A Mirafiori, su Mirafiori c’è il crocevia d’Italia: comunque vadano le cose, è questa la cruna dell’ago cui passerà ogni possibile futuro. Da una parte il lavoro e i saperi dall’altra il manager che bluffa e ricatta, gli speculatori di borsa, il premier sparlante, i sogni bugiardi e una politica assente, indecisa, subalterna.

Di fronte a queste scelte, il Parlamento sembra un tavolo da gioco dove teste e potere si giocano un destino che non è già più loro: davanti ai cancelli della fabbrica si va addensando il futuro con due uscite obbligate. Una riscossa che rimetta in gioco l’economia e il vivere civile o il declino verso un Paese straccione e marginale, destinato prima o poi a disfarsi.

Questo è il vero primo sasso lanciato nelle acque  stagnanti che  da vent’anni stanno avvelenando il paese: anche se vincerà Marchionne, dal numero dei no sarà chiaro se si tratta di una resa o di un’attesa. E il responso si estenderà come le onde dappertutto.

Di certo ora la posta è più chiara che mai, non è come al solito confusa e rimestata dai media. Del resto Marchionne con i suoi ricatti, Berlusconi con la sua entusiastica adesione ad essi e i soliti arresi della sinistra, hanno contribuito a chiarire di cosa si tratta: di uno scontro ideologico in cui l’economia, se non sotto il suo aspetto puramente finanziario, c’entra pochissimo. Di uno scontro tra un Paese capace di mantenere innovazione e progettualità o un Paese assemblatore destinato, quello sì destinato a soccombere alla globalizzazione e impoverirsi definitivamente.

La posta è un futuro faticoso e arduo per recuperare il tempo perduto, ma un futuro per tutti o qualche bella cifra in più per gli azionisti Fiat e per gli altri che seguiranno come una valanga. Soldi in cambio di diritti, fatica invece di lavoro, nella sua accezione europea. Una democrazia a forte rischio.

Se Marchionne passa senza troppi dolori non ci sarà partito o coalizione che possa recuperare la situazione. Se passa con una forte contestazione ai suoi ricatti, il verminaio berlusconiano subirà la sua condanna a morte. Senza legittimo impedimento.