Anna Lombroso per il Simplicissimus

A differenza dell’ex leader del PD sempre in affannosa rincorsa, non sono una cultrice di Pierino nemmeno di Franchi e Ingrassia e non intravedo la magnetica espressività della Garbo dietro le rotonde fattezze di Edwige Fenech.
Così quando ieri sera degli amici mi hanno chiesto aiuto per redigere una lettera di protesta delle infermiere contro il premier e le sue performance sporcaccione ho aderito con sodale entusiasmo.
Eh si, la divisa per le infermiere è ‘abito da lavoro’ simbolico di una professione dura faticosa poco remunerata spesa al servizio degli altri, e indossato con orgoglio, spirito di sacrificio e passione. E duole immaginare che sia diventata uno dei travestimenti degli squallidi passatempi di un vecchio governante ritinto che non sa governare i suoi peggiori istinti e che come tutti i tiranni inclina a sfiorare il ridicolo e anche a caderci dentro. Si rode immaginarlo in una scenetta ben ambientata nel suo teatro cult il Bagaglino e in una filmografia sospettiamo cara al suo ministro dei beni culturali quella delle commedia scollacciate dense di pernacchie battute salaci ragazze coccodè e commendatori un po’ addormentati in cerca di stimoli per un improbabile risveglio dei sensi.
A pensarci bisogna proprio riconoscere al premier un singolare e ecumenico ingegno nell’offendere l’universalità del suo popolo per segmenti: i poliziotti, i giudici, gli omosessuali, gli ebrei, i meridionali, gli aquilani, i giovani che protestano, i lavoratori della fiat e vi dicendo, sbeffeggiando e irridendo principi, valori e dignità.
Si proprio come nella poesia abusata di questi tempi quanto lui abusa delle nostra pazienza “hanno portato via gli ebrei…hanno portato via gli zingari.. “ sta perpetrando un affronto per categoria ai danni di tutti noi.
Non resta quindi che augurarci la reazione offesa e potente di una categoria per tutte, quella più rappresentativa, i cittadini. Quelli ancora innamorati dell’onestà, della legalità, della dignità, della democrazia. Che sono la vera maggioranza che deve ritrovare parole e reazione.