Per comprendere appieno la misura della mistificazione e della stupidità basta andare in Germania e osservare il presepe nella chiesa di Santa Maria a Lyskirchen, vicino Colonia, che è famoso in tutto il Paese per il fatto di trasformare l’intera edificio religioso chiesa in una grande grotta di Betlemme: qui le zelanti gerarchie locali, hanno suggerito di fornire a molte delle figure della sacra rappresentazione, di un piccolo certificato di vaccinazione giallo, che ha anche il simbolo dell’OMS sopra. Ovvero l’undicesimo comandamento. Gesù bambino invece di avere il certificato perché non si è ancora arrivati a pungere i neonati, ha però la famigerata stella gialla che gli ebrei dovevano obbligatoriamente portare durante il periodo nazista. La ragione di questa ulteriore chicca è quella di ricordare che anche Gesù era ebreo, una cosa che forse sarebbe stato bene fare 80 anni fa, ma che adesso appare semplicemente superflua ed è inconsciamente un chiaro ponte tra le vecchie discriminazioni e quelle nuove, tra il vecchio totalitarismo e quello nuovo.

Così il presepe più che essere una rappresentazione della natività è un’allegoria del furibondo cretinismo nel quale è piombato il mondo cattolico o magari della furbizia di gerarchie che sperano di trarre lucro dal perfido affare della pandemia: in fondo sui crocifissi potrebbe comparire la scritta Ior, invece di quell’Inri che ormai ha fato il suo tempo. In fondo stare col potere reale è l’unica strada per conservare privilegi senza più alcun messaggio da esprimere. E quando arriveranno i re magi porteranno Pfizer, Moderna e Astra Zeneca: Verbum vaccino factum est.