Questo pazzo, pazzo, pazzo spread. Ma soprattutto il cinismo senza fondo dei suoi auto nominati padroni che ne fanno un’arma acuminata contro la democrazia e la libera espressione politica. Inviterei tutti gli inutili e chiassosi cialtroni, i troll della mutua e i clientes della politica che si stracciano le vesti per la tempesta che si è addensata sul capo di Mattarella, a lasciar perdere il ridicolo bon ton barattato col rispetto della Costituzione e a risolvere invece questo enigma che è al cuore della questione: come mai quando il presidente ha fatto saltare un possibile governo gialloverde mettendo un veto anticostituzionale su Savona e ha chiamato Cottarelli a provare la formazione di un esecutivo, lo spread è balzato a 300 punti, mentre è sceso a 270 quando si è prospettato un governo Salvini o elezioni anticipate a luglio?
Questo è del tutto contrario alla logica politica che l’informazione del potere attribuisce allo spread, quasi che questo letale coltello venisse impugnato per la lama e non per il manico. Questa contraddizione non stupisce di certo in un mondo nel quale la notizia ufficiale, giunta dall’ospedale di Salisbury secondo cui Skripal e la figlia sono stati curati per overdose di oppiacei e non per fantomatici gas nervini, non provoca alcuna indignazione. Tuttavia nel caso dello spread non siamo di fronte a un sublime mistero delle Ya Ya Sister, semplicemente perché il suo livello è sostanzialmente determinato dagli acquisti della Bce o al massimo di alcuni speculatori in sintonia con i suoi obiettivi ed è proprio questo che rivela come la faccenda del differenziale sui titoli di stato tedeschi non sia altro che un gioco al massacro delle oligarchie europee appoggiato da un contesto informativo che fa credere come il suo aumento o diminuzione sia una questione di effetto immediato, mentre semmai è a lungo periodo e peraltro non così automatico, importante o drammatico mentre avrebbe pochissimi effetti sui singoli risparmiatori. Se per esempio lo spread arrivasse a 500 punti pagheremmo al massimo il 2,2 in più rispetto ad oggi sul capitale per i titoli emessi dopo l’aumento e di fatto un’inezia rispetto agli interessi sul totale del debito pubblico. Anche così non è pochissimo, ma di certo facilmente ammortizzabile da una crescita reale dell’economia perfettamente ipotizzabile una volta spezzate le catene dei diktat economico – politici dell’unione.
Comunque è facile vedere come sia stata organizzata la resistenza contro un governo “populista” o un esecutivo meno disponibile, almeno a parole, a stendersi come un tappetino rosso di fronte a Bruxelles, l’antica Borsella che mi sembra un nome molto più calzante. In vista dell’appuntamento alle urne la Banca centrale aveva dato avvio a un massiccio acquisto di titoli , di molto superiore alla media degli ultimi due anni e del tutto anomalo, per tenere comunque lo spread a un livello basso ed evitare che qualche incertezza dei mercati in riferimento ai possibili risultati delle elezioni italiane, potesse creare problemi ai partiti di governo dello Stivale e per risonanza all’intero edificio europeo. Questo livello di acquisti è stato sostanzialmente mantenuto fino a quando sono state in ballo le varie ipotesi su un fantomatico governo della destra o le trattative per un Cinque Stelle – Pd, poi alla fine di aprile quando è apparso sempre più chiaro che queste ipotesi erano impercorribili e si è affacciato all’orizzonte il concreto tentativo di alleanza tra pentastellati e Lega, ovvero dei populisti. il valore di acquisti settimanali è calato rapidamente per arrivare quasi a dimezzarsi da poco meno di 6 a 3,5 miliardi settimanali quando Mattarella ha avuto bisogno dello spread per giustificare il suo golpetto. L’anomalia è perfettamente visibile nel grafico della Deutsche Bank qui a fianco con la linea rossa che mostra i livelli medi di acquisto titoli da parte della Bce da 2016 ad oggi. Magari Draghi direbbe che sono solo coincidenze.
