Anna Lombroso per il Simplicissimus
Una filosofa che dopo molti anni all’estero, tornando in Italia, si è imbattuta nel nostro bagaglio contemporaneo di brutture, meschinità, ipocrisia, corruzione, che ha insomma incontrato la catastrofe etica della nostra società, vede come antidoto o meglio come segnale d’allarme per il risveglio delle coscienze, per una rivolta morale, per la disubbidienza alla servitù che in questo caso deve essere ubbidienza alle leggi della democrazia, l’esercizio del disgusto.
Si proviamo col disgusto, visto che si è spenta anche l’indignazione, diventata torpida indifferenza alla svendita di pezzi di patrimonio dell’umanità a interessi locali e particolari, disprezzo egoistico per i vincoli di solidarietà civili e umani, isolamento in una risentita diffidenza, segnali espliciti di una depressione della cittadinanza, di un disagio profondo, sordo e muto che si esprime in quello stanco alzare le spalle, in quel “non ne vale la pena”.
Non credo nella redenzione che deriva dal dolore, ma vorrei poter sperare che le devastazioni pubbliche, l’oltraggio alla dignità, l’oscenità esibita, che sono poi la forma visibile dell’ingiusto, ci ridestino, buchino la coltre spessa dell’indifferenza e ci mostrino il valore del giusto, sveglino la nostra collera non solo per l’oltraggio compiuto ai nostri danni, ma per le ferite inferte anche agli altri da noi.
Non è facile. Proprio quella progressiva e crescente dissoluzione ha estinto il senso della bellezza, del decoro, della giustizia. Sostenendo nei fatti che la vita pubblica come la politica possano stare al di qua o al di là della Costituzione, cioè, di fatto, della legalità, si sono resi labili i confini tra lecito e illecito, tra sopportabile e insopportabile, tra diritto e beneficio. Sembra che stiamo via via persuadendoci dell’inevitabilità dello stato di vittime, della ineluttabilità della rapina che viene commessa ai nostri danni, rapina di identità, memorie, paesaggio, lingua (chiunque abbia ascoltato la conferenza stampa dopo il consiglio dei ministri, stanotte, non può non sentirsi offeso da eufemismi, neologismi a copertura delle menzogne), nutrimento, passato, futuro. Abbiamo lasciato sfigurare il volto della nazione che nel paesaggio ha la sua radice, abbiamo lasciato oscurare la democrazia che nella costituzione ha il suo caposaldo, abbiamo lasciato frantumare l’edificio del lavoro che nei diritti conquistati aveva le sue fondamenta, abbiamo lasciato impoverire la cultura che nella scuola aveva la sua fabbrica di idee e il suo allevamento di talento, abbiamo lasciato corrompere sodalizi e solidarietà che nella cura e nello stato sociale trovavano il nutrimento dell’amicizia tra democrazia e cittadini.
E’ facile identificare gli istigatori del suicidio morale del Paese, della nostra morte civile che ricorda quelle ecatombe per autodistruzione di interi popoli vittime di crimini coloniali: si sono susseguiti, peggiorando sempre, sempre più avidi e spietati, sempre più crudeli e rapaci come sanno essere i conquistatori, ora gelidi, ora grotteschi. Hanno indotto rimozione, illusorietà autoinganno, accecamento, mimesi di comodo nella forma del carnefice. Producendo la peggiore delle infamie e la più insanabile delle iniquità, quell’estinzione se non auto-destituzione dalla coscienza collettiva e dalla responsabilità. Che ha trovato la sua allegoria più rappresentativa e simbolica nella dismissione dalla rappresentatività dei partiti, consegnati a un governo al di là della Costituzione e che hanno dato noi in pasto ai sacerdoti di una teologia del mercato. La stessa che ci vuol convincere che tutto è secondario e marginale rispetto alla tremenda ineluttabile necessità.
Ma la vera necessità è la loro sussistenza in vita. “Se si affidasse al diavolo l’organizzazione della vita pubblica non saprebbe immaginare nulla di più ingegnoso di un meccanismo fisiologicamente perverso di oppressione intento solo alla sua crescita senza alcun limite”. Non lo dice Grillo, ma Simone Weil nel 1942. Molti dopo di lei e per molti anni hanno sperato che un orientamento delle coscienze si mutasse in movimento se non addirittura in partito. Mentre siamo tornati al valore della legge come valore di utilità, se tra cittadino e potere, pur legittimo perché basato sul contratto, le cose sono ancora come in uno stato di natura istituzionalizzato, secondo la legge del più forte, del più ricco, del più avido, del più spregiudicato.
Se il disgusto ci salverà dalla morte civile, bisogna ammettere che se la stanno mettendo tutta per provocarne in formidabili quantità.
Chiamano antipolitica i sussulti provocati dalla separatezza, la nausea per gli ipocriti richiami all’unità nazionale.
