Le lacrime possono molto. Chi è riuscito a conservare l’ingenuità del sentire e non l’ ha barattata con quella della ragione, crede nelle qualità rivoluzionarie e liberatorie del pianto più che nella sua qualità assolutoria.
Così in quella fotonotizia dell’operaio che piange davanti a Mirafiori non ci leggo solo la disperazione per essere vittima di un ricatto dpo una vita di lavoro. Non ci leggo solo, nella sua amara filigrana, il fallimento della politica travolta da una realtà che non è più in grado di comprendere e di fronte alla quale non è che triste un fantasma.
Non ci leggo solo l’impotenza di fronte a uomini col maglioncino che barattano la propria borsa con la vita altrui, forti del fatto che altrove hanno lacrime a costo più basso.
No, ci vedo anche il fulmine doloroso della consapevolezza: la scoperta di essere stati ingannati e venduti, di essere stati indotti a credere nel chiacchiericcio interessato della falsa modernità, di aver collaborato alla propria sconfitta. Le stesse lacrime della Sardegna e quelle sconosciute di chissà quante vite passate nel tritacarne, ma qui pantografate ai piedi della “fabbrica” italiana per antonomasia.
Forse, guardandoci bene dentro molti di noi si riconosceranno in quelle lacrime, nel disorientamento da cui sono nate, nella nuova chiarezza che denunciano. Forse dovremmo piangere tutti per riuscire a cambiare questo Paese
da quarantenne, mi vergogno solo a guardare la fotografia del ex operaio che piange.quelle lacrime dovrebbero farci riflettere tutti,li c’è l’essenza del sacrificio dei nostri padri e dei nostri nonni, che con le loro lotte ci avevano regalato la cosa più cara al mondo la democrazia e il diritto ad essere considerati uomini e donne e non schiavi. Erano stati capaci a modificare il lessico per definire un lavoratore.la parola COLLABORATORE,gonfiava il petto per chi onestamente si guadagnava il pane cuotidiano.siamo riusciti a distruggere tutto questo ,perchè come sempre ci siamo dimostrati un popolo ignorante ,nel senso che come sempre ignoriamo il significato delle cose come se non toccasse ad ogniuno di noiu difendere un diritto aquisito con sacrifici.ogniuno di noi deve farsi un esame di coscienza ,perchè la colpa e anche la nostra che abbiamo difeso fannulloni e nulla facenti nei luoghi di lavoro .perchè da noi vige una norma non scritta di farsi i fatti propri ,e in questo i sindacati hanno molte colpe .il diritto al lavoro e stato spesso confuso con il diritto al parassitismo.come può un sindacato a condiscendere ad un vero ricatto messo in campo dall’azienda dove sta la difesa del lavoro?perchè fare un referendum quando si dice che il risultato deve essere solo il si .TUTTI VOGLIAMO LAVORARE ,PENSO CHE LA STRAGRANDE MAGGIORANZA DEI LAVORATORI AVEVANO CAPITO LA LEZIONE. SAREBBE BASTATO CHE CI SI SEDEVA IN TORNO AD UN TAVOLO E SI CAMBIASSE QUALCHE ARTICOLO AD UN REGOLAMENTO DOVE SI SPIEGAVA CHIARAMENTE CHE CERTI ATTEGGIAMENTI DI ASSENTEISMO NON SAREBBERO STATI PIù TUTELATI.,MA SI E VOLUTI ARRIVARE ALL ESTREMALIZZAZIONE PER POTER RICATTARE.GRANDE COLPA DI QUESTO LO HA ANCHE IL GOVERNO CHE A DELEGATO MARCHIONNE A FARE IL LAVORO SPORCO CHE LORO NON AVEVANO IL CORAGGIO DI FARE E OGGI CON LE DICHIARAZIONI DI BERLUSCONI NE E VENUTA LA CONFERMA. SI STA CERCANDO DI ARRIVARE ALLO SCONTRO TOTALE.MA SPERO CHE CI SIA RIMASTO UN BRICIOLO DI RAGIONE .FACCIAMOLA QUESTA RIVOLUZIONE MA FACCIAMOLA COME AI TEMPI DI TANGENTOPOLI NEL RISPETTO DELLA DEMOCRAZIA. VOTARE SUBITO E VOTARE CON COSCIENZA E NON PER RICATTO.