In realtà le banche europee hanno ancora in corpo troppi titoli italiani per azzardarsi a creare una crisi vera tanto più che abbiamo una bilancia commerciale in attivo: la Bce ha solo lanciato un avviso secondo gli stessi criteri che furono usati nel 2011 sperando che questo basti a ristabilire l’ordine, ma anche dando un chiaro avvertimento su quello che potrebbe succedere se si desse retta agli elettori: ovvero il commissariamento del Paese e la sua riduzione a Grecia. Questa volta però le cose sono un po’ diverse dal 2011: la costellazione del potere è cambiata, non c’è più Hollande il traditore e al suo posto si trova il demi banchiere Macron che si è molto avvicinato a Trump a cui la Germania non sta troppo simpatica, la Gran Bretagna è uscita dall’unione, Obama è stato sconfitto, la Merkel è molto meno forte di prima ed è comunque all’ultimo mandato, c’è stata la questione della Catalogna, il mondo è divenuto più policentrico anche dal punto di vista della finanza, ci sono altre bolle pronte ad esplodere a Wall street e forse qualcuno a Parigi o magari anche a Madrid comincia a rendersi conto che spezzare le reni all’Italia non è poi un buon affare per le contrattazioni con Berlino. In poche parole tutto ciò che è accaduto nelle ultime due settimane è a doppio taglio perché invece di far rassegnare l’italiani potrebbe invece far cadere definitivamente il velo sull’Europa e il reale carattere della sua governance affidata all’estremismo finanziario. Diciamo che l’operato di Mattarella così goffo da creare una crisi istituzionale per innescare una crisi politica e far vincere gli sconfitti, ha fatto in un certo senso la differenza: la ripulsa di certi metodi e il loro evidente significato, comincia quasi a pareggiare le paure. Ma del resto la rinuncia del presidente anche ai camuffamenti in cui è stato maestro Napolitano è già di per sé un forte segnale di squilibro e di crisi della governance continentale che ha tutte le redini in mano, ma sta perdendo il cavallo.
il cosìddetto compromesso socialdemocratico, è con il “capitalismo organizzato”, una sorta di programmazione ed indirizzo all’economia, gestito negli anni successivi alla seconda guerra mondiale con impostazione keynesiana,
Keynes non è lìunico ispiratore, c’era il modello fornito politiche dirigiste che furono necessarie durante la prima guerra mondiale, per allocare tutte le risorse allo sforzo bellico (non a caso in germania ed in austria esponenti socialdemocratici erano presenti nei governi bellici, con importanti ruoli economici)
Tutto ciò, anche per ammissione di socialdemocratici austriaci (otto bauer), èe dello stesso keynes, era un modo si superare la manifesta tendenza del capitalismo alla crisi , questa aveva portato in effetti alla prima guerra mondiale.
Questa nuova fase del capitalismo entra in crisi gia con gli anni 70, l’abolizione della convertibilità del dollaro con l’oro, era il via allo stampaggio di moneta, necessario per uscire del rallentamento evidente dell’economia, in usa ma non solo.
Il capitale fittizio nasce così, esso può essere prodotto dagli stati, ma anche dalla finanza privata, come si è visto dall’inizio degli anni 90 ( oggi sono sia Bce, fed, banche centrali cinese ed giapponese coi quantitative easing, sia le istituzioni finanziarie private a inondarci di capitale fittizio, la cosiddetta bolla)
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Allo snodo degli anni 70, le politiche keynesiane si arenarono sulla stagflazione (inflazione e recessione insieme), furono gli stessi trusts produttivi, dopo una fase in cui tennero i guadagni nel cassetto poiche la produzione non consentiva piu una remunertazione decente, a dare il via alla finanziarizzazione ed alla globalizzazione, il mostruoso meccanismo estorsivo che incombe sui popoli del mondo
il motivo di tale mancata remunerazione (calo assoluto del saggio di profitto), era dovuto alla enormità degli investimenti propedeutici alla produzione, non piu remunerabili ed in parte nemmeno recuperabili prima che la concorrenza uno imponesse nuovi cicli di investimento, pena rimanere fuori mercato
Gli investimenti preliminari alla produzione non sono solo quelli effettuati direttamente dalle grandi imprese (le piccole non hanno autonomia nè peso alcuno). Per esempio. gli enormi costi di estrazione di idrocarburi col fraking (finanziati dallo stato), fanno parte del capitale complessivo che a livello sociale deve essere remunerato, e ciò chiarifica tutto circa il mondo di oggi e la irresolvibilità della crisi.
I quantitative easing ammontano a diverse migliaia di miliardi di dollari usa nel mondo intero ( tantissimo la cina), ma hanno prodotto una crescita miserrima rispetto allo sforzo messo in campo, in altri tempi avrebbero alimentato una crescita economica mostruosa, oggi restano capitale fittizio. Con questa abbondanza di capitale è impensabile che nessuno finanzi la produzione, in un economia di concorrenza si tratterebbe di un ulteriore terreno di valorizzazione e profitto, non bisogna farsi ingannare dalla lagna dei “piccoli imprenditori” che vorrebbero finanziamenti solo per ripianare i debiti, per poi fallire comunque
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I porodromi di quello che sarebbe successo erano tutti presenti nalla crisi delle politiche keynesiane a metà anni 70, a quell’epoca si poneva una scelta netta, superare la crisi con forme piu avanzate di socializzazione dell’economia, o tornare indietro al capitalismo deregolarizzato per favorire una ripresa sostenuta solo dal calo dei salari, dal lavoro precario, da quella forma di imperialismo chiamata globalizzazione , insomma il capitalismo decadente e tendente alla bardbarie che abbiamo sotto gli occhi. Semplicemente, tertium non datur, la fase del capitalismo organizzato o keynesiano aveva esaurito il proprio potenziale storico, definitivamente.