Il continuo richiamo alle esigenze della loro teogonia ha messo il silenziatore alle critiche sull’occupazione della Rai affidata ai più squisiti rappresentanti dell’incompetenza e della estemporaneità, figurine simboliche di una inesistente società civile: l’imprenditrice, il testimonial di mani pulite, l’orfana eccellente “che la patria glielo deve”, sapientemente mescolate con figurine altrettanto simboliche della strafottente egemonia berlusconiana, secondo regole di mediazione che fanno impallidire spartizioni e consociativismo.
La corruzione, l’illegalità ha tanti modi per esprimersi, il risultato è lo stesso, polverizzare il valore del Paese, le sue risorse, impoverirlo talmente da poterlo poi alienare, umiliarci per poterci mettere in vendita a basso prezzo in un mercato in nome del quale siamo passati da teleutenti a schiavi.
Adesso che ci hanno disgustato abbastanza, soscuriamo il loro schermo
a Venezia certe notti girava un ubriaco che strillava con voce cavernosa: “quando ariverà el re coi cosachi ve metarà tuti al muro”. In tanta confusione storica esprimeva una delle tante minacce che hanno annichilito la critica e la resistenza a soprusi e iniquità. Sempre le stesse, oggi travestite dall’imposizione della rinuncia a diritti e garanzie in nome della necessità. Anche la necessità auspicata dai poteri forti di adeguarsi a una ideologia che incrementa le disuguaglianze e rafforza i privilegi. quelli che hanno via via aumentato quella separatezza tra un ceto dirigente, una plutocrazia vera e propria, a distanze siderali dai cittadini. In effetti gattosilvestro a volte un po’ di rieducazione a quelli maleducati alla Bocconi la imporrei volentieri. A te non imporrei niente perchè trovo irresistibili le tue evocazioni arcaiche, da anni non ne sentivo così nemmeno da Berlusconi
Cioè, pensi che che il abbia usato il nick “Diana”? Che ridere!!! Siete troppo divertenti!!! No, non ho cambiati nick ma confesso che anch’io vorrei sapere cosa significa quella frase…
In effetti, quello dei manicomi e centri di rieducazione per i “nemici del popolo” è un altro vostro settore di eccellenza. Ma ti viene spontaneo dire certe cose o sono idee che devi elaborare? La mia idea è che siano spontanee. E’ una questine di DNA.
Gatto, puoi cambiar nickname, ma la tua noiosa morbosità ti tradisce.
Spendi due soldini da uno strizzacervelli bravo e smetti di seccare.
“Chiamano antipolitica i sussulti provocati dalla separatezza”
cosa significa questa frase?
leggete :
http://www.reset-italia.net/2012/07/06/nel-tunnel-di-monti/#.T_fjx-FMJ0w
Mentre tu giocavi al guerrigliero marxista, moltissimi giovani erano costretti a rinunciare agli studi perchè trovavano le loro facoltà permanentemente chiuse, anzi okkupate. Le tue “documentazioni e analisi” potresti farle leggere a loro. Certo evidenziando, per onestà intellettuale, le parti che, col senno di poi, sono risultate sbagliate. Ah! Non dimenticare di portarti, per l’occasione, un bel barattolo di vasellina. Sai, certe “documentazioni e analisi” non si sa mai che strada possono prendere…
Gatto silvestro, sinceramente ci hai rotto con questi allarmi in stile berlusconi dove paventi l’arrivo dei cosacchi pronti ad abeverarsi alla fontana di trevi. Appartengo a quella schiera che tu additi come estremisti di sinistra. In gioventu’ ho partecipato alle occupazioni dell’università e fomentato l’occupazione delle scuole. Se solo ti degnassi di leggere le documentazioni, le analisi che da quelle occupazioni sono uscite ti renderesti conto come esse siano state un tentativo di confronto e crescita collettiva, di analizzare il mondo tramite modelli differenti da quelli proposti dall’alto. Certo, a volte l’analisi puo’ essere stata sbagliata col senno di poi ma il metodo è certamente educativo quando piu’ menti cercano di confrontarsi portando ognuno il proprio contributo, venendo educati da un confronto reale comprendendo cosa sia il reale confronto democratico di idee. La scuola, l’università l’hanno distrutta con manovre sistematiche prima i ministri democristiani poi i socialisti-craxiani quindi i loro eredi dei vargoverni del piduista berlusconi a tratti aiutati da ministri falsamente di sinistra come Ruberti. Lo scopo è semplice: diminuire il tasso di scolarizzazione e ridurre la scuola e l’università a fabbriche di uomini il cui sapere sia utile solo se inserito nella logica produttiva e non per la crescita tout court della società nel suo insieme. Un sapere che non deve porre modi diversi di vedere le cose, un sapere che non deve insegnare la critica o la messa in dubbio perchè se cio’ avvenisse la massa imparebbe a ragionare a mettere in dubbio le parole del capo di turno e, si sa, quando le masse iniziano a usare il cervello per il padrone iniziano i guai.
Quello che ho scritto, l’ho visto e vissuto. Quindi, le vostre balle potete tentare di raccontarle ad altri, a me no di sicuro.
