In Canada ne succedono di tutte: prima la ribellione dei camionisti, poi la fuga del premier da Ottawa, poi la discesa in campo anche degli agricoltori e infine l’ammuntinamento delle società di carri attrezzi chiamati dalla polizia per sgomberare le strade. Ma cè una cosa in un certo senso ancora più clamorosa, ossia la presa di posizione presa dal fratellastro del primo ministro Trudeau, Kyle Kemper che si è rivelato estremamente critiche rispetto alle politiche adottate dal governo : “il Covid-19 è più questione di controllo e centralizzazione del potere che non di salute e benessere”. E possiamo facilmente arguire che egli sia abbastanza vicino alla fonte del potere per avere un’idea abbastanza precisa di cosa si muova sotto la pelle delle posizioni ufficiali. La scorsa settimana ha rilasciato un’ampia intervista alla rivista online canadese “Western Standard” affermando senza mezzi termini che “il Covid è una  frode orchestrata a livello globale che trasferisce enormi profitti dagli stati alle società. Si tratta di toglierci i nostri diritti.” Kemper crede che parte della popolazione mondiale sia scivolata in una psicosi di massa. L’atmosfera e la narrativa secondo cui i “non vaccinati” sarebbero responsabili della continuazione dell’epidemia è estremamente pericolosa e il suo fratellastro, Trudeau, si dedica all’incitamento all’odio.

In effetti le assurde imperanze di Trudeau, così simili a quelle di Macron stanno suscitando un’opposizione radicale in Canada, che probabilmente vedrà diversi stati a cominciare dall’Alberta staccarsi dalle posizioni Ottawa, peraltro inostenibili di fronte alle evidenza delle conseguenze vaccinali. Kemper che è fondatore di Swiss Key, un portafoglio digitale universale per la gestione delle criptovalute, non le manda a dire: ritiene assurdo che suo fratello accusi la libera circolazione di opinioni che sarebbero “inaccettabili”. “Per chi sono inaccettabili queste opinioni?” Il primo ministro sta cercando di “emarginare” il campo dei camionisti, cosa che viene fatta anche con un divieto mediatico orchestrato, cosa che stupisce e indigna perché in  Canada una volta c’era libertà di espressione.Naturalmente non è che tutto questo possa influire sulle desioni, ma mostra che esiste una linea di faglia dentro le elite e che questa faglia si va allaragndo mettendo in forse la riuscita del piano di reset delle democrazie. E conmsiglio tuti di stare sul chi vive perché il crollo potrebbe essere improvviso e bisogna essere pronti ad esplellere dalla vita pubblica i vomitevoli gerarchi del draghistan. Sempre ch si sia uomini e non caporali, ovviamente.