu non sai leggere. Ritenta sarai più fortunato.
internet, sembrava il ritrovato scientifico del millennio, capace di abbattere tutte le barriere, nel benessere generale. siamo ad un passo dall’apocalisse, invisi a comunicare, son regine le ansie e le follie, sciocchezze. parliamo ai fantasmi. un tempo, scrivevamo lettere, eravamo liberi e non avevamo codice fiscale. eravamo persone, non cifre. internet, è una prigione. questa, è coercizione, non scienza. l’obiettivo è stracciare l’identità digitale. pc nel cesso. liberta’ è scienza…
Condivido in buona parte…
… hai visto Quark. Tutto quanto detto sopra e’ una menzogna.
$ien$iatooo… questo ti sembra $ientifikamente vero?
“Tutto quanto detto sopra e’ una menzogna.”
Te l’hanno detto i butaKKari ?
Madonna ma questi qua stanno messi male! Deve per forza essere su commissione. Quest’idiota sta facendo fare a Beppe Giulietti una figura da capo dell’IFCN.
Elena, tu che ne dici?
Elena è momentaneamente occupata, si sta preparando la cena; a Suo posto ti risponde Popper, che certo Non ha una strabordante prepara$ione $ientifika del Tuo livello :
https://www.teche.rai.it/1989/04/karl-popper-falsificazionismo-metodo-scientifico/
Se pratichi un po’ di scienza, sai ch’è tutta trasformazione, mai creazione. un vantaggio sotto un aspetto, crea inevitabilmente uno svantaggio dall’altra. Il motore, trasforma un aspetto energetico in un altro, ma la materia utilizzata, non è reversibile con rendimento a perdita zero.
Quindi, dormite tranquilli: la scienza non riuscirà Mai a migliorare la nostra condizione umana.Se alcuni, nel nome della scienza, han migliorato le loro condizioni, è a scapito di altri che le hanno peggiorate. i vantaggi scientifici per tutti, Non esistono.
Beccati la poliomelite e poi mi dici. Partorisci un feto deforme e poi mi dici. Prenditi il morbillo a quattro anni e poi mi dici. Prenditi la dengue e poi mi dici. Prenditi la malaria e poi mi dici, eccetera.
E di quelli che ci rimettono per il nostro benessere a te non frega una ceppa, questa e’ la verita’.
Prenditi gli effetti avversi a seguito di Propaganda $ienti$ta a reti unificate, con una Raffazzonata farmaco vigilanza Solo passiva, e poi mi dici :
i miei genitori son morti di cancro(cause ambientali da progresso)ed anche in fretta, nonostante le cure.i miei nonni son morti d’infarto ed io ho rischiato grosso parecchie volte. il medico che mi curava il cuore, è morto d’infarto, piu’ giovane di me. Porto sfiga e tanti che mi han denigrato son morti. Vuoi dire che mi sbaglio? Porti piu’ sfiga di me o ti vuoi accomodare?
Qua :
Condivido… e in itaGlia è pieno di $ien$iati che cercano di migliorare la Propria posizione ai Danni degli Altri… basta vedere le “virostar” ed affini, per dire.
La $ien$a :
Si può leggere (!) :
https://stopcensura.online/de-mari-ai-medici-vaccinatori-non-siete-coperti-per-la-3a-e-4a-dose-potete-essere-denunciati/