E’ cominciata la seconda fase dell’operazione russa in Ucraina: ieri è stato distrutto a Leopoli un  grande arsenale di armi provenienti dall’Europa e dagli Stati Uniti insieme a decine di altri depositi in tutto il territorio ucraino mentre le truppe russe e le milizie delle repubbliche indipendenti nella sacca del Donbass stanno attaccando e crescono le diserzioni e le rese. Chiaramente qualcosa è cambiato nelle ultime settimane e la liberazione di Mariupol ha avuto un effetto molto superiore a quello che ci si poteva aspettare. E del resto basta riverirsi a questo video che poi sarebbe il discorso alla nazione di Zelensky nel giorno di Pasqua per rendersi contro della situazione grottesca che si è creata, qualcosa che ha del pasoliniano. . Vedremo nelle prossime ore e nei prossimi giorni come evolverà la situazione che potrebbe anche concludersi con un collasso dopo 50 giorni  in cui il rifornimento di armi è stato massiccio e il fanatismo delle formazioni naziste ha tenuto assieme una resistenza accanita che in realtà ha ben poco a che fare con la maggioranza della popolazione ucraina che si è trovata presa nel mezzo della contesa e spesso non vede l’ora che arrivino i russi per sfuggire alle violenza di squadracce disperate e armate fino ai denti.

I giornali occidentali hanno approfittato del fatto che i russi non si sono impegnati nelle aeree urbane per evitare di cadere nella trappola che la Nato aveva preparato per loro già negli anni scorsi (vedi Morire per gas: la verità su mercato macello della Nato ), per ipotizzare una debolezza della Russia e in questo contesto per giustificare il comportamento di elite politiche ben felici di trasformare la guerra in una continuazione della pandemia con altri mezzi. Ma in realtà ad apparire debole è stata proprio la Nato che si è vigliaccamente nascosta dietro gli ucraini pur impegnandosi a fondo nel mandare mercenari pagati a peso e tratti delle proprie schiere terroriste, soldi, arm, istruttori e nel produrre sanzioni per isolare totalmente la Russia e che peraltro si sono rivelate letali per le economie occidentali.  Se è vero che gli europei hanno approfittato dell’occasione per liberarsi di armi rugginose e obsolete tenute in magazzino, gli Usa si sono impegnati a fondo arrivando a mettere in crisi i loro stessi arsenali.  La settimana scorsa si è svolta una tesa riunione tra il Pentagono e i produttori di armi perché se gli States non aumentano la produzione bellica  si troveranno con i magazzini vuoti: basti pensare che hanno consumato un terzo di tutti i missili Javelin in loro possesso. Ma aumentare la produzione mentre le catene di approvvigionamento sono in crisi e mancano i microchip ( di produzione generalmente cinese) è parecchio arduo. Peraltro queste armi non hanno avuto l’effetto che si sperava in parte perché una notevole quantità di esse è stata distrutta prima di poter essere usata da missili di straordinaria precisione e non intercettabili, in parte perché è stata usata male visto che ci vuole tempo ad imparare e in parte perché si sono rivelate inferiori alle aspettative.

Se si guardano le cose attraverso questa prospettiva che è poi quella realistica, ci troviamo di fronte a una situazione  completamente diversa da quella che viene fornita dalla narrazione occidentale: il contingente russo, più le milizie delle repubbliche, è pari a un terzo delle truppe ucraine le quali sono state rifornite di una quantità di armi decisamente superiore a quelle possedute dall’esercito di terra più potente del continente, ovvero quello francese, ma è stato comunque domato e adesso sta per subire un attacco devastante. Basterebbe solo questo per mettere le carte in tavola e comprendere che l’opzione nucleare, così tanto temuta da parte di una Russia “che sta perdendo” è semmai proprio l’ultima carta di una Nato che si è rivelata militarmente inferiore e per giunta compromessa con un regime degenerato. E per comprendere quanto lo sia basta vedere attentamente questo video di Massimo Mazzucco