I professori che hai avuto si saranno laureati col 18 politico…di che ti lamenti? O siete improvvisamente diventati meritocratici?
Infine, devo dire che sentirsi dare del fanatico qui è un esperienza…surreale. Comica è invece la vostra insistete convinzione che io sia cattolico, e quindi mi parlate della DC, degli insegnanti di religione e dello Spirito Santo.
Francamente è anche disgustoso leggere certi commenti che non meritano per quanto mi riguarda alcuna risposta. Con gli imbecilli non ci può essere dialogo e nemmeno alcuna dialettica!!!
gsilvestro, mi viene da domandarmi se ci sei o ci fai. Abbiamo capito che sei tuttissimo offesissimo per via della Binetti salvapedofili, ma da qui a cercare di far cadere la colpa sull’estrema sinistra in un paese governato per sessant’anni dalla DC prima, e dal proto-liberismo fascistoide di Berlusconi poi, è peggio che ridicolo, è patetico. Ma come sempre, i cosiddetti cattolici sono maestri nel far finta che le loro fantasie siano la realtà. Mi limito ad abbatterti con un solo colpo: sapevi che il modo più semplice per passare professore di ruolo è provenire dalle schiere degli insegnanti di religione? Che sono gli unici a non avere mai sofferto tagli? Ora, stuoli di insegnanti di italiano che non azzeccano nemmeno le doppie e che confondono Leopardi con le gonne leopardate – ho avuto la disgrazia di averne alcuni, ai lontani tempi del liceo – messi dietro a una cattedra per opera e virtù dello spirito santo, è chiaramente colpa dei comunisti, vero? Lasciatelo dire, sei un povero fanatico, che nel 2012 ancora strilla ai complotti comunisti e si mette il cilicio. Esattamente come la Binetti.
Sostenere che è la sinistra che ha distrutto la scuola italiana è un punto di vista non condivisibile perché si può dimostrare facilmente che è parziale e non tiene conto dell’opera dei governi dai democristiani agli ex comunisti fino a Berlusconi. Si può imputare alla sinistra un errore strategico nel perseguire il metodo del “tanto peggio, tanto meglio” ed una certa collusione con i metodi di depauperamento culturale del paese al fine di incrementare le possibilità di controllo politico dei cittadini. Ma questo è il mezzo attraverso cui la destra è riuscita a fare politiche nettamente contro gli interessi del popolo ed a favore di pochi predestinati secondo le teorie classiche del liberismo radicale.
Io direi potentissimo il riferimento alla “cultura che nella scuola aveva la sua fabbrica di idee e il suo allevamento di talento,…”. Peccato che proprio la scuola sia stata per decenni un obiettivo delle devastazioni fisiche e morali dell’estrema sinistra. Okkupazioni, autogestioni, scioperi selvaggi, professori minacciati, i librettini di mao come unico testo approvato, i “servizi d’ordine”, i 6 politici, quelli si garanzia di allevare talenti… Potrei continuare all’infinito, ma so che la vostra capacità di rimozione vale infinito al quadrato ed è matematicamente irraggiungibile.
Quanto è tristemente vero ciò che scrivi.. Io al disgusto ci sono arrivata già da tempo, e sento l’esigenza di condividerlo con qualcuno.. Grazie per questo articolo..mi fa sentire meno sola..
A proposito di complicità e di media asserviti, i giornalisti “indie” di ExileD hanno messo su un interessantissimo progetto di nome SHAME (Vergogna) (http://shameproject.com/) in cui si preparano profili accurati dei “corporate shills”, dei propagandisti di regime mascherati da giornalisti. Il sito si basa interamente sulle contribuzioni della rete.
Sarebbe interessante crearne un equivalente in Italia per sbugiardare non i più ovvi e pagliacceschi Minzolini o Fede, quanto quelli apparentemente “seri” e “autorevoli” alla Scalfari e infinitamente più pericolosi.
Grazie Anna Lombroso. Mi sento tra coloro che si sono sempre difesi per non essere trascinati tra i complici, per decenni ho resistito ma quando un sistema così potente si muove allora vedi che le rovine intorno aurmentano. La tua voce è , adesso, anche quella di chi guarda in faccia la realtà disgustosa, ma resisterà sempre.
In questi giorni mi interrogo chiedendomi: quali “maestri” potrebbero salvare le nuove generazioni? Siamo di fronte a una mutazione spaventosa.
Quelli del ventennio sono una manciata di anni orribili ma questi sono, ormai, quasi cinquanta. E’ come se si fossero diserbate le menti, le anime, i cuori. Da dove ricominciare se non da parole come le tue e dalle coscienze ancora lucide? Potente la tua diagnosi, Anne: “Hanno indotto rimozione, illusorietà autoinganno, accecamento, mimesi di comodo nella forma del carnefice. Producendo la peggiore delle infamie e la più insanabile delle iniquità, quell’estinzione se non auto-destituzione dalla coscienza collettiva e dalla responsabilità. “
stiamo parlando di lezioni di (D)efficienza economica Monty style ??