A volte vorrei avere una lama rotante, un raggio inceneritore, un  lanciafiamme: s’i fossi foco arderei tutti quei babbi natale che si arrampicano per i balconi, così bugiardi e sfacciati, soprattutto così insopportabilmente ipocriti. E non mi si venga a dire che lo si fa per i bambini che anzi avrebbero bisogno di magia e di mistero e non di pupazzi che svelano l’arcano e ne fanno un oggetto da supermercato.

La verità è che lo si fa per gli adulti, per gli adulti di questo occidente che inclina al crepuscolo e di questa Italia in cui è già notte. Con una paradossale inversione: mentre i bambini crescono proprio cominciando a capire la differenza tra la favola e la realtà, gli adulti compiono il cammino inverso perdendo il senso della differenza.

Non erano forse babbi natali attaccati alle finestre quei mutui impossibili con cui gli Usa spalmavano sul resto del mondo un benessere imperiale? E non sono babbi natale, che da dietro non si distinguono affatto dai membri della banda bassotti,  quelli ci hanno fatto credere a dieci anni di illusioni e di balle da parte di un volgare imbonitore e dei suoi complici?

Caspita quei babbi natali appesi sono come una dichiarazione di voto, un ritorno all’egoismo infantile e assieme una dichiarazione di resa a una credulità insolente.

Per questo Babbo Natale, quello vero, quello serio con le renne in cui si può credere a cinque anni, porterà carbone.

Non male però per accendere i fuochi del 2011.