Purtroppo, dopo alcune oscillazioni, vinse l’ipotesi favorevole alle classi dominanti, il capitalismo nella odierna fasce barbarico-decadente è l’unico possibile. Ma c’e una ampia area costituita da quelli che poteremmo definire i “pierini di sinistra” ( stavolta anonimo non c’entra, e nemmeno il simplicissimus)), gente immemore della storia che abbiamo alle spalle, la quale crede di poter bellamente tornare al capitalismo keynesiano degli anni del boom post II guerra mondiale.
Hanno dormito fino allo scoppio della bolla del 2008, con l’amaro risveglio hanno cominciato a pontificare di ogni cosa, a proporre tutte le soluzioni gia bruciate dalla storia, manca solo che riscoprano il sistema feudale come sacrosanta alternativa alla crisi. In effetti sino la miglior massa di manovra per il capitale(che ormai non è piu nreanche davvero capitale), sempre pronti a farsi intruppare dentro qualunque cosa il sistema di dominio del capitale si inventi per proporci delle false alternative.
L’unica alternativa possibile, è ripartire dalla crisi degli anni 70, per implementare quella maggiore socializzazione dell’economia che allora fu sconfitta da tatcher, regan, ispirati dagli economisti austriaci hayeck, mises,, e dai partiti socialdemocratici arrendevoli e traditori
dedicato ai pierini di sinistra :
Sant’Agostino diceva che i mentitori solleticati dalla voglia di mentire sono fenomeni rari e straordinari, perchè nel mentire c’è la stessa disciplina del dire la verità, mentre dire stronzate significa non fare attenzione a nulla, tranne a ciò che fa comodo al proprio discorso.
Così facendo diventa abitudine normale a non badare a come stanno le cose. A essere superficiali banali e ovvi. Alla non comunicazione
“A essere superficiali banali e ovvi.”
Quanto banale, e meschina è la malignità dei ciarlatani sinistrati, almeno.
Quale sia la deriva del capitalismo a grandi linee lo sanno tutti, ma questo riguarda l’evoluzione di parecchi decenni… il problema qui in Italia dopo la tesi e l’antitesi, NON SI RIESCE A FARE NESSUNA SINTESI DI MATRICE SOCIALISTA, men che meno la riescono a fare dei sinistrati logorroici, CHE CERTAMENTE , NON HANNO IL DONO DELLA SINTESI e la capacità di scendere nei dettagli del problema, ma enuncia le loro teorie o il loro sapere come farebbe un prete in chiesa, causando in molti un rigetto, consapevoli poi che la sinistra sinistrata, nella migliore delle ipotesi è tutta chiacchiere e distintivo.
La sinistra sinistrata ha raggiunto la notevole meta del farsi cacciare da pressoché tutte le istituzioni; cosa dire dopo che a seguito di grandi predicozzi e cincischiamenti, hanno raggiunto un si notevole risultato ?
No, dico, cosa dire molto banalmente ( almeno quanto è banale la sostanziale insipienza parolaia della sinistra sinistrata degli ultimi 30 anni ) ?
“una crescita reale dell’economia perfettamente ipotizzabile una volta spezzate le catene dei diktat economico – politici dell’unione”
allora ce lo ipotizzi,,,,, la cosa non è affatto ovvia
Sembra che Mattarella abbia con le sue castronerie, avuto l’intenzione di consegnare il governo nelle mani della Lega ( quella della flat a tax), prima o dopo le elezioni ( in questo caso potrebbe ottenere più del 40% dei voti assieme a FI, ed il premio di maggioranza Visto che il 40 % dei voti LA MAGGIORANZA NON È! E dovremmo con ciò sopportarci un altro sgoverno di destra che farà politiche POCO DISSIMILI DA QUELLE DEI COMPAGNI DI MATTARELLA), permettendo alla lega, partito reazionario di atteggiarsi a partito difensore della democrazia…siamo presi proprio bene, chi avrebbe pensato ad un risultato simile solo 10 anni fa ?
ECCELLENTE.