Il filo ucrainismo dell’ultima ora, creato da una pressione mediatica senza precedenti e come al solito impavidamente vergognosa, è talmente privo di senso da scavalcare a destra nella teologia del massacro (altrui)  persino il premier Zelensky che come tutti i primi ministri di Kiev dopo il golpe Maidan è completamente nelle mani di Washington e tuttavia in qualche modo cerca di esprimere una qualche diversità dal proprio padrone: per esempio quando dice che l’occidente vuole che gli ucraini vengano uccisi e che si sta combattendo ora non per la vittoria che non potrà esserci, ma per “stabilire dove sarà il nuovo confine”. Egli esprime a suo modo, ma con evidenza una posizione molto diversa rispetto alle forze naziste armate e coccolate dall’occidente che oggi hanno trasformato i cittadini di Mariupol, Odessa e Kiev in scudi umani. La linea della resistenza ad oltranza e del maggior numero di vittime non è quella del governo ucraino il quale sa che in ogni caso la guerra è persa e la discussione verte sui futuri confini del Paese e sui suoi assetti, ma è invece quella dei nazisti e degli americani che voglio creare una sorta di nuovo Afghanistan per rendere impossibili i rapporti commerciali tra Russia ed Europa.

Che vi sia una differente veduta delle cose è dimostrato proprio in questi giorni dagli attriti fra i resti dell’esercito ucraino e il reggimento Azov che si rifiuta di obbedire agli ordini,  dall’uccisione di Denis Kireev, membro della delegazione ucraina ai negoziati di Gomel e ritenuto troppo morbido, assassinio che costituisce un severo monito per chi dovesse essere troppo morbido in futuro, dal fatto che gli accordi sui corridoi umanitari presi perché i civili possano uscire dalle città dove sono in corso combattimenti, non vengono per nulla rispettati dalle formazioni neonaziste, una quarantina in tutto, che anzi hanno il preciso interesse a farsi scudo della popolazione civile e infine dal fatto che a Mariupol i resti dell’esercito si arrendono mentre i nazisti si barricano. Esistono due ucraine molto diverse che paradossalmente vanno separandosi proprio in questa temperie : quella oltranzista e di ispirazione nazista che ha sabotato, in combutta con gli occidentali,  qualunque accordo e non ha mai rispettato quello Minsk, imponendo anche ai governi questa strategia e invece un’Ucraina che vuole semplicemente tornare a vivere senza l’incubo nazista e ipernazionalista e che è assolutamente disposta alla neutralità. Certo è un Ucraina che non ha spazio dentro la narrazione occidentale di cui un giorno qualcuno si vergognerà, ma probabilmente è quella che esprime la grande maggioranza delle persone che sono state impoverite e umiliare sotto il tallone degli americani, dei loro amici oligarchi, nonché degli stupidi di ritorno che sono gli europei. .

Quindi chi va a manifestare per la curva giallo blu  e discrimina tutti i russi, compresi quelli già morti da un secolo, con quella speciale intelligenza del male che prima  permetteva loro di discriminare i non vaccinati gonfiando il petto per questa loro  azione umanitaria, non va a affatto a difendere gli ucraini, ma a difendere la visione neonazista della guerra che vuole in bagno di sangue a tutti i costi, anche di fronte all’evidenza della guerra persa e alla giusta volontà delle terre di lingua russa di autodeterminarsi. Sono per le bande di mercenari che stanno per essere raccolte per poter continuare gli scontri, sono dalla parte marcia di un impero che annaspa nella sua stessa violenza. Non vanno a reclamare l’autonomia del Paese dagli uni e dagli altri, ma a reclamarne il possesso da parte della Nato. Come al solito si deve constatare che senza intelligenza delle cose, inseguendo la più banale fatuità emotiva si finisce sempre per stare sempre dalla parte dell’ingiustizia. Fino a che questi eccessi di nulla non si rivolgeranno contro chi li pratica, facendo sentire loro, come avrebbe detto Hegel, gli stivali della storia e non le soddisfazioni della vacuità.