Abbiamo una sentenza salomonica della Consulta,  frutto di chissà quali bilance alchemiche sul legittimo impedimento. Qualcosa che cambia ben poco, che rimanda pilatescamente al referendum.

Ma abbiamo anche un salomonico pezzo di Ezio Mauro sulla Fiat e il referendum di Mirafiori, ispirato al mielismo più puro, in cui si tira in ballo come un mantra la globalizzazione e la concorrenza dei Paesi emergenti.

Non so cosa ne penserebbe Salomone , ma costruire a Detroit motori e trasmissioni di Suv (leggi jeep) , portarli a Mirafiori per assemblarli e ritrasportarne i due terzi in Usa, mi sa che  sia proprio un modo sbagliato di abbassare i costi. I cinesi fanno eccezionalmente una sosta per permettersi l’intervallo risata.  Salomone direbbe che in cambio dei miliardi di Obama gli americani vogliono che la Fiat si immoli alla Chrysler, ai suoi azionisti e ai suoi operai. American work for american workers. Mica come  quell’ abominevole nano che adoriamo e che svenderebbe l’Italia ai beduini per qualche soldino. Si, forse Salomone ordinerebbe di spiccare la testa a qualcuno.

Ed è anche salomonica l’apparente fine dell’assurda guerra di tutti contro tutti nel Pd, finita con la solita ricucitura da sartine distratte, destinata a rompersi alla prossima occasione. Come direbbe Mussolini, il partito delle indecisioni irrevocabili.

Davvero un luogo pieno di saggezza il nostro. Peccato che poi  ci sia il contraltare di una volgarità indecente di parole e di pensiero che giunge direttamente dall’autocrate e dai suoi servi, mandati come l’ottava piaga d’Egitto. Per non parlare della Lega taragna, irsuta come un cinghiale, ma con l’animus dei suidi domestici:  l’unico elemento che mi fa guardare con piacere allo scioglimento dei ghiacci e l’innalzamento dei mari.

Insomma un Paese senza equilibrio dove la saggezza è solo una resa, mentre l’arbitrio vorrebbe farsi Costituzione.  Un’ Italia divisa tra Ponzio Pilato e Barabba. E milioni di poveri cristi.