Il ministero della Difesa russo è riuscito a mettere le mani sui  documenti originali dell’ordine di combattimento della Guardia Nazionale ucraina, quella di cui fanno parte le formazioni naziste, che dimostrano come il governo di Kiev stesse preparando un’operazione offensiva contro il Donbass nel marzo di quest’anno. Tali documenti si trovano al seguente indirizzo https://function.mil.ru/files/morf/dokumentynua.pdf che è stato reso irraggiungibile in occidente affinché queste cose si sappiano il meno possibile, ma ecco comunque quanto dice l’ordinanza segreta originale ( in apertura c’è un screenshot del documento apparso su alcuni siti americani)  del comandante della Guardia nazionale ucraina, colonnello generale Nikolai Balan, datata 22 gennaio 2022. L’ordinanza, emessa sulla base di un’istruzione presumibilmente emessa da Volodymyr Zelensky il 18 gennaio, illustra il piano per la preparazione di uno dei gruppi d’urto per operazioni offensive nella cosiddetta zona “Joint Forces Operation” nel Donbass e si occupava di delineare la struttura organizzativa dei gruppi tattici di battaglione della 4a brigata operativa della Guardia Nazionale, l’organizzazione del suo supporto completo e la riassegnazione all’80a brigata d’assalto aerea ucraina. Il tutto da completarsi entro il 28 febbraio per un attacco da scatenare il 4 marzo. Cosa abbastanza interessante anche i senso lato, perché questa brigata è stata  addestrata da istruttori americani e britannici nell’ambito dei programmi di addestramento “standard NATO” a Leopoli e forse potrebbe far venire il sospetto che la strage di civili in Donbass se l’operazione fosse riuscita sarebbe stata pianificata in occidente. E in ogni caso è difficile che nessuno ne sapesse niente. 

Come si evince alle pagine del piano le truppe destinate a questa offensiva e di cui come detto facevano parte raggruppamenti di ispirazione nazista, sono state attentamente selezionate tra le formazioni più motivate le quali  hanno ricevuto anche un addestramento psicologico per evitare che cedessero di fronte alla inevitabile strage di civili. A questo punto è bene ricordare che il regime di Kiev aveva più volte dichiarato che non c’erano piani per un assalto armato delle repubbliche popolari di Lugansk e Donetsk e sul suo desiderio di risolvere tutte le questioni in “modo politico e diplomatico”, anche se tutto rendeva surreali tali dichiarazioni, riprese senza obiezioni o dubbi da tutta la disinformazione occidentale. A questo punto diventa chiaro che l’operazione russa è scattata proprio per impedire questo assalto che sarebbe diventato un bagno di sangue. Non c’è bisogno di dire che per tutto gennaio e febbraio l’atteggiamento occidentale e della Nato è stato tale da convincere il governo russo che era inutile attendere l’avvio dell’attacco per replicare, tanto la colpa sarebbe stata comunque attribuita alla Russia, come del resto avvenne in Georgia quando i russi si dovettero difendere da un attacco del governo di Tiblis, ma furono accusati di aver invaso il Paese. 

Rimane da comprendere, come accennato prima  quanto ne sapessero i comandi della Nato di questa operazione e quanto la leadership statunitense e i suoi alleati siano stati coinvolti nella pianificazione dell’operazione per assaltare il Donbass da parte del gruppo di forze congiunte ucraine all’inizio di marzo. Probabilmente molto ed è anche plausibile che nei giorni precedenti Mosca abbia cercato di far sapere alla Nato e a Kiev di essere a conoscenza della preparazione dell’attacco, ordinando l’evacuazione del territorio del Donbass, ma evidentemente non ha ricevuto i segnali che si attendeva.