Non fai a tempo a rimettere piede nei confini nazionali, dopo aver brindato con la terribile Amandine all’elezione di Hollande, che il fattore Italia ti cala addosso come una mazzata, come qualcosa di davvero intollerabile. Click, uno accende il computer e apprende che il presidente dall’eremo del Quirinale ci fa sapere che quello dei grillini non è un boom. Forse non ha sentito il rumore, si sono esaurite le pile dell’apparecchio acustico, oppure il fiabesco corno in voga nell’ottocento non era disponibile. Il tentativo della presidenza di cancellare qualsiasi realtà che getti un’ombra sulla scelta fatta con il governo tecnico, sta diventando non solo assurda, ma francamente patetica.

E non solo. Click e si apprende che per l’ennesima volta il governo fa la voce grossa. Questa volta con i petrolieri: non potendo e non volendo ridurre nemmeno di un centesimo le accise, ” si aspetta da oggi stesso una riduzione dei prezzi del carburante di almeno 4-5 centesimi al litro”. E naturalmente i petrolieri gli rispondono picche, “diminuirà quando scenderà il greggio”. Com’è ovvio che sia, visto che il governo non ha alcuna titolarità a decidere prezzi che non sono più amministrati in omaggio al dio del mercato e della cosiddetta concorrenza. Alla fine si tratta di una squallidissima commedia delle parti per far vedere che l’esecutivo è attento e soccorrevole quando si tratta delle tasche degli italiani. Beati i citrulli che ci cascano.

Click. E si apprende che non solo i dati elettorali arrivano con immenso ritardo rispetto agli altri Paesi, ma che in Sicilia hanno sbagliato ad interpretare la legge elettorale siciliana  e dovranno riconteggiare tutto. Per Palermo non cambia nulla, se non le percentuali assolute (quelle relative rimangono e Orlando resta saldamente in testa) ma è tutto da rifare in quei comuni dove era già stata annunciata la vittoria al primo turno.

Click. E si viene a sapere che Saviano su l’Espresso prenderà il posto di Bocca e continuerà la rubrica l’Antitaliano. Mentre sarebbe difficile immagine un italiano più italiano di Saviano, tanto che rinnovando, avrebbero potuto chiamare la rubrica l’Italianissimo per essere in tema con le mellifluità profetiche e le ovvie astuzie che non sono mai comparse nella scrittura di Bocca.

Ma pazienza siamo alla Repubblica zero dove non si sente e non si vede, si fanno le parti in commedia e tutto sembra decadere come in un teatro tarlato.  Manca il capocomico, ma le assi sono sempre quelle. E scricchiolano.