Il più onesto ha la rogna. Il che non è un problema per un partito degli onesti che ha come segretario l’onestissimo Alfano: tanto si è onesti fino alla Cassazione e quindi con il processo lungo, fino alla morte. Si sono onesti da morire. E così dopo aver assistito alle dimissioni di Scajola da inconsapevole proprietario, oggi abbiamo le dimissioni di Tremonti da consapevole inquilino di un appartamento da 8500 euro al mese . Che pagava il suo collaboratore Milanese, al quale evidentemente non falta el dinero.
Ma Tremonti per giustificare questa “stupidata” come l’ha definita Bossi che di stupidate se ne intende, ha fatto uscire dal vaso chiuso del berlusconismo il fango più mefitico: si è deciso ad andare in un appartamento perché nel quartierino allestito nella caserma della Guardia di Finanza non si sentiva sicuro. Non ho alcun dubbio su questo: ma la ragione dell’inquietudine tremontiana era che si sentiva spiato e pedinato perché nella Gdf era esplosa come una guerra per bande ognuna con un suo referente politico. E a quanto pare il ministro dell’economia temeva in particolare quella affiliata a Berlusconi.
Ora è impossibile pensare che Tremonti sia Brunetta o Scajola e abbia trovato queste esplosive giustificazioni tanto per dire qualcosa: è invece un messaggio diretto all’intero sistema di corruzione di Silvio, un pizzino inviato per far sapere che se lo vogliono far fuori può tirare giù l’intero panteon del berlusconismo.
Naturalmente questo non giustifica Tremonti, non giustifica un sistema: se uno vuole togliersi da una situazione scomoda può scegliere tranquillamente un’altra soluzione e pagarla da sé, senza rivolgersi a collaboratori che i soldi li fanno spuntare misteriosamente come champignon sul terrazzo di casa. E in definitiva le spiegazioni del ministro, contenute in una lettera al Corsera non spiegano proprio niente e forse nemmeno sono state scritte per quello: ormai, in mano a tanti onesti non è più necessario discolparsi più del necessario per questo: il massacro dell’erario da parte di bande e cricche di ogni genere sono soltanto “stupidate”. Il colpo in canna del ministro è invece la minaccia di scoperchiare la cupola del potere ormai poco differente da altre cupole.
Con i finanzieri intenti ad ammanettare se stessi mentre spifferano segreti all’orecchio dei potenti e questi ultimi intenti a qualcosa di indigeribile per loro: fingere di fare gli onesti.
Tremonti non ruba, depreda solamente le tasche degli italiani con una manovra la cui penna è intinta nel nostro sangue. Alla fine con tutto questo giro di soldi che volavano e cadevano nelle mani giuste far quadrare i conti era un gioco da ragazzi.Ma aldilà di tutta la corruzione che sta emergendo, una cosa è certa. Berlusconi ormai tiene in scacco tutti. E guai a non fare quello che lui vuole. E dato che nessuno si salva, in quanto il gioco della cartuccella lo conoscevano tutti, il cemento per tenere chiusa la bocca e non affondare il colpo nei suoi affari era dovuto a questo modo d’agire. Siamo arrivati a un punto di non ritorno. Qui c’è in ballo la credibilità di un paese venduta come la fontana di Trevi, barattata con qualche sceicco in cambio di petrolio,sacrificata sull’altare della speculazione. Intanto con la crisi che ci sta attanagliando ancora oggi il senato, ha approvato il decreto sul processo lungo, Bossi in modo irriverente ha bacchettato il capo dello Stato e chi osa parlare viene silurato e affondato. E’ inutile che Bersani se la prenda con gli organi d’informazione. Anche all’interno delle redazioni si annidano uomini pagati per far emergere ,seguendo il piano diabolico del cavaliere, il marcio che c’è. Farebbe bene Bersani a epurare il suo partito e passare all’azione rispondendo e agendo subito prima che questi gendarmi dell’illegalità diffusa s’impadroniscano del paese per sempre. Dove è finito il protocollo siglato da forze sindacali ed economiche, dove si chiedeva il rilancio dell’economia? Se ne sono infischiati alla grande e continuano con questa riforma sulla magistratura, su questo sabotaggio della costituzione predisponendo i loro soldatini di piombo per conseguire la loro vittoria, sconfitta di un paese che come una bestia morente ruggisce prima di morire. Se opposizione, forze sociali forze sindacali, non scenderanno in campo per chiedere che il governo si dimetta e in fretta potremo dire addio a settembre alla democrazia e a uno stato che si rispetti.