Anna Lombroso per il Simplicissimus
Grillo-grilletto (titolo del Giornale); La violenza ha padri noti (dichiarazione di Gasparri). L’antipolitica finisce per armare la mano (Minzolini in Tv); Troppo odio da troppo tempo» (Gelmini). Chi ha sparato ha dato retta a Beppe Grillo» (Storace); E’ ora di smetterla con i terroristi virtuali nascosti dietro a un monitor (Meloni).
Malgrado la storia, e anche la cronaca, contino un certo numero di attentati falliti, di bombe scoppiate in mano a ribelli più incompetenti dei loro bersagli, di insorti pasticcioni che si lanciano la molotov sulle loro stesse Clarck, e di sconsiderati che sbagliano obiettivo, sparando su innocenti passanti, tutori dell’ordine sottopagati, cocchieri presi in mezzo, eppure gli abitanti delle lontane e protette stanze del potere temono parimenti anarchici insurrezionalisti, killer sgangheratamente avversi alle autorità costituite, disturbati e problematici, insomma potenziali eversori.
Vale la pena di leggersi la definizione che ne dà il dizionario Treccani: eversivo agg. [der. del lat. eversus, part. pass. di evertĕre (v. eversione)]. – 1. Che mira ad abolire, a sopprimere: le leggi e. dell’asse ecclesiastico (v. eversione, n. 2). 2. Che tende a rovesciare, a sconvolgere l’assetto sociale e statale, anche mediante atti rivoluzionarî o terroristici: azione, attività e.; disegno e.; anche riferito a chi opera per l’eversione: elementi, gruppi eversivi.
Una volta i benpensanti fermi sui marciapiedi al passaggio delle manifestazioni esclamavano scuotendo la testa, qua l’è tuta una rivoluzione, un ’48, il mondo va alla rovescia. A volte a noi cittadini spaesati e squilibrati – siamo la maggioranza, sia pure ancora con un cauto controllo degli eccessi –, a noi disperati in via di essere esasperati, a noi, così folli da voler cercare le ragioni dell’irrazionalità, viene da dire lo stesso, se il gruppo eversivo più tracotante, violento, esuberante e protervo , quello che sconvolge l’assetto sociale e statale sta sul marciapiede, dentro i severi palazzi, guardati da altri poveracci come noi.
Come definire la gioconda esponente del partito egemonico della grande maggioranza che stamattina considerava la disoccupazione, la perdita di dignità, la disperazione, doverosa espiazione per la colpa di essere vittima del gioco, uno dei brand di punta condiviso da stato e criminalità e favorito promosso e propagandato? O un ceto che distrae soldi pubblici per interessi privati, ambiziosi o micragnosi, dai palazzi agli ovetti kinder? O la partecipazione attiva o tollerante al business della corruzione, che penalizza i conti dello stato, impoverisce il welfare per alimentare sanità e istruzione private, mette a repentaglio la libera iniziativa e la concorrenza, promuovendo l’economia criminale? O amministratori e rappresentanti correi del sacco del territorio, inclusi nell’occupazione militare delle mafie in settori strategici, risorse, rinnovabili, rifiuti? O imprenditori competenti nell’esercizio implacabile del ricatto: diritti o posto di lavoro, salute o salario, garanzie o stipendi? Cerchie che si premiano, si proteggono, si promuovono, si arricchiscono, attraverso meccanismi di affiliazione, fidelizzazione, secondo le regole dell’autoritarismo fino al dispotismo, manomettendo leggi, abbattendo l’edificio delle garanzie e dei principi costituzionali, togliendo a noi l’indispensabile per assicurarsi il superfluo, anche grazie ai servigi di provvedimenti eccezionali, misure e “corpi” speciali, commissariamenti, poteri ed equitalie iniquamente sostitutivi?
Gli eversori siamo noi o gli evasori? Siamo noi o chi ha perseguito e persegue il disegno di cancellare la sovranità di stato e di popolo, già spogliata della materia economica? Siamo noi che ci opponiamo con l’immateriale forza della critica o chi la vuole soffocare, zittendo le voci, prime tra tutte quelle del potere giudiziario e investigativo?
Non ho mai pensato che alla loro eversione si sia autorizzati a rispondere con la violenza, la guerra è mestiere loro, chi ci ha provato in passato ha distrutto vite e speranza di intere generazioni che hanno pagato la loro sprezzante indifferenza a ragione, interesse generale o sostegno popolare. Ma quelli che oggi, nel dare la fiducia a un governo che non ha la nostra fiducia, ci ammoniscono che le parole sono pietre, ricordino che i sassolini possono essere potenti, fermano ingranaggi, entrano nelle loro scarpe, armano le fionde di uomini soli e a volte una fionda fa più di una pistola.
Se non fosse che ho molta considerazione della mia saliva, anch’io sputerei su Monti, Letta e Berlusconi, che hanno portato un Paese alla rovina, alla disperazione brigando con mafie di tutte le risme e strasbattendosene della Carta Costituzionale e di non si sa quanti articoli dei Codici, primo fra tutti quello non scritto della morale. Alla sola Magistratura oramai l’eroico compito di preservare il Diritto in questo Stato la cui classe dirigente è eversiva di fatto, illeggittima e illegale (il Porcellum, è stato cassato da più di una sentenza della Consulta, vivaddio, inoltre, se si andasse oggi, domani, tra sei mesi, tra un anno, o si fosse andati sei mesi fa, un anno fa ad abrogarlo per via referendaria, gli italiani lo avrebbero disintegrato nella stragrande maggioranza). Eppure siamo ancora qui, a sorbirci i discorsi di vuota demagogia di un premier illeggittimo che accenna, nel suo discorso di insediamento, in un Palazzo blindato come quello presidenziale di Ceausescu nell’Ottantanove, di voler dare tutto a tutti senza uno straccio di riferimento a quali leve economiche manovrare per far sì che ciò avvenga: demagogia, incompetenza al quadrato cubico…
No, non sono degni né di piombo, né di saliva. Sono aria fritta, aerofagia di se stessi.
Sputerei (verbo al condizionale) pure io, ma non sputo mai e con questo “sputerei” non sto affermando ho deciso di uscire di casa con un limone in tasca (aiuta la salivazione) e per andare a sputare addosso a qualcuno. Inoltre non apro il link sopra indicato perché, solo per un mio principio (che applico a me stessa senza pretendere che valga per altri) non rispondo mai a un ragionamento con un link e non apro mai un link che vorrebbe rispondere a un ragionamento.
Absit iniuria verbis.
http://www.youtube.com/watch?v=2h5sWIn44sI
Inutili ulteriori commenti.
Proprio sulla scorta di queste considerazioni, che sono anche le mie e non da oggi, scrivevo oggi che piovono titoli e tra questi considero come peggiore il titolo grillo-grilletto e non perché ami le iperboli verbali o i lazzi grilliani, ma proprio perchè anche quelli sono casomai una risposta che si innesca sull’esasperazione popolare e ne usa il linguaggio.
Nè grilletti nè grilli ci salveranno, ma è chiaro che non abbiamo nè difese nè difensori contro l’ingiustizia smaccata, ostentata, applicata e violentemente contro noi, poveri cristi.
Tanto più grave e colpevole, dunque, ignorare i continui segnali e continuare a seminare paura e miseria aggiungendo dosi elefantiache di “lo facciamo per il bene comune” dove il bene comune sono comunque, ahimè, poltrone.