Anna Lombroso per il Simplicissimus
Da anni la questione morale è diventata soprattutto un trastullo con cui si baloccano quelli che hanno avocato a sé la rappresentanza di una società civile virtuosa contrapposta a una politica, marcia, corrotta, disonesta. Come se bastasse non rubare, come se compromessi e ipocrisie fossero peccati veniali, giustificabili laddove i manichei confini tra bene e male, convenienza e opportunità, legittimità e legalità sono diventati così labili e arbitrari.
E invece non tutta la così liquida e immateriale società civile è onesta, trasparente,irreprensibile e incorrotta: dall’alto e dal basso si sono incontrati, in un amalgama indistinguibile, clientelismo, favoritismo, familismo, sistema di governo dall’alto, scappatoia permessa con tolleranza dal basso quando precarietà, incertezza, paura spingono a ricorrere a scorciatoie, favori, ambiguità.
Adesso tutti i primaristi del novembre 2012, quelli che hanno contribuito alla morte del loro partito di riferimento, gli stessi che avevano tacciato gli increduli di starsene nel comodo schizzinoso spazio di una colonna, invece di dedicarsi alla salutare pratica dell’autocritica, si permettono di essere adirati come noi stiliti, incolleriti perché non è stata onorata quella che per loro era l’ultima cambiale firmata.
Ma guardate che mica era quella di un cravattaro, mica era obbligatorio sottoscriverla, guardate che come al solito era possibile dire di no. Perché allora, lo ricordo alle coscienze dedite alla comodità dell’oblio che condannate solo il 27 gennaio, non avete votato Bersani contro Renzi, no. Avete sottoscritto un patto scellerato. Non vi siete limitati a gratificare la vostra impotenza grazie a una liturgia domenicale imitativa della democrazia, eh no. Allora avete dato perfino due euro per siglare e sostenere una linea “politica”, quella preliminare alle larghe intese, al sodalizio con l’innominabile, favorevole alla cancellazione dell’art. 18, delle garanzie e dei diritti del lavoro, alla rinuncia alla sovranità di Stato e di popolo, già votata in Parlamento, alla manomissione della costituzione e infine, e non a vostra insaputa, all’evaporazione di un partito che, proprio come voi, aveva collocato tra i suoi pilastri il distacco dalla sinistra, il tradimento dell’antica vocazione a rappresentare gli sfruttati e i deboli,. la slealtà nei confronti di elettori e militanti.
Non potevate non sapere di firmare la vostra approvazione a quello stato di necessità che giustificava austerità, come fine e non come strumento, la rinuncia a pensare “altro”, a affrontare e dirimere le contraddizioni del neoliberismo, accusando chi esige di farlo, per ragioni di sopravvivenza di sé della propria identità e dignità e della democrazia, di infantilismo, velleitarismo, disfattismo, sentendosi a posto per aver convertito partecipazione e militanza in un rituale da gita domenicale, in una sacra rappresentazione, festosa come una scampagnata, consolatoria come un rito di riconoscimento ed appartenenza.
Non era mica una cambiale in bianco, la sapevate bene la cifra da pagare con quella firma sotto la “carta d’intenti”, più vincolante del contratto con gli italiani di Berlusconi, visto che significava un impegno da mantenere nelle urne, quelle vere, ben oltre quell’acrobatico spot di pubblicità progresso della democrazia, così coerente con la mutazione in mediocrazia, una scatole vuota di contenuti preferendo loro le alleanze segnata dalla griffe dall’accontentarsi del meno peggio.
Non avete il diritto di essere in collera. Siete complici e a meno che non ne abbiate tratto qualche beneficio, qualche accesso facilitato, qualche protezione, qualche credito da riscuotere, non vi invidio. Perché è vero che non c’è nessuna soddisfazione nel dire “ve l’avevo detto”, non è gratificante aver avuto ragione, la sindrome di Cassandra non è contagiosa, non piace agli altri e non possiede un antidoto. Ma almeno permette di non doversi fare la barba al buio per non guardarsi allo specchio (citazione da Ernst Hemingway).
pensavo: se il programma dei ministri del governo Letta era di schedare in nostro DNA con la scusa di farci la cortesia di scagionarci in caso di omicidio o di violenza sessuale.,Quale mai sarà quella della nuova squadra di governo a conduzione Renzi, LA LOBOTOMIZZAZIONE per scongiurarci il mal di testa?
Rimanere in questo paese, da persone civili, è possibile solo con una dose mai conosciuta di indignazione, impazienza e collera . Aggiungo solitudine “intellettuale”.
Ho amici che votano PD e SEL. Brave persone che si meravigliano ancora che il loro PD abbia concepito un berlusconino come Renzi e che Vendola sia l’eterno ambivalente che ora ha perfino perso il suo iniziale smalto retorico ( e forse è un bene, così affascina meno gli allocchi che s’accontentano in politica di belle parole messe in fila).
Ho amici che hanno brindato all’arrivo di Monti, convinti di essersi liberati di Berlusconi. Ora, dopo due anni, stanno dicendomi che avevo fatto bene a non alzare il calice.
Però anche grazie a loro, ora tutti ci beviamo il calice amaro di averli tutti e due, in modi diversi,a contare in questo pasticciato e corrotto paese.
Sono affettivamente amici, ma condivido nulla di analisi politica e civile con loro.
non è asma, è collera, è impazienza e ormai, totale, intolleranza
Renzi ha spodestato Letta. Il federale del Pd inizia così la sua carriera, il che è preoccupante, ma fino ad un certo punto perché sarà brevissima e insignificante. Tra due mesi farà la fine di Letta, e nessuno lo ricorderà più.
Nel marasma insensato che ha travolto la scena politica italiana e frastornato l’intero ceto politico, non poteva mancare l’ossesso dei Arcore, il quale, anziché essere obbligato ai domiciliari, gigioneggia come suo solito a sostegno del suo candidato alle regionali in Sardegna. Candidato che ha buone possibilità di vincere, dal momento che il M5s si è autoescluso per manifesta incapacità, e il Pd a guida Renzi respinge assai più di quanto attragga.
Insomma, come era prevedibile, stiamo trascorrendo l’inverno assistendo all’ennesima messa in scena per prendere e perdere tempo in vista delle elezioni europee, quando probabilmente si andrà anche alle elezioni politiche per evitare che l’ineluttabile affermazione degli schieramenti no-€ ne influenzi l’esito.
Poi si vedrà. Ma non sarà un bel vedere.
..bah; trovo gli articoli della Lombroso, più il “frutto di una certa pressione sanguigna (..passione ad oltranza)”.
Sull’eventualità dello – stile -… per definizione altra, mi appellerei più alla qualità e al discernimento del lettore.
Non si può imputare sempre, e solo a chi scrive, l’effettiva prurigine dell’effetto che fa.
Non sempre trovo gradevole lo stile un po’ asmatico di Anna Lombroso, ma di certo ha nella penna e nella testa una grande capacità di rendere visibile l’insieme attraverso un dettaglio, come nella migliore delle poesie.